Consigli di Scrittura per Esordienti – 3. Scrivere un buon libro

Consigli di Scrittura per Esordienti

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3. Scrivere un buon libro

Vi siete svegliati nel bel mezzo della notte con un’idea geniale in testa. O semplicemente avete vissuto un’esperienza importante e la volete raccontare. È un buon punto di partenza, ma il romanzo non si scriverà da solo.

Tanto per cominciare, sarebbe bene lasciare andare la fantasia a briglia sciolta: fare una passeggiata, andare al cinema o in libreria o al bar per distrarsi. Lasciate decantare quell’idea a lungo, se dopo qualche giorno la troverete ancora lì ad aspettarvi e non vi sembrerà una sciocca banalità, allora forse avete davvero avuto la giusta intuizione.

Un romanzo si compone di tante parti complementari fra loro: dovrete scegliere i personaggi e le loro caratteristiche fisiche e comportamentali, gli ambienti in cui si svolge la trama, luoghi e tempo, e un’infinità di cose a cui non avevate neppure immaginato di dover pensare. La buona notizia è che dovete inventare tutto voi: se avete scelto di ambientare la vostra storia in un ospedale o in una caserma, nessuno verrà a dirvi come dovrà essere il colore alle pareti, lo deciderete voi perché è il vostro romanzo. Ma…

Sindrome da foglio bianco.

Dopo il primo momento di ebbrezza, vi apprestate a scrivere il primo capitolo e in voi si scatena un immotivato attacco di panico! Ma non temete, passerà: è la sindrome da foglio bianco. E, se vi può consolare, capita a tutti, prima o poi. La sua durata ha tempi variabili e può ripetersi più volte durante la prima stesura, questo dipende anche dal modo che avrete di affrontarlo e se riuscirete a rendere questo momento di ansia, produttivo ai fini che vi siete proposti. Il momento in cui non saprete come approcciarvi alla scrittura, il primo rigo della prima pagina assoluta, è quello buono per buttar giù i vostri pensieri anche in maniera sconnessa. Il segreto che dovete tenere a mente è che difficilmente le prime parole che scriverete costituiranno l’incipit del vostro romanzo. Probabilmente quello lo definirete soltanto dopo aver completato la prima stesura. Perché spesso l’idea che ci siamo fatti di ciò che scriveremo non coincide con ciò che scriveremo effettivamente. La storia si stravolgerà fra le nostre dita mentre ancora la stiamo componendo, ci stupirà, confonderà, spaventerà. A un certo punto penseremo anche che si stia componendo da sola e che le nostre battute sulla tastiera avvengano in modo involontario, come guidate da una forza superiore. È il momento in cui il nostro inconscio corre più veloce della mente e arriva al foglio senza interpellarci. Se arriverete a questo punto, avrete superato la sindrome da foglio bianco e se vi si dovesse ripresentare, saprete come scansarla.

Un metodo utile, se proprio non riuscire a scrivere una parola, è fare ricerche.

Ricerche.

Che stiate scrivendo un romanzo storico o uno contemporaneo o ancora un romanzo fantasy, ciò che scrivete deve essere credibile. Come detto prima, nessuno può rimproverarvi se descriverete una caserma con le tende alle finestre, ma sarà meglio che siate informati sulla seta utilizzata per cucire i paracaduti durante la seconda guerra mondiale perché è più probabile che in una caserma si ricicli questo tipo di tessuti e non un macramè. La credibilità è ciò che darà al vostro lettore la possibilità di immedesimarsi appieno e lasciarsi trasportare dalla lettura senza essere attanagliato da atroci dubbi che lo distrarrebbero o porterebbero a chiudere il libro. Rendere credibile ogni dettaglio è anche un atto di rispetto nei confronti del lettore, e chi vi scrive a questo ci tiene molto. Vi stupiranno, inoltre, le competenze che riuscirete a far vostre negli ambiti più impensati.

Per le ricerche vanno bene le biblioteche, se vi interessano dettagli di ampio respiro, altrimenti potranno bastare i motori di ricerca (google.it), wikipedia, ecc…

Ambiti e Competenze.

