Senza Pace – di Paolo La Peruta

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Senza Pace

di Paolo La Peruta

edizioni Manni

Dal sito dell’editore:

Finisce sempre nei guai, Pietro Sicuro. E anche questa volta c’entra l’ispettore Pace che, da un letto d’ospedale, gli strappa una promessa.
Sullo sfondo di un Salento freddo e piovigginoso, dove il mare è buono solo per il surf, Sicuro tenta di venire a capo di una vicenda che è un vero ginepraio, trovandosi ad affrontare la malavita organizzata, una fidanzata lontana e ambiziosa, un appetito insaziabile e i tentativi di tenerlo a bada, irrimediabilmente destinati al naufragio.
La famiglia, gli amici, il lavoro nel suo Caffè Letterario e dosi massicce di ironia lo tengono a galla.
Qui si ride, e non si scherza.

Recensione:

Pietro Sicuro gestisce un bar, anzi no, un caffè, il Caffè Letterario, nel centro di Lecce. Un luogo dove si incontrano amici, attori viziati, cantanti, musica e, a volte, gente poco raccomandabile.

La caratteristica principale di Pietro non è tanto l’imponenza fisica o l’appetito smodato, quanto la sua incontrollabile, imprevedibile e inesauribile capacità di mettersi nei guai.

Tutto inizia quando l’ispettore Pace, sua vecchia conoscenza e al momento ricoverato in ospedale per un tumore al quarto stadio che non lascia speranze, gli chiede un favore facendo leva sul suo buon cuore. Pietro non sa dire di no. Sa che non è una buona idea, lo sa da subito, ma non riesce proprio a rifiutare. Si ritrova così rapito in un vortice crescente di violenza. Nel frattempo cerca di imparare a surfare e di venire a patti con la sua gelosia. Il tutto viene spesso annaffiato da buon vino, cibo squisito e litri di caffè.

Leggere il libro di La Peruta fa venire fame, vi avverto. Non si può restare indifferenti alle prelibatezze di cui parla. Ma non è questo il succo del libro. Pietro Sicuro è circondato da persone che gli vogliono bene, nonostante il suo carattere un po’ scorbutico, e che lo sostengono nel momento del bisogno. Senza di loro sarebbe perso e risollevarsi dopo l’uscita dai guai, senz’altro molto più difficile.

Si avverte nel libro l’orgoglio dell’autore per le sue origini napoletane e l’amore per il Salento, terra che lo ha accolto e cresciuto. Con lui facciamo un giro del leccese, passando brevemente per la litoranea, e tuffandoci in mare. Un po’ freddo, a febbraio, ma sempre bello.

Lo stile di La Peruta è vivace e frizzante, con un Giove camaleontico e metamorfico. Il protagonista è simpatico e non è mai troppo sopra le righe, rischio alto in questo genere di libri. I personaggi sono caratterizzati quel tanto che basta per immaginarseli e riconoscerci magari un amico, un parente o un semplice conoscente.

È un libro veloce, che si legge in fretta e con piacere. Anche per noi del Nord, dove i sassi si chiamano pietre e non chianche (cit.) 😉

Daniela