Cade la Terra di Carmen Pellegrino

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L’opera in una frase: Potente romanzo d’esordio dalla scrittura prorompente e atmosfere evocative.

Editore: Giunti

Num. Pagg. : 224

Prezzo: 14,00

Biografia: Carmen Pellegrino ha scritto saggi di storia e racconti. Da qualche anno si occupa di luoghi morti rimorti e scampati, borghi, case, stazioni, teatri, luna park abbandonati. Anche di uomini e donne che la storia non ricorda. Nel tempo libero partecipa a funerali di sconosciuti.

Sinossi: Alento è un borgo abbandonato che sembra rincorrere l’oblio, e che non vede l’ora di scomparire. Il paesaggio d’intorno frana ma, soprattutto, franano le anime dei fantasmi che Estella, la protagonista di questo intenso e struggente romanzo, cerca di tenere in vita con disperato accudimento. Voci, dialoghi, storie di un mondo chiuso dove la ricchezza e la miseria sono impastate con la stessa terra nera. Capricci, ferocie, crudeltà, memorie e colpe di un paese condannato a ritornare alla terra. Come tra le quinte di un teatro ecco aggirarsi un anarchico, un venditore di vasi da notte, una donna che non vuole sposarsi, un banditore cieco, una figlia che immagina favole, un padre abile nel distruggerle.

 

Recensione:

Dopo aver letto il romanzo di Carmen Pellegrino non si rimane gli stessi. Finito in tre giorni e mezzo, ho voluto ricominciarlo per gustarlo in una lentezza senza tempo. Una scrittura visionaria, di parole perfette scelte e calate ognuna al suo posto in maniera sapiente e accurata. I luoghi rivivono tra le sue mani che dipingono acquerelli di radici e vetri rotti, fango e case che scivolano a valle fondendosi nel tempo immobile che tutto insieme sprofonda nella terra. In questo paesaggio di morte e oggetti in disuso si muovono i personaggi di Alento, borgo immaginario che riprende vita attraverso la lente dell’abbandonologa. I suoi protagonisti, Estella e Marcello, sono direttori d’orchestra in questa storia corale di anime che si muovono su un palcoscenico dimenticato anche dalla vita. Commuove la storia di Mariuccia, piccola protagonista sbagliata, vittima dei potenti e degli assenti, prima fra tutti la Giustizia. Vivi e morti in un luogo privo di oggi, i personaggi si muovono come spettri, nessuno li vede, forse non esistono neppure. Ma l’autrice ci invoglia a riportarli in vita attraverso il ricordo e i loro oggetti abbandonati qui e là: un dente, una pietra, bottoni e cioccolato per riunirli in un’ultima cena. Il tema del romanzo e il suo linguaggio sono fuori dal tempo, proprio come i personaggi che lo popolano e non potrebbe essere diversamente.

4 Risposte a “Cade la Terra di Carmen Pellegrino”

  1. “nessuno fra i morti se ne va completamente, così come fra i vivi nessuno ci sarà mai del tutto.”
    (Carmen Pellegrino – Cade la Terra)

  2. “E infatti è una pazzia credere che basti aggrapparsi a chi è restato. È anzi vero il contrario. Sediamo presso i morti che ci divengono così cari, ne ascoltiamo le parole il cui senso abita in noi e non dobbiamo far altro che riconoscerlo.”
    (Carmen Pellegrino – Cade la terra)

  3. “Provava una gran pena per tutti quegli apatici che vivevano nelle tenebre della rassegnazione. La sera,
    all’osteria, li passava in rassegna uno per uno, mentre affogavano nel vino l’odio contro lo Stato e la Chiesa – colpevoli entrambi delle loro pance vuote; tutti però trascorrevano lenti e inesorabili come i loro giorni inaccaduti. Qualche volta si sorprendeva a guardarli in tralice, ma quelli comunque non battevano ciglio. Erano come dissolti, spariti dalla terra il giorno stesso in cui erano nati. Ciononostante si perpetuavano nei figli, ripetendosi in eterno.”
    (Carmen Pellegrino – Cade la Terra)

  4. “Ciò che sua moglie ignorava era che lui viveva nell’avvenire, il presente non lo riguardava, e d’altra parte era proprio per questo che non aveva concluso granché nella sua esistenza, per non sentirsi addosso il peso della conservazione di cose per le quali non nutriva il minimo interesse”
    (Carmen Pellegrino – Cade la Terra)

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