La passeggera – di Daniela Frascati

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La passeggera 

di Daniela Frascati

Scrittura e Scritture Edizioni

Dal sito dell’editore:

1914. Il transatlantico Il Paradiso naviga verso il Nuovo Mondo. A bordo, tra i passeggeri di ogni rango sociale, stipata nella terza classe, spicca da subito Aquilina per gli strani poteri di cui sembra essere dotata. Ma non è lei l’unico pensiero dell’integerrimo capitano Zocalo. Sul piroscafo, infatti, scoppia una improvvisa epidemia dalle cause sco- nosciute persino al medico di bordo, Nerio Ferrer. Inoltre, viene denunciata la scomparsa di un uomo che, dal racconto del suo accompagnatore, aveva fatto espressa richiesta di cenare al tavolo di Marie Verdier, una francese che viaggia in seconda classe con il marito. L’incontro tra il capitano e la francese si rivela potente almeno quanto la tempesta nella cui balìa cade la nave. Nessuno forse aveva colto il presagio di una traversata difficile nelle decine di gabbiani agonizzanti schiantatisi sul ponte della nave durante il passaggio nello stretto di Gibilterra. Quando una cameriera mostrerà al capitano le piume nere disseminate nella cabina di Aquilina, il legame tra i suoi misteriosi poteri e quei fenomeni comincia ad assumere contorni inaspettati. Superstizioni, paure, sogni e passione renderanno il lettore ostaggio di questo intenso romanzo d’atmosfera.

Recensione

La passeggera, di Daniela Frascati, è un libro che ti avvolge. Non riuscivo, non volevo smettere di leggerlo. La storia raccontata è a cavallo tra l’horror e il fantasy, tra la realtà delle passioni e della compassione, e la realtà dell’orrore, della supposta supremazia della classe borghese. Contrappone gli sfarzi delle feste alla miseria dell’animo umano.

È una storia che muta di continuo, la percezione della realtà è una patina e il lettore si addentra sempre di più nella vera essenza dei protagonisti, così come nei meandri del ventre della nave.

“Quella marmaglia della terza classe era un ingombro, una sventura, non solo per la nave, ma per i destini della civiltà. Un’eccedenza umana che le nazioni si rimpallavano una con l’altra.”

Si scoprono verità nascoste, cattiverie, torture, sevizie, ma anche la profonda umanità di alcuni personaggi, tuttavia impotenti e incapaci di reagire. Non c’è pagina che non lasci con il fiato sospeso in un susseguirsi di colpi di scena, via via che la verità si disvela.

“Non è vero che il tempo non torna indietro, è tornato indietro, è qui con me, ma sta vivendo lo stesso dramma di allora.”

Leggere questo romanzo mi ha riportato ad altri grandi autori, a Stephen King, che riesce a far coesistere la normalità con l’assurdo, e anche a E.A.Poe, La maschera della morte rossa. I passeggeri della nave sono in balìa di strani fenomeni inspiegabili. C’è una malattia, una febbre che uccide in poco tempo chiunque la contragga, ma ancora peggiore è la pazzia degli uomini, che credono di poterla sconfiggere e si ergono a dèi, decidendo chi ha il diritto di vivere e chi no. Quasi tutti nascondono un segreto, più o meno oscuro. E la piccola Aquilina, incapace di comprendere se stessa e il mondo, diventa l’incarnazione del male per il suo essere diversa e non saper comunicare, non potersi difendere.

“Ci sono esseri che costruiscono castelli di sabbia ed esseri che li abitano. Entrambi si nutrono della stesa pazzia.”

Se vi piace il genere ve lo consiglio. Il finale mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca, non è come speravo, ma è certamente in linea con la storia e un finale diverso avrebbe, forse, stonato.

Daniela