Arma Infero – Il mastro di forgia, di Fabio Carta

 

arma infero

ARMA INFERO

Il Mastro di Forgia

Trama (da Kindle store):

“E ora, fratelli, lasciate che vi narri di quei tempi, in cui le nuvole correvano rapide sopra gli aspri calanchi e di quando Lakon combatté per noi”.

Su Muareb, un remoto pianeta anticamente colonizzato dall’uomo, langue una civiltà che piange sulle ceneri e le macerie di un devastante conflitto. Tra questi v’è Karan, vecchio e malato, che narra in prima persona della sua gioventù, della sua amicizia con colui che fu condottiero, martire e spietato boia in quella guerra apocalittica. Costui è Lakon.

Emerso misteriosamente da un passato mitico e distorto, piomba dal cielo, alieno ed estraneo, sulle terre della Falange, il brutale popolo che lo accoglie e che lo forgia prima come schiavo, poi servo e tecnico di guerra, ossia “mastro di forgia”, e infine guerriero, cavaliere di zodion, gli arcani veicoli viventi delle milizie coloniali. Ed è subito guerra, giacché l’ascesa di Lakon è il prodromo proprio di quel grande conflitto i cui eventi lui è destinato a cavalcare, verso l’inevitabile distruzione che su tutto incombe.

 

Recensione

Questo libro è il primo di una saga.

È evidente come l’autore sia influenzato e consapevolmente attinga a grandi classici, e non solo. Vi sono riferimenti espliciti, come alcuni nomi: Luthien, Avalon, Leviathan e altri che direttamente o indirettamente ci rimandano a storie che già conosciamo, costruendo in questo modo un ponte tra il suo racconto e il nostro immaginario.

La scrittura è curata, anche se, a mio avviso, un po’ più di spontaneità nei dialoghi non avrebbe guastato, ma riconosco che l’autore è stato molto attento a rispettare quelli che sono i canoni del genere.

Le descrizioni sono accurate e riescono a dare l’idea dell’ambiente, dell’atmosfera e delle macchine di cui parla. L’espediente di rivolgersi a una platea è buono, perché permette al lettore di sentire il protagonista rivolgersi direttamente a lui, tuttavia appare un po’ inverosimile, vista anche la lunghezza e la precisione del racconto.

In sintesi è un buon libro che consigli agli amanti del genere, scritto bene, l’autore non si è improvvisato, e si sente. Come già detto si possono riscontrare numerosi riferimenti storici e culturali rielaborati; tuttavia mi è sembrato un po’ troppo sbilanciato sui tecnicismi, a discapito della spontaneità e delle emozioni (che pure l’autore stesso ci dimostra che anche i guerrieri provano). I dialoghi suonano un po’ compassati e a tratti inverosimili, le emozioni e la psicologia dei personaggi sono più descritte che mostrate e trasmesse.

Per mio gusto personale avrei preferito qualche pagina e dettaglio in meno, per poter restare sempre concentrata sulla storia, che, come ogni saga del genere fantastico- fantascientifico, si preannuncia, almeno nell’intento, epica.