E avrai sempre una casa – di Piero Malagoli (Spartaco)

E avrai sempre una casa
Piero Malagoli
Edizioni Spartaco

Dal sito dell’editore

Scordatevi di Tara, la piantagione di cotone della Georgia che fa da sfondo a Via col vento.  Qui nell’Ozark, in Arkansas, la vita è dura, scandita dai tempi della semina e della raccolta del cotone che ti spacca la schiena e ti taglia le dita. Qui nell’Ozark, in Arkansas, se la terra non frutta, la banca si riprende la concessione e si perde tutto. Qui nell’Ozark, in Arkansas, non ci sono privilegi per Kayla McMath, quattordici anni e solo prove difficili da affrontare. Come la perdita della madre alla nascita della quartogenita Reese. E l’improvvisa morte del padre, che la lascia sola, con il fratello minore Lucas, nella malridotta tenuta agricola. In balia della natura selvaggia. In attesa che ritorni il fratello maggiore Isaac, partito con l’esercito confederato alla disperata difesa di Little Rock. Gli echi lontani della Guerra di Secessione non spezzano l’isolamento dei due ragazzi che resistono, il libro dei salmi della madre saldamente stretto in una mano, il fucile Springfield del padre nell’altra. Le esperienze al limite, la lotta per non soccombere e garantire la sopravvivenza della piccola Reese fanno crescere velocemente Lucas e soprattutto Kayla, che non cederà di fronte a nulla. Nulla.

Recensione

Pensate a una fattoria, una costruzione di legno su due piani. Il piano terra un po’ rialzato dal terreno per evitare l’umidità, e una sorta di soppalco. Poco distante una stalla e un altro edificio per gli attrezzi e simili. Adesso immaginateli cadenti, assi marce, buchi, fessure, finestre, ovviamente, senza vetro. Intorno, per decine di chilometri, semplicemente il nulla.

Metteteci dentro una famiglia, moglie, marito e 3 figli, più uno in arrivo. Ecco a voi la famiglia Mc Math. Adesso immaginatevi queste persone che anno dopo anno, con immensa fatica, coltivano la terra e allevano qualche maiale e qualche gallina, da rivendere o mangiare. Anno dopo anno è tanto se riescono a mettere da parte i soldi per comprarsi un abito, ma non tutti insieme. Vivono grazie al loro lavoro, alla loro fatica. D’estate hanno qualche aiutante, ma le annate buone sono seguite da quelle cattive e non c’è mai possibilità di tirare il fiato. Sempre in bilico, tra la sopravvivenza e il deperimento. Poi però succede che a volte la vita si accanisce e muore la madre di parto. Un paio di anni dopo il figlio maggiore si arruola e prende parte a quella che sarà chiamata guerra di secessione. Il padre e due figli restano per portare avanti la fattoria. Non sarà facile, ma lui è forte e il bambino ha già 12 anni. Kayla, la figlia, di anni ne ha 14 e si occupa dell’ultima nata e della casa, ha dovuto sostituire la madre nelle faccende domestiche. Fanno fatica, ma con la prospettiva del ritorno del figlio maggiore, stringono i denti. Però il padre muore. E adesso? Le cose si sono complicate all’improvviso. Kayla si ritrova a essere la maggiore, quella che deve prendere le decisioni. E così fa: decide di non dichiarare il decesso del padre. Se lo vengono a sapere, confiscano le terre e loro finisco in un orfanotrofio. No, meglio resistere, in attesa di Isaac, il fratello. Tornerà e saprà cosa fare. E loro potranno archiviare questo inverno e riprendere una vita quasi normale.

Le cose, ovviamente, non vanno così lisce e di intoppi se ne presentano diversi e inevitabili. Kayla mantiene la sua posizione: la cosa più importante è la terra. Senza la terra, non sono più nessuno, perdono tutti i privilegi, finiscono in una situazione peggiore di quella attuale. Resistere è il suo mantra, il suo obiettivo. In un inverno lei e Lucas, il fratello, sono costretti a crescere e perdere decisioni difficili, affrontare emergenze e improvvisare di continuo per sopravvivere.

Malagoli ci racconta una storia di povertà, ambientata negli Stati Uniti, e non si crederebbe che l’abbia scritta un italiano tanto sembra conoscere quelle terre e quella storia. Una storia di determinazione e forza di carattere, mista a un po’ di follia e delirio mistico. Può davvero una ragazza di 14 anni pensare di sopravvivere in quelle condizioni? No, a meno che non si chiami Kayla McMath. Lei lotterà con tutte le sue forze e oltre. E alla fine dovrà accettare l’inaccettabile. Tutto, pur di tenere la terra.

E suo fratello Lucas si adatta, la segue perché lei è la maggiore e sa meglio di lui che cosa bisogna fare. Però anche lui sta crescendo e a un certo punto le tiene testa, si oppone. Quando Kayla non vuol chiamare il dottore per Reese, la sorellina malata, sostenendo che tanto ci penserà Dio, lui ha finalmente il coraggio di fronteggiarla. E di esprimere la sua opinione, che è opposta a quella della sorella: a Dio le cose le devi chiedere, non imporre.

Quello che colpisce di questo libro è senza dubbio l’ambientazione: sia dal punto di vista sociale, culturale e storico, che paesaggistico e ambientale. Un gran lavoro. E i personaggi. La follia di Kayla che cresce pian piano e non sappiamo nemmeno se sia follia o forza della disperazione. Una ragazza di 14 anni, col peso della famiglie e della fattoria sulle spalle, costretta a improvvisare. Fa del suo meglio con quel che ha e che sa, che può sembrare poco, ma per lei è tutto ed è ciò che la sorregge, che la spinge a continuare, a non mollare. Una determinazione che nasce dalla paura di perdere anche quel poco che la vita le ha dato, ma per cui è disposta a tutto, perché il suo mondo inizia e finisce con quella fattoria. Senza quella, lei rischia di perdersi, di perdere la propria identità e vagare come un fantasma in un altro luogo. Quella è la sua casa e nessuno gliela porterà via.

Daniela