Sense 8 – Netflix #nonsololibri

SENSE 8 – NETFLIX

Alla fine l’ho guardato.

Non pensavo, ma mi è piaciuto.

Non mi ispirava la storia, pensavo, erroneamente, che si trattasse della solita storiella di adolescenti o poco più, che scoprono poteri e che si riuniscono per salvare il mondo dalla sua inevitabile autodistruzione.

Hernando e Lito al Gay Pride a San Paolo

In realtà non sono adolescenti o ragazzini, sono uomini e donne, con già una storia alle spalle. E non sono belli: sono normali, come noi. Non hanno fisici scolpiti, sguardi ipnotici, sorrisi smaglianti. Alcuni sì, altri no. Alcuni hanno una famiglia alle spalle, amici, altri sono orfani, o hanno una famiglia che è meglio dimenticare. Alcuni sono etero, altri omosessuali o transessuali. Ed è bene che se ne parli, del resto i registi sono le sorelle Wachowski (per chi ancora non lo sapesse erano i fratelli Wachowski quando hanno diretto Matrix). 

Gli 8 non si incontrano mai, non per tutta la prima stagione, ma sono sempre in connessione. Si ritrovano nei momenti di difficoltà, senza volerlo. E mi piace molto l’ironia che permea questa serie, composta da sole due stagioni. C’è l’attore gay melodrammatico, pieno di cliché, che gira film d’azione oggettivamente inguardabili, ma che ha un gran successo. E poi c’è la coreana, che si sacrifica per salvare il padre e il fratello. Sun-mai-una-gioia. Dispiace per lei, e si tifa per la sua vendetta. Una guerriera che si rafforza in carcere, e che alla fine della seconda stagione trova qualche gioia.

Sun al cimitero

Più di tutti ho amato Daniela e Hernando. Amica (copertura) e compagno di Lito, l’attore. Li ho amati perché sono per Lito quello che Sam è per Frodo, o Hermione e Ron per Harry Potter. Li amo perché sono vitali, pieni di energia e lo sostengono sempre, vedono oltre, senza ipocrisie o pregiudizi o preconcetti. Sono eroi senza poteri. Senza di loro la storia non sarebbe stata altrettanto interessante.

C’è anche Nits, compagna di Nomi: anche lei la sostiene e la supporta. Il suo aiuto è fondamentale:  è una superdonna senza poteri.

Ci sono Capheus, col suo amico Yela, Wolfgang col moralissimo Felix. Will col compagno di squadra Diego e Riley con suo padre e dei fantasmi con cui convivere. E Kala con un fidanzato che non sa se vuol sposare o no. Alla fine avrà più di quanto potesse sperare.

E Bug, ah, Bug: nella seconda stagione diventa fondamentale.

La seconda stagione finiva senza una fine. I fan hanno convinto Netflix e le sorelle a girare un’ultima puntata, di due ore e mezza. Ci voleva un finale, ma non mi ha fatto impazzire, a dirla tutta. Ho trovato che ci fossero troppi inseguimenti e sparatorie, e su alcuni punti si siano dilungati troppo a discapito della storia delle persone. Ma sono gusti personali, ovviamente; anche in Matrix 2 e soprattutto 3 non avevo amato quelle che per me erano troppe scene di combattimento, dopo un po’ mi stufano. Nel complesso è comunque una serie che mi sarebbe piaciuto continuare a vedere, anche se poi il rischio è che annoi perché diventa ripetitiva.

Daniela

Una risposta a “Sense 8 – Netflix #nonsololibri”

  1. Adoro questa serie tv anche io diciamo che l’ho scoperta così per caso e, mi è piaciuta molto

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