“La Confraternita delle Ossa” Paolo Roversi (Marsilio)

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Descrizione dal sito dell’editore:

Milano, 2002. Molti misteri s’intrecciano sotto la Madonnina. Tutto comincia quando un noto avvocato viene assassinato in pieno giorno nella centralissima piazza dei Mercanti: prima di morire, però, l’uomo traccia uno strano simbolo col proprio sangue… Da qui parte una complicata indagine che porterà Enrico Radeschi, giovane aspirante giornalista nonché hacker alle prime armi, a indagare, insieme allo scorbutico vicequestore Loris Sebastiani, su una misteriosa confraternita che trae ispirazione da san Carlo Borromeo e persegue un disegno spietato per ristabilire l’ordine morale in una società giudicata corrotta. A quello dell’avvocato seguiranno altri omicidi o presunti tali, come l’inquietante schianto di un aereo contro il grattacielo Pirelli. Nel frattempo, una conturbante femme fatale, soprannominata “la Mantide” dagli inquirenti, seduce e uccide giovani ragazzi nei giorni di festa, facendone poi sparire i corpi. Chi è la donna misteriosa? E chi la protegge? Qual è il disegno ultimo di questa confraternita millenaria? Cosa si nasconde nei sotterranei del Duomo di Milano e nella cripta di un’altra famosa chiesa milanese? Un thriller mozzafiato e incalzante, scritto con una prosa efficace e immediata.

 

Recensione:

Ho avuto il privilegio di leggere il romanzo in anteprima poiché selezionata per il gruppo “La confraternita dei lettori” e oggi,  pochi giorni dalla sua uscita ufficiale in libreria, sono qui per parlarvene. E ne dirò un gran bene perché è una lettura originale e accattivante da cui è difficile staccare.

Con “La Confraternita delle Ossa” si entra subito nel vivo: la scena con cui si apre il romanzo è di morte.

“La mano lascia un’impronta rossa sulla pietra nuda. Sangue. L’avvocato Giovanni Sommese, membro di uno degli studi più prestigiosi di Milano, si appoggia a una colonna per non cadere. Gli gira la testa e il dolore è indicibile per via del pugnale conficcato nel ventre.”

Siamo a Natale, un periodo dell’anno che nella mente di tutti richiama il calore di un camino e le luci dell’albero addobbato, invece è una Milano buia e di solitudine quella che ci accoglie.

La casa editrice, Marsilio,  è già di per sé una garanzia me soprattutto colpisce il protagonista: Radeschi è un personaggio ironico e il suo sarcasmo condisce la narrazione ed è un perfetto contraltare alle descrizioni di sangue dei ritrovamenti. E’ un giornalista mezzo hacker di ventisette anni che vive in una stanza in affitto con altri studenti fuorisede e gira su una vespa gialla:

Come no. Avrai uno scoop che il Watergate a confronto sarà una barzelletta, una storiella ridanciana per signore imbolsite del Clackmannanshire su cui disquisire mentre si prende il tè.”

Bastiani, invece, è un uomo d’un pezzo, integerrimo vicequestore esperto di vini che mette il lavoro sempre al primo posto:

“Loris Sebastiani, però, non ci bada. Il romanticismo non fa per lui. Anzi, è concentratissimo nel fingere di studiare con attenzione l’etichetta della bottiglia di Lagrein della cantina Kellerei di Bolzano, nel disperato tentativo di ricordare il nome della ragazza che gli sta seduta di fronte.”

La scrittura di Paolo Roversi è svelta e trascina il lettore negli ambienti dell’indagine in maniera così realistica da sentirsi parte integrante della scena. La Milano e tutti i luoghi del romanzo sono permeati di storia e cultura del tempo in cui è ambientato: siamo nel 2002, si fuma ancora nei locali,

“Quando si decideranno a vietare di fumare nei luoghi pubblici anche da noi, come in tutti i paesi civili? “

Una confraternita segreta e un simbolo disegnato col sangue rendono la miscela irresistibile.

Se siete curiosi di conoscere meglio Enrico Radeschi, potete anche seguirlo sulla sua pagina Fb:

https://www.facebook.com/enricoradeschi/?fref=ts

o seguire il mio consiglio e correre ad acquistarlo:

Scrittore. Sceneggiatore. Podcaster

 

Anita