“Personaggi Precari” di Vanni Santoni (Voland)

personaggi precari
personaggi precari

La precarietà non può essere ridotta a uno slogan dunque ogni personaggio dell’opera contribuisce ad aggiungere un tassello alla grande frammentarietà della tragedia umana. Precario, più che il contratto di lavoro, è l’uomo nella sua totalità. Per raccontarlo all’autore bastano poche righe per ogni personaggio e così porta avanti (a termine no, perché il progetto è per sua natura senza fine) una rappresentazione dell’anima che ci raccoglie tutti. Siamo tutti personaggi precari, in bilico sulle nostre piccole esistenze. Cosa può renderle grandi? La letteratura. Allora gli uomini e le donne stigmatizzati in due/tre frasi diventano eterni e rappresentativi di tutto il genere umano. Un’operazione sottile e geniale, perché la precarietà in cui viviamo non sia banalizzata dal racconto. Vanni Santoni la porta in scena così come è e la rende universale. Non è semplice provare a recensire un libro del genere. Si recensisce da sé, leggendolo, sfogliandolo. Un’umanità intera, piegata dalla vita, dalle speranze disattese, dalla fragilità che nelle donne mi sembra farsi, in pochissime righe per ciascuno, più consistente. Un universo da esplorare, col respiro corto, fra un personaggio e l’altro.

Capita a tutti, in realtà, e viene da pensarlo leggendo PP, di intercettare conversazioni su un autobus, davanti un caffè al bar o in ascensore (ancor di più oggi che tutti parliamo al telefono senza filtri) e di fantasticare sulla vita più o meno squallida di chi parla. Come davanti allo specchio, viene anche da domandarsi come ci vedono gli altri e cosa immaginano di noi quando per un istante li incrociamo e ascoltano una frase spezzata. Ciascuno di noi è tutto lì, in quella frase a metà, captata e presto dimenticata.

Estratto:

Tina

– Cosa provo, ora, per te, “dopo tutto questo tempo”? Uhm, non so, qualcosa come un poderoso, oceanico, lancinante, insopprimibile odio?

Martino

(no, non la vuole, la caramella all’alloro)

Raoul

Da quando ha lo smartphone, ha quest’impressione che esistano due Internet, e deve trattenersi dal controllarle entrambe.

Antonello

“Sarà poi fija mia? È tanto bassotta…”

Fernando

Fernando si è innamorato di una ragazza con gli occhi neri. Innamorato, non infatuato, che  le mezze misure non sa cosa siano. Coraggiosamente salta a piè pari il trito rito degli SMS, ed eroico fallisce.

Nina

Come un uscio di prigione.

L’autore dell’opera, Vanni Santoni, lo conosciamo già come editor della casa editrice Tunuè, di cui abbiamo recensito diversi titoli.  Lo sperimentalismo di Personaggi Precari è spiazzante e geniale. Nato fra le pagine di riviste letterarie e blog online, si è nutrito del tempo e della rete e la nuova (definitiva, chissà) versione la potete trovare qui:

http://www.voland.it/voland/scheda.aspx?titolo=486

Dal sito dell’Editore (Voland):

postafazione di Raoul Bruni Nati sul fortunato blog con lo stesso nome, ed evolutisi negli anni tra riviste, radio, fumetti e quotidiani, gli spaesati ‘personaggi precari’ raccontano un panorama umano stralunato e sempre in affanno, ma vigile e disperatamente autoconsapevole. Vanni Santoni, con questo progetto di lungo corso che vede oggi la sua edizione definitiva in volume, ha portato la narrazione del precariato dalla semplice cronaca alla stessa struttura del testo, dando vita a un vero e proprio universo di monadi stranite, ironiche, malinconiche, spietate. 

Estratto: