L’eleganza del riccio

L’ eleganza del riccio

Autore: Barbery Muriel

Prezzo di copertina: € 18,00

Editore: E/O  (collana Dal mondo)

Sinossi:

Parigi, rue de Grenelle numero 7. Un condominio di lusso con appartamenti da quattrocento metri quadri, abitato da facoltose famiglie dell’alta borghesia. la portinaia Renée, assiste dalla sua guardiola allo scorrere delle vite superficiali e vacue dei condomini, sforzandosi di non sfuggire all’idea della portinaia classica: grassa, sciatta, scorbutica e teledipendente. Invece, all’insaputa del mondo, Renée è un’autodidatta colta e intelligente, che nutre l’anima di arte, musica e filosofia, e conosce, come pochi, la cultura giapponese. Ma tutti nel palazzo ignorano le sue raffinate conoscenze, perché lei vuole essere vista (e lasciata vivere in pace) come una qualunque portinaia. Paloma è la figlia di un ministro ottuso; un piccolo genio di dodici anni, brillante ma stanca di vivere, che ha deciso di suicidarsi il giorno del suo tredicesimo compleanno. Ha già programmato ogni dettaglio, ma fino a quel giorno, continuerà a fingere di essere una studentessa mediocre, un’adolescente apatica come tutte le altre, mentre in segreto osserva attenta l’ambiente che la circonda. Due personaggi in incognito, quindi, diversi eppure accomunati dallo sguardo ironicamente disincantato, che ignari l’uno dell’impostura dell’altro, si incontreranno solo grazie all’arrivo di monsieur Ozu, un ricco giapponese, il solo che saprà smascherare Renée.

Biografia:

Muriel Barbery è autrice del bestseller internazionale L’eleganza del riccio (EO, 2007) e di Estasi culinarie (EO, 2008). Ha vissuto a Kyoto, Amsterdam e Parigi e attualmente vive nella campagna francese.

Il romanzo in una frase: L’apparenza inganna!

Recensione:

Questo libro apre la mente. È un romanzo scorrevole, bello da leggere e da immaginare. I personaggi, delineati con cura, a volte un po’ troppo farciti di stereotipi e cliché (come la perdonabile categorizzazione fra ricchi e poveri), si fanno conoscere e amare per quello che sono al di fuori delle convenzioni sociali. Renée, Paloma e, in maniera più marginale, monsieur Ozu stringono un patto mai detto, loro si comprendono e a conoscenza di questo segreto è anche il lettore che nella narrazione segue gli eventi con empatia. I personaggi vivono al margine del condominio, che poi rappresenta la società, e sopravvivono alleandosi l’un l’altro. Paloma e Renée, in particolare, sono l’una il riflesso dell’altra: Paloma sta crescendo e vorrebbe, come ogni adolescente, cambiare il mondo che le va tanto stretto; Renée le farà comprendere che ci si può ricavare un angolo nel mondo senza bisogno di stravolgerlo, preservando la propria intima consapevolezza grazie alla superficialità dello sguardo altrui che si posa e si accontenta dell’apparenza delle cose. L’autrice ha una vasta cultura sui temi trattati anche all’interno della narrazione: i riferimenti culturali alla musica al cinema e alla letteratura sono sparsi ovunque con sapienza e senza autoreferenzialità.

Infine, già nel titolo si esplica il cuore morbido del romanzo: il riccio ha una corazza dura, gli aculei pungono chi osa sfiorarlo ma si tratta soltanto di una difesa perché l’animo è gentile ed elegante e il muso dolce e tenero.

3 Risposte a “L’eleganza del riccio”

  1. Tutti noi non affrontiamo forse la vita come fosse un servizio militare, tirando avanti nell’attesa del congedo o della battaglia?
    Muriel Barbery
    dal libro “L’eleganza del riccio” di Muriel Barbery

  2. Dove si trova la bellezza? Nelle grandi cose che, come le altre, sono destinate a morire, oppure nelle piccole che, senza nessuna pretesa, sanno incastonare nell’attimo, una gemma di infinito?
    Muriel Barbery
    dal libro “L’eleganza del riccio” di Muriel Barbery

  3. La musica non è solo un piacere per le orecchie, come la gastronomia lo è per il palato e la pittura per gli occhi. Se la mattina ascolto un po’ di musica è per un motivo molto banale: dare alla giornata la sua giusta intonazione.
    Muriel Barbery
    dal libro “L’eleganza del riccio” di Muriel Barbery

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