Profondità primitive – di Gianfranco Sorge

Profondità primitive

di Gianfranco Sorge

Elison Publishing

Dal sito dell’editore:

Profondità Primitive è un romanzo di formazione che racconta la crescita psicologica e sessuale di Eleonora, una giovane donna in analisi a causa di un passato costellato di eventi traumatici. I sogni frequenti della protagonista faranno entrare il lettore nei suoi vissuti più profondi. A seguito di un incidente stradale, conosce Ruggero, un chirurgo, del quale s’innamora per poi instaurare una relazione non esente da conflitti.

Recensione

Basta un banale incidente d’auto a dare una svolta alla vita di due sconosciuti?

Nel caso di Eleonora e Ruggero, l’incontro casuale si rivela propedeutico a un rapporto sentimentale di intensa profondità, ma, soprattutto alla scoperta del Sé autentico contrapposto a quello Falso che ognuno di noi ama vestire nella quotidianità per essere ciò che vorremmo gli altri vedano in noi.

A scatenare quel desiderio di scoperta contribuisce non poco l’aver assistito alla pièce teatrale dell’opera pirandelliana “Uno, nessuno e centomila”. Per Eleonora la ricerca è strettamente collegata al ricordo di una madre, originaria del Veneto, che si era sempre rifiutata di accettare la città di Catania, in cui è andata a vivere dopo il matrimonio, tanto da imporre al marito di lasciarla partorire il primogenito nel Veneto

“per evitargli un marchio umiliante che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita”.

Eleonora, nata invece nella terra paterna, ha da sempre attribuito a questa circostanza il vero motivo del disinteresse che la madre le dimostrava preferendole il fratello maggiore, finendo per essere causa di un profondo sentimento di gelosia. Quando, alla morte del marito, la madre aveva deciso di tornare nella città natale, Eleonora ha deciso di restare nella sua città natale per proseguire gli studi universitari là dove li aveva iniziati..

Vissuta come un fardello, quella situazione, aggravata dal ricordo delle circostanze che avevano condotto alla morte il fratello maggiore, aveva inciso non poco sulla psiche di Eleonora che, incapace di trovarvi una soluzione, si affida per anni alle cure dello psicanalista nella speranza di trovare una via di uscita a quel senso di colpa che l’ha pervasa sia per la morte del fratello che per quella del padre che aveva adorato sin da bambina.

Rivelatrice dei suoi sentimenti nei confronti dei genitori è la confessione che fa al dottor De Gregorio, suo analista: «Mi ritenni la più spregevole delle donne e la più puttana quando, da ragazza, dopo la pubertà, entrai in contatto con quel vissuto inconscio infantile, mi riferisco al desiderio di sostituirmi a mia madre per prenderne il posto nel letto accanto a papà. Mi ero macchiata dei più scellerati delitti che una mente umana possa premeditare e che un individuo possa commettere.»

Per chiarire il proprio pensiero, aggiunge che si riferisce

«All’uccisione di Marco e di mio padre. Mio fratello perché non fui capace di salvarlo. Anzi l’idea di essere una ignobile fratricida, trovò la sua conferma perché, fra le altre emozioni, provai anche uno strano benessere nell’attimo in cui vidi richiudere il coperchio della piccola bara bianca. Mi sentii libera dai suoi ricatti. E poi alludevo anche all’assassinio di mio padre. Anche di questa morte mi sentii colpevole come se l’odio, che si era sostituito all’originario amore, avesse indebolito le sue difese immunitarie distruggendolo. Credetti che fosse stata la mia ostilità a far degenerare le sue cellule polmonari in maligne cellule tumorali. Era giusto che pagassi e che espiassi, così come udivo dalle voci del sogno.»

Tormentata dalle turbe provocatele dal Sé, falso o autentico, Eleonora amplifica a dismisura l’odio-amore che ha coltivato per la madre finendo per subirne gli effetti anche nella sua vita sessuale, tanto che, ancora vergine all’età di 28 anni, ha enormi difficoltà ad accettare un rapporto regolare preferendo inizialmente pratiche particolari che, per educazione religiosa, le apparivano meno peccaminose di quel rapporto che i più giudicano regolare.

I suoi atteggiamenti, le sue dissertazioni, le sue elucubrazioni e le sue teorie pseudofilosofiche, inizialmente gradite, finiscono per infastidire il suo amato.

Piacevole e scorrevole nella lettura, il racconto riesce a trasmettere al lettore una conoscenza delle problematiche che contraddistinguono i rapporti affettivi nella società moderna, soprattutto quando derivanti da vincoli e credenze secolari, mai estinte. Alquanto esplicito nel raccontare le pratiche sessuali dei protagonisti, è un libro destinato a quella cerchia di lettori capaci di non lasciarsene turbare.

Alfredo

2 Risposte a “Profondità primitive – di Gianfranco Sorge”

  1. Ciao Vincenza grazie!

    Riferiremo ad Alfredo (nostro collaboratore).

    Buone letture e a presto.

I commenti sono chiusi.