Scintille di Noemi Zuccato (Minerva)

Scintille di Noemi Zuccato (Minerva)
Scintille di Noemi Zuccato (Minerva)

Scintille di Noemi Zuccato (Minerva)

 

Ho ricevuto questo romanzo incuriosita dall’esito della prima edizione del concorso letterario “Scintille di Minerva” di cui Scintille è il secondo classificato. Ho da subito apprezzato l’idea che lo genera: storie di donne diverse per età, epoche, luoghi e percorsi di vita raccontati ciascuno in poche pagine.

“Quale trasferimento?” dice, mentre io vorrei che le piastrelle del pavimento si aprissero e che un vortice nero mi risucchiasse. Ma poi penso che, tra noi in questa stanza, chi si trova fra le tenebre è lui”

Non è semplice cambiare registro a ogni nuova storia e caratterizzare i personaggi in poche righe ma Noemi Zuccato riesce a descrivere subito le atmosfere che contraddistinguono ciascuna storia. Si potrebbe immaginare come una raccolta di racconti brevi legati tutto dal fil rouge del femminile.

Una stella cadente taglia il cielo della sera improvvisamente. Rimaniamo estasiate tutte dalla sua spettacolare scia. Esprimo un desiderio, uno di quelli che, per una volta, riguardano proprio me e non qualcun altro.

Le protagoniste di queste storie spaziano da soldatesse in trincea a mogli premurose e affrante per la malattia improvvisa del marito, a prostitute, a ragazze che colgono l’attimo e vivono avventure di una notte con sconosciuti.

Sorrido nel sentire questa notizia inaspettata. Sono tornati. I tuoi fratelli, i tuoi genitori. Sono tornati nella casa che avevano comprato, quella casa piccola e stretta dove andavamo sempre a giocare”

Tutte le narrazioni sono in prima persona, dunque l’autrice ci porta nel mondo dei personaggi a tutta velocità ma allontanando lo sguardo è possibile riconoscere con chiarezza la struttura del libro, come meglio spiega il racconto “Scintille” che dà all’opera il titolo e che non vi rivelo per non guastarvi la sorpresa:

Il fuoco è acceso, i tronchi sono ben sistemati  attorno; le bottiglie di vetro sono sulla sabbia. Tutto è pronto. Mi siedo e aspetto. Non so cosa di preciso, ma sento che qualcosa succederà o che qualcuno arriverà.

Sono donne e sono tante.

Il mio preferito è uno dei primi, quello della soldatessa in trincea a poche ore dal congedo definitivo dall’esercito. Quelle ultime ore sono interminabili…

Imbraccio il fucile mentre cerco di calmare il battito del mio cuore impazzito per l’improvvisa confusione. Sento una voce nel mio orecchio; questa volta dice di rispondere al prossimo sparo, in modo da spaventare chi sta attaccando e dare il tempo ai miei compagni di prepararsi a coprirmi. Rispondo di aver capito e mi faccio forte del fatto che sarà l’ultimo episodio di guerra della mia vita, a meno che a qualcuno non venga in mente di attaccare durante la notte. Sento una nuova scarica di mitragliatore provenire da dietro. Conto fino a due e, al tre, mi giro. Sdraiata a pancia in giù inizio a sparare a vuoto. Tutto torna silenzioso, sento solo il tamburo nel mio petto e l’eco rimbombante che piano svanisce nell’aria.

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