Un consiglio molto gettonato è: scrivere di ciò che si conosce. Questo vale per ogni aspetto del vostro romanzo, ambienti, personaggi, epoche e luoghi. Non parlate di un malattia che non avete mai sperimentato di persona, o un luogo del mondo in cui non siete mai stati (lasciate perdere l’esempio di Salgari!). non ambientate le vostre storie a New York, Parigi o Singapore se non ci avete vissuto e siete quindi in grado di descrivere nel dettaglio luoghi e consuetudini, scrivete piuttosto del paese di montagna in cui è cresciuto vostro nonno dove da piccoli andavate a trascorrere le vacanze estive. Soprattutto perché sarà più interessante per il lettore. Se io volessi leggere una storia ambientata a Tokio, comprerei un libro di Banana Yoshimoto, non quello di Pinco Pallino nato e cresciuto in Brianza. Se invece Pinco Pallino è stato in vacanza a Tokio e scrive un romanzo in cui il suo protagonista va in crociera a girare il Giappone, allora è un altro discorso e ne possiamo parlare.

Letture.

Elemento imprescindibile per chi vuole scrivere un buon libro (quante volte l’avete sentito?) è LEGGERE LEGGERE LEGGERE. A meno che non stiate producendo la lista della spesa, se scrivete per qualcun altro sappiate che non sarete mai dei buoni scrittori se non siete prima dei buoni lettori. Leggete quello che vi pare, ma leggete. C’è un sacco di roba gratis su internet, ci sono su Facebook gruppi di lettura che si scambiano file, ci sono su Amazon gli estratti dei romanzi così da poter decidere se un libro fa per noi oppure no. Insomma, non avete scuse! Ma va detto che uno scrittore che legge per scrivere è diverso, profondamente, da un lettore che legge per svago. Per la stessa ragione per cui chi ama leggere gialli non per forza saprà scriverne, o chi ama i film di fantascienza magari non vorrà leggere un distopico. Basti sapere che chi si appresta a scrivere, può trovare ottimi spunti nella lettura. Pertanto, se vogliamo scrivere la nostra ultima storia d’amore (perché ci siamo conosciuti in modo “particolare” e ci sembra così bella e diversa da tutte le altre che non ne possiamo fare proprio a meno), andiamo su Amazon Libri, Ibs e compagnia e leggiamo le classifiche dei romanzi rosa più venduti. Poi scarichiamo gli estratti e cerchiamo di capire lo stile dell’autore. Si tratta di semplice Benchmarking, si fa in qualunque altro ambito, la produzione letteraria non sfugge alla regola.

Da Wikipedia: “Con benchmark o, più spesso e coerentemente con la voce inglese “benchmarking”, in economia si intende una metodologia basata sul confronto sistematico che permette alle aziende che lo applicano di compararsi con le migliori e soprattutto di apprendere da queste per migliorare”

La definizione credo dica già tutto.

Rileggere.

Anche qui, sembra superfluo dirlo, ma se non va a voi che lo avete scritto, di leggere e rileggere più e più volte il vostro romanzo, come potete anche soltanto pensare che a qualcun altro verrà voglia di farlo? È vero, non bisogna innamorarsi della storia, dei personaggi, dello stile, si dovrebbe riuscire a essere obiettivi per notare quello che andrebbe migliorato, ma si deve essere certi di avere scritto qualcosa di molto bello, che sarà un piacere per gli occhi e la mente, che rispetti il lettore, che sia privo di refusi (senza trincerare dietro questo vocabolo le lacune linguistiche. Un refuso una volta si può perdonare, ma se si ripete con costanza non è un refuso, è un errore!). e non siate lavativi “tanto poi lo correggerà l’editor” perché per avere un editor che corregga i vostri refusi significa che avete già convinto qualcuno a pubblicarvi e investire sul vostro testo. Difficilmente qualcuno investirà su un romanzo pieno di errori. Se pure ci si trovasse davanti a un capolavoro assoluto, l’idea non è nulla senza le competenze. Meglio studiare prima di presentare un testo, per accertarsi che il fruitore non vi maledica per il tempo che gli state facendo perdere.