“Di niente e di nessuno” di Dario Levantino

 

di niente e di nessuno
di niente e di nessuno

Di niente e di nessuno

di Dario Levantino

Fazi Editore

Recensione

Una premessa è doverosa: sono cresciuta a Palermo.

Per me, dunque, è stato naturale immergermi nelle descrizioni dell’autore, ritrovarmi negli intercalari e ritrovare le atmosfere dei luoghi e delle case. Eppure, questo è un romanzo che piacerà a molti. Ha in sé la freschezza della scrittura che si contrappone alla violenza dei rapporti negli spogliatoi dopo le partite a calcio, alla crudezza degli insulti e delle rivelazioni che fanno crescere. E ancora alla fragilità dei legami familiari, che si sbriciolano quando si squarcia il velo delle apparenze.

Il protagonista si chiama Rosario e vive a Brancaccio, un quartiere popolare e periferico della bellissima e contraddittoria Palermo. Ha un padre assente, che vende prodotti energetici agli sportivi e una madre che sta a casa a sferruzzare improbabili maglioni di lana.

Rosario la vorrebbe fare felice, ancora di più quando scopre i tradimenti del padre e si impegna per realizzare il suo sogno e giocare, come il nonno di cui porta il nome, nella squadra di calcio in cui faceva il portiere.

Rosario è in una fase delicata, di crescita e maturazione, e i ragazzi a quella età crescono facendo a botte, affermandosi nel gruppo, scoprendo l’amore e decidendo da quale parte stare.

Un estratto :

Ma se invece gli anziani del quartiere sentono il tuo nome – nomi che, per intenderci, hanno una certa stagionatura come Turi, Turiddu, Carmelo, Rosario, Rosalia ecc.., allora il primo vecchio che si trova nei paraggi si avvicina a te e, come se avesse visto la Provvidenza, ti dice che lui ha capito: tu non puoi che essere u figghiu ru figghiu ri Turiddu, con il quale inevitabilmente lui ha diviso il pane in guerra o nelle campagne di mandarini.