Consiglio di Lettura (Anita)

I Libri che ho amato (2016)

Consiglio di Lettura

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Da quando abbiamo aperto il blog, Daniela e io, ci siamo immerse in letture che mai avremmo immaginato.

Sapevamo già di amare la narrativa, i thriller, le storie d’amore, ma abbiamo scoperto ottimi saggi, romanzi erotici, libri di cucina, compreso che la letteratura non ha confini e che un buon libro è buono e basta. Senza se. Senza ma.

Adesso dobbiamo tirare le somme: dopo una media di 10 libri al mese in questa prima metà dell’anno, vogliamo condividere con chi ci legge quali sono stati i romanzi che ci hanno attraversato, colpito, frugato l’anima come lama di coltello.

Siamo diverse, Daniela e io, pertanto occorre fare due post separati, perché le classifiche non coinciderebbero e perché passeremmo giorni, settimane forse, a discuterne con caparbietà ma senza la presunzione di far cambiare idea all’altra. Ecco che passerebbero mesi e alla fine non scriveremmo più l’articolo.

Inizio io ma devo premettere una cosa importante: adoro letteralmente la scrittura femminile!

Dunque leggo indipendentemente dal genere dell’autore e del protagonista ma finisco sempre con l’amare visceralmente i romanzi femminili. Per me la women’s fiction ha una grande peculiarità: si abbandona all’anima. Raramente trovo autoreferenzialità nella scrittura delle donne, scopro sempre invece un senso di appartenenza a una metà di cielo che già sento mia, ma così di più. Questo pur apprezzando molto lo stile di tanti autori che infatti citerò.

Quest’articolo vorrebbe essere, senza pretesa alcuna, un invito alla lettura. Soprattutto d’estate mi piace consigliare agli amici i libri che mi sono rimasti nel cuore perché la bellezza va condivisa, come per le opere d’arte: se una cosa ci piace, vogliamo che piaccia a tutti gli altri!

L’ordine è casuale, non è una classifica in senso stretto e non ci sono voti ma soltanto sensazioni.

 

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Alento è un borgo abbandonato che sembra rincorrere l’oblio, e che non vede l’ora di scomparire. Il paesaggio d’intorno frana ma, soprattutto, franano le anime dei fantasmi che Estella, la protagonista di questo intenso e struggente romanzo, cerca di tenere in vita con disperato accudimento. Voci, dialoghi, storie di un mondo chiuso dove la ricchezza e la miseria sono impastate con la stessa terra nera. Capricci, ferocie, crudeltà, memorie e colpe di un paese condannato a ritornare alla terra. Come tra le quinte di un teatro ecco aggirarsi un anarchico, un venditore di vasi da notte, una donna che non vuole sposarsi, un banditore cieco, una figlia che immagina favole, un padre abile nel distruggerle.

 


Le Streghe di Lenzavacche di Simona Lo Iacono Edizioni E/OLe streghe di Lenzavacche vennero chiamate nel 1600 in Sicilia un gruppo di mogli abbandonate, spose gravide, figlie reiette o semplicemente sfuggite a situazioni di emarginazione, che si riunirono in una casa ai margini dell’abitato e iniziarono a condividere una vera esperienza comunitaria e anche letteraria. Furono però fraintese, bollate come folli, viste come corruttrici e istigatrici del demonio. Secoli dopo, durante il fascismo, una strana famiglia composta dal piccolo Felice, sua madre Rosalba e la nonna Tilde, rivendica una misteriosa discendenza da quelle streghe perseguitate. Assieme al giovane maestro Mancuso si batteranno contro l’oscurantismo fascista per far valere i diritti di Felice, bambino sfortunato e vivacissimo.


  • Mescolo tutto Yasmin Incretolli

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    Maria è un’autolesionista di dicianove anni. Chus un teppistello di venti. Lei vive in un rione romano assieme alla madre alcolizzata; lui arriva dall’Argentina. Si incontrano fra i banchi di scuola: comincia come un’infatuazione, continua come un gioco a base di parafilie, diventa ben presto una reciproca dipendenza.

    Quando Chus abbandonerà gli studi chiudendo la loro relazione, Maria si darà alla fuga verso il nord del paese, incontrando bizzarri personaggi, tra cui una troupe di ricchi viziati che libererà la sua propensione all’estremo.

