Di morte e d’amore – Stefania Crepaldi (IoScrittore)

Di morte e d’amore – Stefania Crepaldi – IoScrittore

Più che giallo o thriller Di morte e d’amore è la storia di una ragazza, una donna, che cerca di realizzare il suo sogno. È lì lì per realizzarlo, è l’occasione della vita e … zac, ci scappa un morto. Assassinato per di più! 💀

E lei è semplicemente la persona sbagliata nel posto sbagliato, perché lei di morti se ne intende e non si lascia impressionare.

❓Ma il problema è: e adesso?, quando le ricapita un’occasione simile?

💫 Fortunata non ha nessuna intenzione di svolgere il lavoro che fa, né di continuare a vivere a Chioggia, dove tutti la conoscono e la evitano. Lei vuole diventare pasticciera e ha tutte le carte in regola per riuscirci. Peccato che la sua genealogia non l’aiuti: da secoli la sua famiglia si occupa dei morti. Lei è tanato esteta, trucca le persone perché siano presentabili e serene quando i cari daranno loro l’ultimo saluto.

Un lavoro in cui è brava, sì, la migliore, ma che detesta! Solo che nessuno, nemmeno il suo amico, le vuole dare la possibilità di realizzare il suo sogno appena conosce la verità. Per questo, per quell’occasione irrinunciabile poi sfumata col morto, ha dovuto mentire.

💫 Fortunata è un bel personaggio e io ho la fortuna di conoscere Stefania, per cui le ho chiesto se ci sarà un seguito. La riposta non so se posso svelarla 😉

Una storia in cui anche Chioggia ha la sua parte, una parte attiva, che a me è piaciuta molto. Discreta, ma presente. Del resto Chioggia e Venezia vantano secoli di Storia, con la S maiuscola, ed era giusto dare loro lo spazio che si meritano.

L’ho letto con molto gusto, più interessata a scoprire se la protagonista riusciva a coronare il suo sogno, che non a scoprire l’assassino. Quello mi sembrava poco importante, in fondo.

Ci sono altri due personaggi che a modo loro mi hanno conquistata: la nonna e il padre.

Sì, ce ne sono altri, l’amico pasticcere, Vito,…, ma la nonna e il padre, così agli antipodi, mi sono piaciuti. Il signor M., il padre, non è che sia tutto sto po’ po’ di simpatia. È lui il più grande ostacolo per la realizzazione di Fortunata, non la ascolta, tutto concentrato com’è sul suo dolore di vedovo. Non si accorge che la figlia h bisogno di lui, eppure prevedo grandi sviluppi per quest’uomo che ha , senza dubbio, grandi doti e grande amore da dare. Ma non sa come. Insomma: lavori coi morti, che per definizione non sono molto socievoli, e con le famiglie dei defunti, che non sono quindi al meglio o con chi sa quale voglia di divertirti e far baldoria. Capisco che anche lui fatichi a essere diverso da com’è.

Per fortuna che c’è la nonna, Fortunata pure lei, amorevole e accogliente. Che legge nel cuore della nipote e ha sempre la parola giusta, il gesto giusto per farla stare meglio e aiutarla a capirsi e capire. Il personaggio dolce, la mediatrice, il porto sicuro e la spalla su cui piangere.

E poi sì, c’è anche l’amore. Ma quello, bof, non dico niente perché non voglio spendere parole per Vito. Non se le merita.

Stefania, una delle migliori editor in circolazione, si è presa un rischio nel mettersi in gioco con un romanzo tutto suo, e secondo me ha fatto benissimo.

Ha dimostrato come una buona storia sia importante, ma, secondo me, quanto lo siano ancora di più dei personaggi reali, realistici, che diventano tuoi amici, per cui fai il tifo e di cui vorresti conoscere come vanno le cose dopo l’ultima pagina. Tutti, tranne Vito, appunto. 😉

Complimenti Stefania!

Ringraziamo la casa editrice e l’ufficio stampa per la copia digitale

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