Divergent – la saga di Veronica Roth

Credo di essere una delle poche che non aveva ancora né letto né visto la saga di Divergent.

Ci avevo provato a vedere il film, ma non mi aveva coinvolta abbastanza da guardarlo tutto (ero arrivata al salto nel buio di Tris, per capirci). Invece devo dire che il primo libro della serie mi ha coinvolta da subito.

A me questo genere di libri piace: quando il o la protagonista scopre di essere una persona diversa da quella che ha sempre pensato di essere. Sicuramente perché è anche quello che faccio nella vita quotidiana: aiutare le persone a vedere e sentire chi sono veramente, al di là delle etichette o delle “fazioni” a cui appartengono.

E poi c’è la storia d’amore tra Tris e Tobias, prevedibile e scontata, certo, ma comunque affascinante.

E la Roth non si risparmia: uccide i suoi personaggi senza problemi, li fa diventare cattivi, inaffidabili. Insomma, il primo libro lo consiglio davvero.

Peccato però che…

il secondo non sia all’altezza e il terzo ancora meno. Se il terzo fosse stato un libro autoconclusivo, lo avrei mollato dopo 100 pagine. Invece ne avevo già letti due e ho voluto finirlo, ma che fatica!

La fine bella, non c’entra niente col film (sono andata a sbirciare se nel film erano stati fedeli per il finale: assolutamente no!)

Un’altra saga che inizia benissimo, ma che dovrebbe fermarsi al primo libro anziché continuare. Altre due che mi vengono in mente sono Hunger Games e l’Attraversaspecchi.

Come in Hunger Games anche in Divergent si perde l’originalità iniziale e la carica rivoluzionaria dei protagonisti. Diventano caricature di se stessi, Tris come Katniss.

Uguale a se stessa nel rapporto con Tobias; è più il tempo che passano a non parlarsi, a essere arrabbiati (lei con lui), di quello che passano insieme.

La lotta amplia gli orizzonti e si trova a combattere le solite cose: un sistema più grande che li tiene ingabbiati, con adulti perfidi che fanno di tutto per mantenere l’ordine che fa loro comodo. Ma non è più la lotta viscerale dei primi capitoli.

Tre libri sono troppi. Ne bastavano due. O forse anche solo uno. Era perfetto così com’era.

Non so se secondo e terzo libro siano stati scritti sull’onda del successo o se erano già previsti, ma sinceramente non mi interessa.

Leggete il primo, quello merita. Gli altri insomma, se avete tempo da perdere.

Daniela