    Mescolo tutto è un romanzo d’esordio che colpisce duro, dove una lingua figlia di Burroughs è al servizio di un lancinante bisogno di tenerezza.

    Yasmin Incretolli è nata a Roma nel 1994. Questo è il suo primo romanzo.

 


  • Lo Strano Viaggio di un oggetto smarrito

    copIl mare è agitato e le bandiere rosse sventolano sulla spiaggia. Il piccolo Michele ha corso a perdifiato per tornare presto a casa dopo la scuola, ma quando apre la porta della sua casa nella piccola stazione di Miniera di Mare, trova sua madre di fronte a una valigia aperta. Fra le mani tiene il diario segreto di Michele, un quaderno rosso con la copertina un po’ ammaccata. Con gli occhi pieni di tristezza la donna chiede a suo figlio di poter tenere quel diario. Lo ripone nella valigia, promettendo di restituirlo. Poi, sale sul treno in partenza dalla banchina. Sono passati vent’anni da allora. Michele vive ancora nella piccola casa dentro la stazione ferroviaria. Addosso, la divisa di capostazione di suo padre. Negli occhi, una tristezza assoluta, profonda e lontana. Perché sua madre non è mai più tornata. Michele vuole stare solo, con l’unica compagnia degli oggetti smarriti che vengono trovati ogni giorno nell’unico treno che passa da Miniera di Mare. Perché gli oggetti non se ne vanno, mantengono le promesse, non ti abbandonano. Finché un giorno, sullo stesso treno che aveva portato via sua madre, incastrato tra due sedili, Michele ritrova il suo diario. Non sa come sia possibile, ma Michele sente che è sua madre che l’ha lasciato lì. Per lui. E c’è solo una persona che può aiutarlo: Elena, una ragazza folle e imprevedibile come la vita, che lo spinge a salire su quel treno e ad andare a cercare la verità. E, forse, anche una cura per il suo cuore smarrito. Salvatore Basile ci regala una favola piena di magia, emozione e speranza. Una nuova voce italiana indimenticabile, che disegna un sorriso sul nostro cuore.


  • Le fragili attese Mattia Signorini

    downloadQuesta è la storia della Pensione Palomar, un vecchio stabile a due piani nel quartiere periferico di una grande città. Osservandola dalla strada, incastrata tra due palazzi, sembra appartenere a un tempo che non è più. È la storia di Italo, il proprietario, che a quasi ottant’anni ha deciso di chiudere per sempre. Osserva passare gli ultimi giorni seduto dietro al bancone, mentre rilegge vecchie lettere d’amore scritte da una ragazza negli anni Cinquanta. È anche la storia dei suoi ultimi ospiti: Guido, un professore d’inglese che deve insegnare a parlare a una bambina muta; Lucio Ormea, un uomo alla ricerca del padre che non vede da quando era piccolo; il generale in pensione Adolfo Trento, convinto che la soluzione di ogni pace stia nella guerra; Ingrid, un’arpista con il polso spezzato che lavora come cassiera al supermercato e di notte si accompagna a uomini conosciuti per caso; e infine la domestica Emma, che ha fatto della Pensione Palomar la sua casa da ormai troppo tempo. Sono tutte persone ferme ai margini di un mondo che corre troppo veloce, in attesa che arrivi qualcosa, forse un treno che li porti via, verso una direzione qualsiasi, prima che sia troppo tardi.


  • Ms Kalashnikov di Wu Ming 5 e Francesca Tosarelli

    mskalashnikovUn libro sulle donne, per una volta non vittime ma combattenti, che hanno scelto un percorso di resistenza e non hanno smesso di vivere e di sognare. Una narrazione serrata, che concede molto poco alla fiction e che respira con il reale, con l’esperienza vissuta, toccata, percepita.

