Il baco da seta – di Robert Galbraith

Unknown

Recensione

Il primo libro della serie mi era piaciuto (vedi qui la recensione), questo molto meno.

Cormoran Strike è chiamato anche questa volta a risolvere un omicidio. Era stato ingaggiato dalla moglie per ritrovare il marito, e in effetti lo ritrova. Morto. Ammazzato.

La polizia è convinta che sia stata la moglie, mentre il detective privato è convinto che non sia stata lei. Come nel primo volume lui e la polizia non andranno molto d’accordo.

La scrittura è fluida, su questo non si può dire niente, comunque è sempre la Rowling, ma leggendo il libro mi sembrava di girare come una trottola tra i vari testimoni, quasi tutti macchiette con caratteristiche quasi troppo accentuate, e bisognosi di due interrogatori per dire tutto quello che serve a Cormoran.

Non solo: avevamo lasciato Robin, la segretaria di Cormoran, che doveva sposarsi di lì a 6 settimane. Prima però doveva presentare il suo fidanzato Matthew al suo datore di lavoro, Cormoran. Avevano concordato per “giovedì sera”. La storia del secondo libro inizia sei o otto mesi dopo la fine del primo, tanto che nel frattempo lo studio di Cormoran si sta rimettendo in sesto e ha già risolto parecchi casi di privati cittadini che si sono rivolti a lui. Eppure non solo Robin deve ancora sposarsi, ma passeranno anche un po’ di giorni prima di quel “giovedì sera” in cui devono incontrarsi.

Ora, non voglio essere pignola, ma avrei preferito di gran lunga una maggior coerenza temporale. Potevano anche non raccontarci del loro incontro o raccontarcelo tramite i ricordi (sì, lo so, attenzione all’infodump); lo stesso dicasi per il matrimonio.

Mi sento un po’ come l’infermiera di Misery non deve morire: imbrogliata. E non mi piace. Certo, non sequestrerò né taglierò i piedi alla Rowling, e comunque appena possibile farò in modo di leggere anche il terzo, ma questo, proprio no. Non lo consiglio.

Daniela