Crepuscolo – di Kent Haruf (NN Editore)

Crepuscolo

di Kent Haruf

traduzione di Fabio Cremonesi

NN Editore

Dal sito dell’editore

Siamo a Holt, Colorado.

La vita dei vecchi fratelli Harold e Raymond McPheron è cambiata da quando hanno accolto alla fattoria Victoria Roubideaux e la piccola Katie, ma ora la ragazza ha deciso di andare all’università e di trasferirsi a Fort Collins. A poca distanza dai McPheron vive DJ, un ragazzino orfano che si prende cura del nonno. DJ fa amicizia con Dena, la figlia della vicina, e la sua storia si lega a quella di Joy Rae e del fratello Richie, che vivono in una roulotte con la famiglia e sono a carico dei servizi sociali, sotto le cure attente di Rose Tyler.

Come in Benedizione e in Canto della pianura, le vite dei protagonisti si intrecciano le une alle altre. E i lettori di Kent Haruf ritroveranno la sua voce lieve che qui ci parla dei tanti volti della crescita, quella frontiera che spesso appare invalicabile ma che a ogni età può essere superata solo vincendo la paura e ritrovando il desiderio di continuare il viaggio della vita.

Questo libro è per chi ama guardare la danza delle candele sul muro, per chi ascolta la “Pastorale” di Beethoven, per chi ricorda quando da bambini ci si arredava una stanza con tutto quello che si trovava in giro, e per chi è rimasto solo, al freddo, per tanto tempo, e oggi ha deciso di rimettersi in gioco e correre il rischio di diventare una persona diversa.

Recensione

E con questo ho terminato la trilogia della pianura. Ci sono altri libri Haruf che leggerò senz’altro, ma non adesso. Qui le recensioni a Benedizione e Canto della pianura.

Leggere Haruf mi suscita sentimenti contrastanti.

Mi piace tantissimo: quando lo inizio, entro nel libro e non ne voglio più uscire. Però mi blocco prima di leggerlo. Non so nemmeno dire perché; ha questo modo di raccontare, di descrivere le azioni e i dialoghi in maniera puntuale, dettagliata, eppure mai noiosa. Ti sembra proprio di vederli e di sentirli i personaggi.

E poi mi ero affezionata ai fratelli McPheron, ruvidi, di poche parole, ma con un gran cuore. Mi piaceva l’equilibrio che a fatica avevano trovato con Vitoria Roubideaux, equilibrio da recuperare in questo libro. Uno dei due fratelli muore e l’altro resta da solo, alla fattoria, con Victoria e la figlia lontane, a studiare all’università.

e restò sotto la trapunta a fissare il soffitto, chiedendosi come se la sarebbe cavata il fratello nel suo remoto futuro. In un modo o nell’altro doveva esserci del bestiame, e doveva esserci qualcosa da fare per suo fratello nel cielo luminoso e terso in cui quel bestiame pascolava. Sapeva che, se  così non fosse stato, Harold non avrebbe avuto pace. Pregò che ci fosse del bestiame, per il bene di suo fratello.

E lui, Raymond, deve imparare nuovamente a vivere, a vivere da solo, cosa che non ha mai fatto. Farà esperienze nuove.

Posso chiederle una cosa?

Se vuole, disse Rose.

Non so nemmeno da che parte cominciare.

Cosa vuole sapere?

Insomma. Voglio solo che lei mi dica subito se ho qualche speranza di rivederla. Se ha già qualcuno nascosto in un cespuglio vorrei che me lo dicesse, così evitodi rendermi ridicolo.

Non ho nessuno nascosto in un cespuglio.

Nessuno.

Nessuno. Intende dire che le andrebbe di chiamarmi?

Sì, signora. È proprio quello che volevo dire.

Quando?

Andrebbe bene una sera della settimana prossima? Magari potrei invitarla fuori a cena.

Mi farebbe molto piacere.

Davvero?

Sì, davvero.

Allora penso proprio che la chiamerò.

Allora penso proprio che aspetterò la sua chiamata.

E io non vedo l’ora di chiamarla, disse Raymond.

Ho amato questo scambio di battute. Ci ritrovo tantissime cose, in poche e semplici parole. La paura di non essere accettati, la difficoltà di esporsi, l’ansia di piacere, la voglia di conoscersi, il cercare di venirsi incontro e di dire che si è felici senza esagerare, e tutte le mille sfumature che si possono cogliere. Forse è per questo che mi piace Haruf: riesce a dire tantissimo quando all’apparenza non dice niente. E riesce a mostrarci la forza e la vulnerabilità del vecchio Raymond.

In questo capitolo tornano anche Tom Guthrie e Maggie Jones.

E poi ci sono personaggi nuovi: DJ col nonno, Mary Wells e le sue due figlie, e Rose Tyler.

Tornare a Holt, Colorado, non è semplice, è come quei posti dove sei stato in un periodo particolare della tua vita, dove non vorresti tornare, per paura che certi ricordi offuschino le esperienze che farai, o che scompaiano, sostituiti dalle novità, e al tempo stesso ci vuoi tornare proprio per rivivere quei ricordi in veste nuova. E poi capisci che le cose vanno avanti, che le esperienze non si ripetono mai uguali a se stesse, e possono essere altrettanto belle e coinvolgenti.

Qualcuno ha scritto che tornare a Holt è come tornare a casa: dopo aver letto i libri, il lettore può capire che cosa intendesse. È un bel posto dove tornare, anche se non ci si può fermare più di tanto.

Dispiace lasciarlo, ma è giusto così. Come le vacanze, non possono durare per sempre.

Daniela