Non solo libri – Stranger Things (serie tv)

Esistono buone ragioni per rinunciare a leggere e preferire la televisione?

 

Noi di CdL amiamo i libri, ma non solo.

Preferiamo passare le giornate e le serate con un libro, cartaceo o digitale, in mano, ma non disdegniamo film o serie televisive. Abbiamo pertanto deciso che ogni tanto ci concederemo il lusso di parlare di qualcosa che non sia per forza un libro; potrebbe essere una serie tv, un film, una mostra o qualunque altra cosa. Dopo quasi due anni ci sentiamo di poterlo fare senza tradire il nostro spirito, la nostra anima, che è indissolubilmente legata ai libri.

Oggi quindi vi parliamo di Stranger Things, serie tv originale Netflix.

Be’, per chi di voi l’ha vista non c’è molto da dire. Fantastica!

Io la amo perché ha atmosfere molto kinghiane: un gruppo di 4 ragazzi, considerati sfigati, anni ’80, esperimenti su universitari, doni paranormali, il governo che vuol mettere tutto a tacere. Buoni contro cattivi, con qualcosa di ancora più cattivo, che nessuno può realmente combattere. I ragazzini stringono alleanze improbabili.

***attenzione spoiler***

Nella prima stagione abbiamo Will che scompare nel mondo del Sottosopra. Mentre Undici, una ragazzina, scappata da quel mondo, si ritrova con i 3 amici di Will e li aiuta a ritrovare il loro amico. Da notare la loro passione per D&D: già solo per questo sono da amare, IMHO.

E che cosa dire di Steve? Da antipatico per eccellenza, bulletto con capelli molto fighi per quegli anni e assolutamente improponibili adesso, diventa il baby sitter dei ragazzi e decisivo nella loro lotta contro il male. Anche lui ha un cuore e una morale. So far, il mio preferito. Soprattutto nella seconda stagione, quando rinuncia alla ragazza di cui è innamorato e lascia che lei viva la sua storia con Jonathan, con cui è più affine.

Menzione speciale per Winona Rider e Sean Astin, entrambi protagonisti di alcuni film di quando ero piccola. Mi aspettavo che in qualche modo facessero vedere i Goonies, sarebbe stato bello vedere Sean Astin nei due ruoli, anche se la serie è ambientata nel 1984 e il film è uscito nell’85. Anche Sean/Bob è un personaggio minore, ma decisivo. È un buono, all’oscuro della verità, ma che ama veramente Joyce (Winona) e l’aiuta a risolvere un puzzle; lui, cervellone sfigato, un po’ come i protagonisti, che pensa al bene degli altri prima del proprio. Lui, adorabile e indimenticato Sam, senza il quale Frodo non avrebbe sconfitto Mordor, ancora una volta si sacrifica, e purtroppo qui non ci saranno aquile a salvarlo in extremis. Avrei preferito vivesse, ma era prevedibile che morisse, era un personaggio “sacrificabile” e qualcuno di loro doveva morire. Chissà? Magari nella prossima stagione toccherà a uno dei protagonisti.

Mike e Undici:

Ecco, non credo ci sia altro da aggiungere. A me lei in versione dark non piace molto, e sta cosa che perde sangue dal naso ogni volta che usa il potere mi infastidisce (mi ricorda Hiro Nakamura che aveva un tumore), però loro due insieme sono bellissimi. E mi è piaciuto che si baciassero in entrambe le stagioni.

Will è il protagonista, colui attorno cui gira la storia e, soprattutto nella prima stagione, il grande assente. Non lo si vede quasi mai, ma ne parlano di continuo. C’è, ma è in un’altra dimensione, inarrivabile, intoccabile, solo percepibile e immaginabile, per loro che stanno nella storia, e per noi, che la vediamo da fuori.

Mi sono piaciuti molto anche Max e il fratello. Lui cattivo, figo anni ’80 (anche lui inguardabile secondo i canoni odierni), lei scontrosa e sostenuta. Entrambi in cerca di accettazione. Lei la troverà nel gruppo dei 4, lui no, forse nella prossima stagione. Di sicuro lui promette un’evoluzione, sempre che resti nel cast. Non sono andata a vedere se ci sarà una terza stagione né chi ci sarà, ma sarebbe assurdo non proseguire con la storia.

Ah, già, la storia! Non ne ho ancora parlato e non credo che lo farò.

Insomma, Will scompare e i suoi amici lo cercano. La madre è convinta che lui si metta in contatto con lei tramite le luci. Tutti la prendono per pazza, ma ovviamente ha ragione. Ci saranno attriti e litigi tra gli amici, soprattutto a causa di Undici, una ragazzina un po’ particolare e con poteri telecinetici. In questo senso sono rappresentate benissimo le dinamiche di gruppo. I grandi tendenzialmente sono i cattivi da cui difendersi o gli stupidi che non capiscono, mentre i ragazzi sono i più svegli e più pronti a comprendere ciò che avviene. Nella seconda stagione questa distinzione è meno forte.

Meraviglioso il padre di Nancy e Mike che non capisce mai che cosa succede in casa sua, figuriamoci al di là dell’uscio, in un mondo più grande!

Be’, mi rendo conto che questa non è stata propriamente una recensione, ma il fatto è che avevo voglia di parlarne e questo è quello che mi è venuto da scrivere.

Spero almeno di aver incuriosito chi questa serie non l’ha ancora vista. Merita veramente.

Per gli amanti di Stephen King, delle atmosfere anni ’80, degli horror che però non devono fare paura,  i nostalgici di D&D e della musica anni Ottanta (altra menzione d’onore per le musiche) e dei capelli inguardabili. Per tutti quelli che postano sempre cose tipo: noi che non avevamo i cellulari, etc… Ecco, questa è la serie che fa per voi, dove i ragazzi escono e non c’è modo di sapere dove siano; dove vanno in una sala giochi a farsi fuori la paghetta coi videogiochi; dove non ci sono playstation o giochi elettronici in casa, ma giochi da tavolo. Dove i telefono sono ancora attaccati al muro e comunque hanno tutti il filo, e il massimo della tecnologia sono i walkie talkie.

Daniela

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