    Ms Kalashnikov è il racconto tutto in presa diretta di una giovane fotografa di guerra che esce dalla comfort zone del quotidiano e porta il suo corpo sul campo, in diversi angoli del pianeta, per ascoltare e darci la possibilità di ascoltare le voci di altre donne.
    Da Capo Verde al confine tra Libano e Siria, alla Repubblica democratica del Congo, il viaggio di F. finisce in un continente depredato prima dal colonialismo e ora dalla globalizzazione, nelle zone devastate dalla violenza della lotta civile o della guerriglia, nei luoghi del mondo che sfruttiamo ogni giorno mentre viviamo le nostre comodità mai in discussione.
    F. vuole vedere e scoprire con i suoi occhi un mondo altro, senza più tutti i filtri di una cultura dominante. Lo fa accompagnando in mare i pescatori capoverdiani che non hanno più niente a pescare; lo fa improvvisando passi di batuque con le raccoglitrici di sabbia dell’isola costrette, per sopravvivere, a devastare le spiagge ormai ridotte a ciottoli; lo fa incontrando le combattenti congolesi del gruppo ribelle Mai Mai Shetani.
    Storie toccanti, di donne che amano, sognano, ballano, si truccano, e al tempo stesso si ribellano, lottano, uccidono.

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La storia di un uomo – prima contadino, poi operaio, infine gestore di un bar-drogheria in una città della provincia normanna – raccontata con precisione chirurgica, senza compatimenti né miserabilismi, dalla figlia scrittrice.
La storia di una donna che si affranca con dolorosa tenerezza dalle proprie origini e scrive dei suoi genitori alla ricerca di un ormai impossibile linguaggio comune.
Una scrittura tesissima, priva di cedimenti, di una raffinata semplicità capace di rendere ogni singola parola affilata come un coltello.
Il posto è un romanzo autobiografico che riesce, quasi miracolosamente, nell’intento più ambi­zioso e nobile della letteratura: quello di far assurgere l’esperienza individuale a una dimensione universale, che parla a tutti noi di tutti noi.


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Sulla caviglia dello stivale Italia, là dove sta l’osso pezzillo, nasce il nostro eroe, Isidoro Sifflotin. Nella casetta di Mattinella, che sta su da trecento anni e “non crollerà mai”, il prodigioso guagliunciello Isidoro affina una dote miracolosa, ricevuta non si sa come da Quirino – il padre strabico, poetico e comunista – e da Stella, la mamma pastaia. Qual è questa dote? La più semplice: Isidoro sa fischiare, e fischia in modo prodigioso. Con il suo inseparabile merlo indiano Alì dagli sbaffi gialli, e l’aiuto di una combriccola stralunata, crea una lingua nuova, con tanto di Fischiabolario, e un messaggio rivoluzionario comincia magicamente a diffondersi. Proprio quando il progetto di un’umanità felice e libera dal bisogno sta per prendere forma, succede qualcosa che mette sottosopra l’esistenza di Isidoro. “Tutto quello che cresce si separa”: con addosso questo insegnamento di mamma Stella, Isidoro, ormai ragazzo, scopre Napoli e si imbatte, senza neanche rendersene davvero conto, in un altro linguaggio prodigioso e muto: quello dell’amore.

È come se il fischio di Enrico Ianniello chiamasse a raccolta intelligenza del cuore, miracoli dell’immaginazione, gioia dell’invenzione. Isidoro Sifflotin è un sicuro amico di tutti i buoni lettori. Un appuntamento irrinunciabile.

“Chi non ha sofferto, canticchia. Chi ha sofferto, canta!”

 


arton144372Una sorella in crisi e un nipotino con uno spiccato gusto per l’arte splatter. Un padre ingombrante, saggista di chiara fama che, tra un talk-show e l’altro, rimane genitore impeccabile. Un lavoro di pubblicitario svuotato di qualunque dimensione etica. Inizia così la tragicomica avventura di Vittorio in compagnia dell’ansia, proprio quando si ritrova a curare la campagna di comunicazione per un rinomato quanto discutibile psicoterapeuta di estrazione lacaniana. Su consiglio di Claudia, nuova fiamma e aspirante psicologa, il giovane inizia un percorso di analisi dagli esiti grotteschi. Il risultato letterario è una satira feroce e attualissima.


Sono felice di poter confermare che si pubblicano ogni anno tanti libri bellissimi.

Bisogna saper scegliere e in questo le recensioni possono dare un grande aiuto.

Commentate scrivendoci quali sono i libri che avete amato di più, classici o novità, e ne parleremo insieme.

Vi auguro buone vacanze e buone letture ovunque andrete,

Anita