BT sensoriale – Alice Basso

Un caso speciale per la ghostwriter

Alice Basso

Garzanti

Seconda tappa di questo blogtour sensoriale.

Prima la recensione e poi… l’abbinamento!

Quinto libro di Alice  Basso che vede protagonista Vani Sarca, l’eccentrica quanto acuta “dark lady” torinese che di lavoro fa la ghostwriter per le Edizioni L’Erica.

In questa avventura lei ed il suo compagno, il commissario Berganza, sono alla ricerca dell’editore Enrico Fuschi, il tirannico capo della nostra scrittrice-fantasma volontariamente sparito dopo aver perso il lavoro, giusto per non danneggiare proprio lei, in un rarissimo slancio di altruismo. 

Pur se detestato, la sua prolungata assenza desta preoccupazioni e timori, non solo nella irriverente Vani, ma anche nelle persone più vicine al dispotico editore: come la materna segretaria Antonia, la giovane stagista Olga e lo scrittore di successo Riccardo Randi. 

Tutti insieme tenteranno di capire  dove e come sia finito l’editore. Una ricerca che li porterà da Torino a Londra, per tornare poi nelle Langhe ed a scoprire momenti del passato di Fuschi che riveleranno lati inediti di quel suo carattere insopportabile e cinico.

“Ma certo che sono preoccupato anch’io. Anzi io sono preoccupato per Fuschi e sono preoccupato per te che sei preoccupata. Quindi sono preoccupato il doppio.”

“Fantastico. Così io adesso sono preoccupata il triplo. Anzi sono preoccupata alla terza, esponenzialmente. Perché sono preoccupata per Enrico e anche perché tu sei preoccupato perché io sono preoccupata.”

Una scrittura brillante e ricca di citazioni e riferimenti sia letterari che cinematografici, inseriti con ironia e leggerezza in un linguaggio quasi discorsivo che diverte e cattura.

L’autrice ben tratteggia i suoi personaggi, caratterizzandoli in modo attento nelle loro peculiarità, nei loro difetti, incertezze o piccoli manie.

La figura principale: Vani Sarca, che racconta in prima persona, è plasmata con una personalità poliedrica: la  “sorella punk-rock del Corvo”, come ama beffardamente definirsi, ma con spiccate doti da profiler ed una connotazione editoriale che ricorda un po’ il lavoro da “capro espiatorio” nell’ambiente editoriale, del signor Malaussène di Pennac. Una sorta di Lisbeth Salander uscita da “Millenium” di Larsson, come la definisce il suo commissario Berganza, ma meno caratterialmente problematica e spietata, più umana. Per così dire: meno “nordica” e più “italiana. Lo dimostrano le sue relazioni affettive e di amicizia che instaura malgrado il suo atteggiamento da “… specie di pipistrello steampunk in nero e borchie” e gli atteggiamenti da dura: con le giovanissime Morgana, che la adora e la imita nel vestire, e Laura, negli incontri del giovedì pomeriggio a casa dell’ottantaduenne, arguta e anticonformista Irma, e nello stretto rapporto d’amore e di complicità con il commissario Berganza. Anche i suoi sentimenti contrastanti verso il Fuschi: il disprezzo per il suo carattere vessatorio e senza scrupoli, la stima per la sua dedizione al lavoro, i sensi di colpa per essere stata sia pur senza volere, la causa del suo licenziamento; tutto questo disegna un personaggio deciso ed eclettico ma al contempo capace di  veri moti di generosità e di amicizia sincera, a dispetto di alcune sue affermazioni: “ Tenere agli altri è una merda. E anche che gli altri tengano a te”.

La vicenda poi, si snoda tra flashback e colpi di scena, tra rincorse nel traffico di Torino e intime riflessioni, tra congiure da KGB e scelte campali che segneranno il futuro di tutti i nostri eroi. 

Cristina M. D.Belloni

Viene quasi naturale abbinare i personaggi di questo romanzo ad una comunità felina.

Lei, Vani Sarca, è la gatta nera. Diffidente, fiera della propria libertà e indipendenza, scostante a volte. Sempre pronta ad un attacco frontale per difendere le sue posizioni e a molte monellerie, ma profondamente legata al suo territorio e a chi abbia il permesso di frequentarlo.

Il commissario Berganza è un gattone, il tipico Soriano tigrato. A suo modo paziente, comprensivo ma anche sicuro di sé e determinato nelle sue scelte e decisioni. Riesce ad instaurare una comunicazione quasi mimica, senza bisogno di parole, con la “gatta nera” e né rispetta e stima l’autonomia, supportandola silenziosamente nei momenti difficili. è un gattone, il tipico Soriano tigrato. A suo modo paziente, comprensivo ma anche sicuro di sé e determinato nelle sue scelte e decisioni. Riesce ad instaurare una comunicazione quasi mimica, senza bisogno di parole, con la “gatta nera” e né rispetta e stima l’autonomia, supportandola silenziosamente nei momenti difficili.

Il commissario Berganza è un gattone, il tipico Soriano tigrato. A suo modo paziente, comprensivo ma anche sicuro di sé e determinato nelle sue scelte e decisioni. Riesce ad instaurare una comunicazione quasi mimica, senza bisogno di parole, con la “gatta nera” e né rispetta e stima l’autonomia, supportandola silenziosamente nei momenti difficili.

Enrico Fuschi è invece, un Certosino grigio fumo, dal testone tondo. Prepotente e spietato con i “topolini”, ha un carattere egocentrico e arrogante. È  un po’ il “boss del quartiere” ma scappa quando il suo “habitat”  sfugge al suo controllo. Sarà la gatta nera a fargli prendere coscienza delle vere potenzialità?

Morgana è una adorabile, arruffata cucciola di Devon Rex nera. Ancora impacciata e insicura, ha però molte potenzialità e sogni in ambito musicale. Adora il look e gli atteggiamenti di Vani che prende a modello nella tenebrosa livrea.

Irma, la vecchina anticonformista, è una elegante Norvegese bianca. Decana del “branco”, la sua “tana” nella grande casa ereditata è un’ottima base per gli “intrighi, dell’intera banda.

Antonia, la materna segretaria dell’editore scomparso, somiglia ad una elegante e impettita Siamese. Chiara, con il color cioccolato che sfuma  sulle punte delle orecchie, delle zampe e della coda. Dall’aspetto serioso e formale, è lei che “annusa” gli eventi con fare cospiratorio.

Olga, la giovane stagista alle Edizioni L’Erica, ricorda un Australian Mist dal pelo quasi rosa e maculato. Timida, un po’ defilata, ha il tipico atteggiamento delle gattine di casa: sempre presenti mantenendo però un basso profilo guardingo.

Riccardo Randi nel panorama felino direi che potrebbe essere un Persiano Colorpoint. Un vaporoso gatto sin troppo pago  della sua posizione e del suo successo, non sempre però, dovuto solo alle sue doti ma anche allo “zampino” della gatta nera. Consapevole del suo vistoso aspetto fisico è molto apprezzato per il suo “pelo” specialmente dall’universo femminile, che riesce ad affascinare ma non, alla lunga, a convincere appieno. 

Una variopinta quanto varia associazione felina, una squadra eterogenea che comunque, malgrado gli scontri e gli screzi,  si dimostrerà  affiata e unita nel perseguire gli intenti.

Cristina M.D. Belloni