Alice nel paese delle meraviglie – Lewis Carroll (Terredimezzo)

“Alice nel paese delle meraviglie”, Lewis Carroll + Valeria Docampo, Terredimezzo 2020

Cercavo per Natale una versione ridotta di “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll (alias Charles Lutwidge Dodgson) per leggerla a mio figlio di cinque anni. Le mie sagge libraie della On the road mi hanno invece indirizzata sull’edizione proposta da Terredimezzo a ottobre 2020, nella traduzione di Claudia Valentini e con le illustrazioni a piena pagina di Valeria Docampo.

Il successo è stato totale.

Cos’è “Alice nel paese delle meraviglie”

La versione integrale della storia di Alice che insegue il coniglio bianco nel paese delle meraviglie, così com’è stata scritta nel 1865, ci mostra una bimba un po’ bacchettona e petulante che cerca un ordine logico nel caos del suo sogno. Alice incontra personaggi assurdi come la Tartaruga Farlocca, un bambino che si trasforma in porcellino, una cuoca che usa troppo pepe. Su tutto aleggia la minaccia sistematica e per questo inconsistente della Regina: “Off with his head!, “Tagliategli la testa”.

Il libro si conferma uno dei migliori esempi di letteratura del nonsense, praticamente una bomba nel rigido panorama vittoriano. Per di più, si porta dietro la storia ambigua di un rapporto un po’ troppo insistente – ma non infrequente all’epoca – tra l’autore e la piccola Alice Liddel. L’aveva conosciuta a ventidue anni quando lei ne aveva quattro. E’ stata lei a ricevere il primo manoscritto di “Alice sottoterra” nel 1864, che da anziana ha dovuto vendere all’asta per motivi economici.

Punti di forza

Sono talmente tanti i riferimenti alla letteratura, alla società e ai costumi del tempo che restituire in pieno il senso di questo libro a un lettore così distante in termini di tempo e spazio è una sfida importante. Ho apprezzato molto la scelta della traduttrice Claudia Valentini di applicare il più possibile su canzoncine e poesie note ai bambini del terzo millennio i numerosi giochi di parole ed equivoci presenti nel testo.

Prendiamo per esempio il quinto capitolo di “Alice nel paese delle meraviglie”, in cui la bambina incontra il bruco. Più di un traduttore, come Luigi Lunari per la versione Feltrinelli del 2013 o Teodorico Pietrocola Rossetti per la prima traduzione italiana alla fine del 1800, ha scelto di concentrarsi sulla resa delle rime e dei suoni nella lingua italiana. La traduttrice di Terredimezzo ha invece sposato la filosofia secondo la quale si cerca un corrispettivo nella cultura della lingua di arrivo.

La traduzione

Ecco che Alice, nella versione originale di questo incontro rintracciabile nel quarto capitolo della prima edizione, per dare prova della fallacia della sua memoria, si mette a recitare una poesia inventata da Lewis Carrol, “You are old, Father William”, che parodizza una poesia nota ai bambini inglesi vittoriani, “The Old Man’s Comforts and How He Gained Them”. La Valentini allora ha scelto un canale più immediato per i suoi piccoli lettori italiani, “sbagliando” la poesia “San Martino” di Giosuè Carducci, a loro senz’altro più nota.

La seppia offrirti volli

soffrigginando il sale

e sotto il pentolame

brilla ed ondeggia il gas.

Il libro è tutto così. Le lungaggini di Alice – perché sì, Alice spesso si perde in lungaggini – sono compensate alle orecchie dei bambini da punti di contatto vivo e palpabile con qualcosa che conoscono.

Le illustrazioni di Valeria Docampo, infine, funzionano molto bene. Questo è il secondo libro che mio figlio accetta di ascoltare senza tornare sulle stesse pagine, sera dopo sera. L’unica condizione è stata che, ogni volta che giravo pagina, gli mostrassi i disegni colorati e morbidi. Mi sgridava, se non lo facevo!

Lo abbiamo finito in venti giorni, metà capitolo alla volta, con calma, e mi ha chiesto di rileggere il finale. L’edizione Terredimezzo di “Alice nel paese delle meraviglie” è stra-promossa!

Cristina Mosca