Che razza di libro! – Jason Mott (NNE)

Che razza di libro! – Jason Mott –NNE traduzione: Dario Borso

Un libro atemporale. Ambientato ai giorni nostri, ma a volte sembra di essere nel 1922 e altre nel 1822.

Che cosa vuol dire essere di colore? Come si può vivere tranquilli se si ha la pelle scura? Se un poliziotto può decidere che la tua vita vale niente, anche se sei un bambino?

Frutti appesi agli alberi, come cantava Billie Holiday, corpi lasciati pendere dai rami, esposti.

E allora diventare invisibile diventa la tua salvezza, ma come fare?

E come te lo spiegano i tuoi genitori che non avrai mai la stessa vita di un bianco? Che se un poliziotto ti ferma, tu devi fermarti, alzare le mani, tacere, non replicare, non spiegare, non parlare se non autorizzato a farlo.

Il protagonista è un autore di successo, e poi c’è un bambino con la pelle scurissima, tutti vedono solo la sua pelle e quanto è scura, nient’altro.

Il libro si snoda tra gli impegni dell’autore che presenta il suo libro “Che razza di libro!” le apparizioni di questo ragazzino, flashback, storie che potrebbero essere vere e altre che lo sono.

Un libro spiazzante.

Però

però per me ci sono 100 pagine di troppo , un po’ troppo tirata per le lunghe e confusionario, diverse versioni di sé che si intrecciano, si incontrano, si parlano. Non vedevo l’ora di arrivare alla fine, per leggerne la morale o quello che voleva essere il messaggio dell’autore. Lo scrittore ubriaco e strafatto che non ricorda niente, nemmeno com’è arrivato lì, è visto e rivisto e io non lo amo.

Sinceramente non posso che parlare bene della scrittura, dell’idea, di alcune immagini, ma, per me, un po’ troppo pomposo nella ripetizione di scene e vissuti sfocati.

Consigliato perché ognuno possa farsi la sua idea, sono certa che a molti invece piacerà moltissimo. È uno di quei libri che può davvero entusiasmare oppure, come nel mio caso, annoiare un po’.

Come sempre ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea, l’ufficio stampa Rodella e il traduttore, Dario Borso