Controvento di Juliana Buhring

Controvento di Juliana Buhring
Controvento di Juliana Buhring

Descrizione dal sito dell’editore:

Juliana Buhring è una delle più forti cicliste endurance ma prima di tutto è una ragazza con una storia complicata e dolorosa alle spalle. Cresciuta nella setta americana “I Bambini di Dio”, nel 2006 ha scritto, insieme alle sorelle, Kristina e Celeste Jones, il libro Not Without My Sister (HarperCollins, 2007), best seller internazionale tradotto in 11 lingue, che racconta la sua incredibile storia all’interno della setta.
Approdata nel mondo “normale” Juliana decide che deve riscattarsi, combattere le sue paure e ricominciare a vivere. È così che dopo solo otto mesi di preparazione, il 23 luglio del 2012 parte per compiere il giro del mondo in sella a Pegasus, una normale bici da strada.
La linea di partenza e quella del traguardo sono a Napoli, la città che l’ha accolta con calore e affetto e che è diventata la sua casa.
In soli 152 giorni, Juliana riesce a portare a termine la sua impresa, pedalando per 11mila chilometri attraverso quattro continenti e 19 stati, superando 29 forature, 4 guasti tecnici, 6 montagne e 1 ciclone. Ma non è tutto: Juliana stabilisce anche il primo Guinness World Record come donna più veloce a circumnavigare il globo in bicicletta.
Controvento narra questa incredibile avventura ciclistica intorno al mondo, intrapresa per dimostrare a se stessa e agli altri che «non esistono persone straordinarie, ma solo persone che decidono di fare cose straordinarie».

 

Recensione:

“Le azioni più straordinarie sono compiute da gente comune che fa qualcosa in più e che esce dal proprio ambiente sicuro.”

Juliana è la prima donna a tentare il record del giro del mondo in bicicletta. Nessuna donna prima di lei, in sella a una bici, aveva tentato di percorrere una media di 200 km al giorno entro 175 giorni.

Sembra un’amazzone, Juliana, che cavalca Pegasus. La sua bicicletta, come cavallo alato, l’accompagna nell’impresa e prende vita nel racconto. Sembra davvero che sia un caro amico. E, d’altra parte, proprio dalla perdita di un caro amico, prende vita la sua folle idea. Lui è presente in ogni pagina, i ricordi sono vividi e aiutano a superare ostacoli che altrimenti sembrerebbero insormontabili:

““Cosa si può chiedere di più a un’avventura del sentirsene commossi?” ha scritto Hendri al ritorno da una delle sue missioni. Sì, penso, con un sorriso fisso a fior di labbra durante tutta la discesa, mentre il sole scende dietro la linea distante delle colline, per poi scomparire.”

Un’iniziativa che prepara per quattro mesi e più si avvicina il giorno, più le sembra insensata.

“Dopo poche settimane dall’inizio dell’allenamento, un tir mi venne addosso, con le sue otto ruote, sulla curva di una stradina stretta. Feci un gran volo di testa dalla bicicletta e atterrai senza troppe cerimonie sul sedere. Il tir proseguì. Rimasi sconvolta per qualche momento, dopodiché mi infuriai con quell’autista che non si era neppure fermato. Quando la scarica di adrenalina si fu esaurita, arrivò il dolore.”

Ma lei è cresciuta in una setta religiosa, a pane e divieti, per cui la fuga è sempre la sua miglior risposta alle ingiustizie della vita. Ed è cittadina del mondo, pertanto i viaggi sono un’estensione naturale del suo pensiero. Nata in Grecia, da madre tedesca, non si è mai fermata a lungo in alcun luogo.

Ci sono poche domande al mondo a cui trovo più difficile dare una risposta del normale “Da dove vieni?”, una domanda che temo per il terribile scambio di battute che inevitabilmente ne seguirà, quando risponderò sinceramente: “Da nessuna parte”.

“Ma dai! Tutti vengono da qualche parte”.

“Io no”.

Il suo viaggio inizia in Piazza del plebiscito a Napoli, grazie alla generosità di una piccola azienda di biciclette che decide di sponsorizzarla la sua avventura prende il via.

Attraverserà i continenti, supportata da angeli sconosciuti che si offrono di ospitarla e rifocillarla a ogni tappa, ascolterà le loro storie e donerà un pezzo della sua ad ognuno.

Il viaggio inizia dall’Italia, si snoda per Francia, Spagna, Portogallo, poi vola in America, Nuova Zelanda tantissime altre tappe tutte segnate da incontri speciali e l’audiolibro di Guerra e Pace a tener compagnia:

“Viaggiare negli Stati Uniti è in cima alla mia lista di cose da fare prima di morire da quando ho letto Sulla strada di Kerouac, ma non avrei mai immaginato di farlo in bicicletta.”

Il titolo è fondamentale. Innanzitutto perché il vento l’accompagna, ogni luogo ne è caratterizzato. Andare Controvento è faticoso, le fa perdere l’obiettivo, piuttosto sceglie di prendere strade secondarie, di andare dalla parte sbagliata, piuttosto che sottomettersi alla volontà del vento contrario, come in un gioco di forza con la vita, con la natura che mai si arrende e le ricorda quanto siamo piccoli al suo cospetto:

” Quando finalmente raggiungo la vetta e guardo in basso per vedere quanta strada ho percorso, con le montagne ondulate coperte di pini e le foreste che scompaiono verso l’orizzonte, vorrei ridere, piangere e urlare: «Sono la regina della montagna!». È un’euforia che nessuna droga può dare. Mi sento invincibile e potente come un dio.”

La solitudine, gli imprevisti, gli incontri e gli ostacoli offrono a Juliana ottimi spunti di riflessione e cose ordinarie diventano incredibili, ciò che sembra scontato nella quotidianità d’improvviso, nei momenti difficili si rivela ancora di salvezza:

“Se ho imparato qualcosa finora è apprezzare le piccole cose che mi fanno andare avanti; del resto, cos’è l’esistenza se non un insieme di piccole cose? Non ci rendiamo nemmeno conto di quanto ci facciamo affidamento, quanto le diamo per scontate, finché non ci troviamo senza di loro, anche se si tratta di cose fondamentali come cibo e acqua. È necessario che perdiamo o ci priviamo di qualcosa o qualcuno, per scoprirne il valore. Questa è la strana natura dell’essere umano.”

Vi state domandando se Juliana riuscirà nell’impresa? Io non ve lo voglio dire, perché più importante del traguardo è il percorso e in questo libro di percorso ce n’è tantissimo. Tante le riparazioni di cui ha bisogno il suo cavallo alato, tanti gli errori “Te l’hanno detto che stai andando dalla parte sbagliata?” Un insegnamento di vita, stimolo a superare i propri limiti, a non fermarsi se nessuno ci ha mai provato prima, perché forse non era impossibile farlo, semplicemente nessuno ci aveva ancora pensato.

“Ma che soddisfazione c’è nell’ottenere quello che si vuole senza lottare?”

Ecco, è tutto qui.

Anita

 

Controvento. Il mio giro del mondo in bicicletta

 

Biografia dell’autrice.

Juliana Buhring è nata ad Atene il 2 giugno 1981. Nonostante sia salita su una bicicletta per la prima volta nel 2011, all’età di 30 anni, oggi viene considerata la ciclista endurance più forte al mondo. Nel 2013, è stata la sola donna a partecipare alla prima edizione della Transcontinental Race da Londra a Istanbul, classificandosi al nono posto. Nel 2014, ha vinto la prima edizione della Trans Am Bike Race, categoria donne, piazzandosi quarta nella classifica generale. Vive a Napoli.