Che succede signor parroco? – di Carlo Maria Paradiso (San Paolo)

Che succede signor parroco?

di Carlo Maria Paradiso

Edizioni San Paolo

Dal sito dell’editore

Una mattina come tante altre, la gente in parrocchia si accorge che don Giustino è improvvisamente cupo, prima della messa. Di fatto, egli sale all’altare e fa un’omelia durissima, accusatoria…

Le voci si diffondono, la gente comincia a discutere, si scatena una “caccia” senza tregua, che coinvolgerà, in un crescendo di pathos e ironia, tutto il paese e non solo.

Un libro che, partendo da un’occasione dai toni di commedia, diviene una riflessione sul tema dell’accoglienza, delle parrocchie e della condivisione secondo il Vangelo. Non manca nessuno: dalla sindaca leghista al vescovo preoccupato di non finire sui giornali, da un europeo di calcio all’intrattenimento televisivo, dal pettegolezzo di paese alla globalità della “rete”. Ma soprattutto non manca un piccolo animale che diventa la vera cartina di tornasole di tante chiacchiere vane e di tanti discorsi che val la pena affrontare.

Recensione

Siamo a Sciurcanosta, piccolo paesino brianzolo. Poche anime, tutte molto attente agli altri, nel senso che si accorgono subito se qualcosa non va e ne parlano tra di loro. Così la Ida, la Luisa, la Franca e la Rosa sono le prime a vedere che don Giustino non è il solito, qualcosa lo turba. Lo scopriamo subito: ha un foglietto che legge a tutti durante la funzione.

Basta negri! Habbiamo il tuo gatto. Lo rivuoi? Sai cosa devi fare!

A parte l’orrore ortografico, a parte la poca compassione e carità cristiana per accogliere 12 persone, ciò che turba la comunità tutta è che qualcuno abbia rapito Teo, il gatto siberiano del parroco. Non si fa. Gli animali non si toccano!

Don Giustino deve partire: ha l’europeo di calcio ecclesiastico da disputare, non può mancare. Lui è attaccante e capitano della squadra. Lo chiamano Gigi Riva, deve proprio andare. Prima però riceve una telefonata dal vescovo che si raccomanda di non fare pubblicità alla faccenda, e poi va a trovare il suo amico, Padre Martino.

Con lui si sfoga, si lascia andare “questi sono dei Brambilla con quattro soldi in banca che si credono chissà chi” e poco dopo, riferito ai rapitori, una citazione inaspettata

“Sì, insomma! Invece del cuore, hanno una pattumiera!

e poi ancora

Non sono degni nemmeno dei loro padri contadini che rispettavano gli animali! Anche quando se li mangiavano facevano il segno della croce e onoravano la vita stessa! Gente senz’anima!

Don Giustino andrà a giocare gli europei col cuore pesante. Farà fatica a concentrarsi, non sarà lo stesso. Intanto nel paese si scatenano le ipotesi, le ricerche e le accuse. I più sospettati sono vicentini e cinesi, per questioni culinarie, del resto, si sa, loro i gatti se li mangiano. Ma chiunque venga da fuori è mal visto, monzesi compresi.

Paradiso ci racconta un’escalation di assurdità, che prendono vita da fatti che possiamo constatare tutti i giorni. La vicenda perde i confini paesani per diventare una battaglia internazionale per i diritti degli animali, con i social a fare da megafono a tutto ciò che succede. Gli animali, un singolo animale,  merita l’attenzione di migliaia di persone, mentre quelle 12 persone che avrebbero dovuto essere accolte per motivi umanitari, non vengono mai ricordate. Il circo è allestito e lo spettacolo ha inizio.

Con tono leggero, prende in giro alcune caratteristiche di noi italiani e non solo, quali la sacralità del calcio, il campanilismo, il “si stava meglio quando si stava peggio”, l’accusare tutti sulla base di pregiudizi e leggende metropolitane, e la smania di apparire, di avere 5 minuti di celebrità, a costo di tradire chi conosciamo da una vita.

Non è un libro denuncia, è una commedia, dove, alla fine, tutto si risolve e tutti si vogliono bene. Questo libro ha il pregio di dire senza dire, mette in mostra alcune ipocrisie quotidiane, alcune derive attuali, l’importanza che a volte si dà a cavolate, tralasciando il fulcro della discussione. E lo fa in maniera ironica, divertente. Non offende nessuno, eppure tutti ci possiamo rivedere. Prende spunto da noi per farci ridere di noi. E di Buffon.

Daniela

Ringraziamo la casa editrice San Paolo per la copia omaggio