Colpa delle stelle – John Green

copertina

Colpa delle stelle

di John Green

anno pubblicazione: 2012

editore: RIzzoli

prezzo di copertina: 13,60 €

e-book: 9,99 €

il libro in una frase: un libro nel libro

Quarta di copertina:

Hazel ha sedici anni, ma ha già alle spalle un vero miracolo: grazie a un farmaco sperimentale, la malattia che anni prima le hanno diagnosticato è ora in regressione. Ha però anche imparato che i miracoli si pagano: mentre lei rimbalzava tra corse in ospedale e lunghe degenze, il mondo correva veloce, lasciandola indietro, sola e fuori sincrono rispetto alle sue coetanee, con una vita in frantumi in cui i pezzi non si incastrano più. Un giorno però il destino le fa incontrare Augustus, affascinante compagno di sventure che la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate, e le dimostra che il mondo non si è fermato, insieme possono riacciuffarlo. Ma come un peccato originale, come una colpa scritta nelle stelle avverse sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a disposizione è un miracolo, e in quanto tale andrà pagato.

Recensione:

È un libro che commuove. L’autore, in maniera poco simpatica a dire il vero, precisa da subito che la storia è inventata, che è inutile cercare qualche riferimento alla sua vita, ma il fatto è che è una storia che coinvolge, colpisce e fa piangere, e la maggior parte di noi ha avuto a che fare con qualcosa di simile, se non direttamente, almeno alla lontana.

Personalmente dal punto di vista stilistico ci sono alcune scelte che non amo molto: il maiuscolo per far capire al lettore che la persona sta gridando, per esempio.

Il linguaggio è scorrevole, in certi passaggi volutamente ricercato, ma sempre comprensibile. Fa un po’ specie l’utilizzo di alcune espressioni, vocaboli e di ragionamenti filosofici da parte di due adolescenti. Non perché io li ritenga incapaci, anzi, da adolescenti avevamo tutti una velocità di pensiero e ragionamento invidiabile, quello che stupisce è la frequenza con cui li fanno nel libro: di continuo. Ritengo che nella realtà tale frequenza sia minore, ma del resto qui non si parla di due adolescenti normali, bensì di due ragazzi che, a causa della loro malattia, hanno avuto un sacco di tempo per  leggere e pensare. Soprattutto alla morte. E agli effetti collaterali del morire o dell’avere un cancro, come ripete la protagonista. Quindi, forse sì, è accettabile che parlino in questo modo. E poi l’ha detto l’autore stesso: la storia è inventata, non dimentichiamolo. Quindi per compensare la malattia mortale dei due protagonisti, è corretto che siano belli, intelligenti e profondi, apparentemente più dei loro coetanei.

Dalla storia hanno tratto un film: non l’ho visto tutto, ma posso confermare che le battute che Hazel e Gus si scambiano nei primi dieci minuti, sono esattamente le stesse che nel libro.

Leight motiv del romanzo è un altro libro: Un’imperiale afflizione (altra invenzione dell’autore, non cercatelo in libreria o in biblioteca). Sarà questo libro a portarli ad Amsterdam e a vivere esperienze memorabili. In certi momenti ci si dimentica che i due hanno il cancro, ed è proprio in quei momenti che l’autore ce lo ricorda.

Non c’è un lieto fine, e questo è chiaro fin dall’inizio. Non aspettatevi che il cancro regredisca e che i nostri due ragazzi vivano per sempre felici e contenti: non è così. Quel che è concesso loro è di riuscire a vivere, nella loro tragicamente breve vita, un amore vero, profondo e autentico, “fortuna” che non tutti hanno.

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