Girl gang, di Ashley Little

girl gang

Girl gang

di Ashley Little

Ed. Unorosso

Trama

Girl Gang è la storia drammatica di una banda di donne-adolescenti ambientata nella città di Vancouver, chiamate Black Roses, alias “il peggior incubo della città”.

Mac, il leader auto-nominato e mente del gruppo; Mercy, la principessa punjabi con una speciale abilità per il furto; Kayos, ragazza madre, fuggiasca dalla scuola e dalla famiglia con una figlia avuta all’età di soli tredici anni; Sly Girl, scappata dalla riserva First Nations in cerca di una vita migliore, finendo invece per trovare solo depravazione e dipendenza; Z, sedici anni, maestra di graffiti e murales, anticonformista.

Persone emarginate e frutto di una società canadese degradata e tradizionale, le cinque ragazze si gettano nel mondo ad occhi bendati: terrorizzano Vancouver con freddezza e furiosa velocità, facendo terra bruciata attorno a loro per cercare il modo di cancellare il loro passato doloroso. Con il nome di Black Roses, rubano bancomat, cucinano metanfetamina e crack, e si battono selvaggiamente contro chiunque osi far loro del male. Decise e senza nulla da perdere, combattono contro l’oscurità, la solitudine e la violenza che le circonda.

Narrato in prosa diretta, innovativo, vivace e senza pause, Girl Gang è un pugno di carta e parole in pieno volto, è un ritratto urlante dipinto con la vernice spray, che rappresenta la cultura delle bande urbane. Questo nuovo romanzo della giovane ma talentuosa Ashley Little (per la prima volta tradotta in italiano) è una storia brutale e senza crismi, un racconto di ragazze perdute che lottano per il potere, per avere voce, per trovare speranza.

Recensione

Un gruppo di ragazze ancora adolescenti, cresciute in famiglie naturali, acquisite o affidatarie, benestanti o formate da ladri, drogati, prostitute o altro, si lasciano trascinare e trascinano altre coetanee nello squallore di ogni vizio e, tutte assieme, riescono a fronteggiare quel mondo che le aveva dominate: le potenti bande rivali maschili.

L’autrice descrive con minuzia il baratro in cui precipitano le sue eroine e, attraverso un susseguirsi di situazioni sconvolgenti per il lettore, ignaro della portata del degrado di quell’ambiente, riesce a fargli desiderare di giungere alla fine per scoprire dove questa scelta di vita le porterà.

Le due amiche intime, Mercy e Mac, decidono di abbandonare la banda che le aveva fatte crescere per mettersi in proprio. Mercy è un’indiana sedicenne ex scout girl ora specializzata nel furto di macchine, grazie agli insegnamenti del padre su tutto quanto abbia attinenza con le macchine; Mac, non ancora diciottenne, oramai esperta grazie agli insegnamenti dello zio Hank, uno dei membri più importanti della potente banda dei Lucifer’s Choice e titolare di un laboratorio di tatuaggi, è l’ideatrice e leader del gruppo che andranno a formare.

Per realizzare il loro sogno, decidono di arruolare altre tre ragazze e nella loro ricerca incontrano la quindicenne Kayos, ex compagna di scuola, ragazza madre di una bambina di tre anni avuta dal patrigno Roger, che fugge la famiglia benestante e che finisce per diventare una spietata killer. Arruolano anche Sly, una tredicenne  dalla faccia deforme proveniente dalla riserva indiana di Alberta, consumatrice e spacciatrice di crack e di qualsiasi altra sostanza che abbia attinenza con la droga, e la bella cinese Z, l’ultima arrivata, geniale writer di graffiti, molto attiva nel tappezzare la città con i suoi murales cinesi che fa innamorare Mac, diventandone l’amante.

Una banda per gioco, per divertimento, con ogni componente che si scegli un nome d’arte; una gang di sbandate minorenni o da poco adulte, ciascuna con la propria storia, con i propri valori, e tutte dedite alla droga, che finiscono per diventare assassine, ognuna a modo suo.

Il sogno delle cinque ragazze di terrorizzare la città con la loro Black Roses si infrange di fronte alle circostanze avverse che dimostrano loro quanto sia crudele e invincibile il mondo che pensavano di dominare, finendo per riportarle al punto di partenza e farle soccombere a un destino diverso da quello che avevano immaginato.

Questo libro è raccontato dalle protagoniste, ognuna con la propria voce, a comporre un coro piacevole, nonostante la crudità del linguaggio che ben rappresenta l’ambiente cinico e  crudele in cui vivono e in cui cercano di realizzare il loro sogno di dominare e terrorizzare la città.

Ashley Little proietta il lettore in un mondo che conosce soltanto regole legate all’ambiente in cui si proiettano i personaggi. Trovare il corpo di un bambino in un cassonetto di rifiuti e abbandonarlo per andare alla ricerca di qualcosa che sostituisca le scarpe che qualcuno ti ha rubato di notte e con l’unico pensiero di procurarsi la droga, è uno degli episodi che ben rappresentano lo squallore di quel mondo.