Dentro l’acqua – di Paula Hawkins (Piemme)

Dal sito dell’editore

Quando il corpo di sua sorella Nel viene trovato in fondo al fiume di Beckford, nel nord dell’Inghilterra, Julia Abbott è costretta a fare ciò che non avrebbe mai voluto: mettere di nuovo piede nella soffocante cittadina della loro adolescenza, un luogo da cui i suoi ricordi, spezzati, confusi, a volte ambigui, l’hanno sempre tenuta lontana. Ma adesso che Nel è morta, è il momento di tornare.
Di tutte le cose che Julia sa, o pensa di sapere, di sua sorella, ce n’è solo una di cui è certa davvero: Nel non si sarebbe mai buttata. Era ossessionata da quel fiume, e da tutte le donne che, negli anni, vi hanno trovato la fine – donne “scomode”, difficili, come lei -, ma mai e poi mai le avrebbe seguite.
Allora qual è il segreto che l’ha trascinata con sé dentro l’acqua? E perché Julia, adesso, ha così tanta paura di essere lì, nei luoghi del suo passato? La verità, sfuggente come l’acqua, è difficile da scoprire a Beckford: è sepolta sul fondo del fiume, negli sguardi bassi dei suoi abitanti, nelle loro vite intrecciate in cui nulla è come sembra.
Con la stessa voce che ha incantato i diciotto milioni di lettori de La ragazza del treno, e la stessa capacità di spiare le vite degli altri, Paula Hawkins ci regala un thriller incredibilmente avvincente, che vi farà girare le pagine in modo compulsivo, fino all’inaspettata, sconvolgente rivelazione finale.

Recensione

Della Hawkins avevo già letto “La ragazza del treno“, mi era piaciuta molto la storia, la caratterizzazione della protagonista, ma le tre voci narranti molto meno.

In questo libro la Hawkins utilizza molte più voci. Ogni protagonista racconta un pezzo di storia, alternandosi. Eppure mi è piaciuto molto di più. Pur con voci differenti, erano in sintonia, si amalgamavano bene.

E poi mi piacciono le storie di streghe, in cui qualcuno ha poteri particolari, in questo caso parlare con i morti. Mi piacciono gli emarginati, specialmente quando si scopre che tutti sono o si sentono emarginati, diversi, per un motivo o per l’altro.

Qui non ci sono streghe, ma donne scomode, libere, fuori dagli schemi, e uomini cattivi, che usano spesso la forza coi più deboli e che pensano che le donne fuori dagli schemi siano da rimettere in riga, o, nel migliore dei casi, da ignorare. Uomini, ragazzi, che stuprano e non se ne accorgono neanche. Sono convinti, anzi, di aver fatto un favore alla ragazza, a una ragazzina di 13 anni.

“Per me lo stupro era una cosa di cui p capace un criminale, uno che ti salta addosso in un vicolo nel cuore della notte, uno che ti punta un coltello alla gola. Non pensavo che pensavo che ne fossero anche i ragazzi. […] Non pensavo che potessero violentarti nel soggiorno di casa tua, o che dopo ti parlassero e ti chiedessero se ti era piaciuto.Pensavo di aver fatto qualcosa di sbagliato, di non aver fatto capire abbastanza chiaramente che non volevo.”

Dentro l’acqua ci porta alla verità un pezzo alla volta, rimbalza da una voce narrante all’altra. E mentre scopriamo cos’è successo a Nell Abbott, conosciamo il passato di ognuno di loro. Jules che non parla a Nell da anni, il passato della famiglia Townsend, Nickie Sage “la pazza”, quella che parla coi morti e il dolore della famiglia Whittaker, dopo il suicidio della figlia. La madre Louise dice:

“Quello che la gente sempre non capire è che io non voglio smettere di sentirmi come mi sento adesso. Come potrei provare qualcosa di diverso? La mia tristezza è accettabile. Ha… il giusto peso, mi schiaccia quel tanto che basta. La mia rabbia è pulita, mi sostiene.”

È una storia in cui l’amore ha diverse facce, non tutte belle e alcune malsane se non proprio malate.

I fatti raccontati appaiono sfalsati come gli oggetti nell’acqua. A volte sembrano vicinissimi, se l’acqua è limpida, oppure non si vedono proprio se è torbida, si intuiscono solo. In ogni caso sono deformati, appaiono diversi da come sono in realtà.

Daniela