Fu sera e fu mattina – Ken Follett (Mondadori)

Ho letto quasi tutti i libri di Ken Follett, anche i peggiori come “Il pianeta dei bruchi” o “ Il martello
dell’Eden
”, e questo grande autore non si smentisce mai: i suoi libri si leggono sempre con piacere.
La sua ultima fatica, per esempio, Fu sera e fu mattina (Mondadori), l’ho letta in otto giorni e, in ognuno di essi, quando purtroppo giungeva il momento di staccare, è stato normale ogni volta chiedersi: cosa succederà?

I personaggi, in base alla loro importanza, hanno uno spessore ben calibrato e in particolare le donne hanno quella marcia in più che le rende le vere protagoniste dell’intera storia.
Il più piccolo di tre fratelli, Edgar, un giovane e intelligente costruttore di barche, si prepara a
fuggire con la donna che ama, all’insaputa di tutti. Ma all’alba i suoi piani vengono infranti a causa
di un’incursione da parte dei vichinghi, che distruggono la cittadina di Combe e uccidono chiunque
gli capiti sotto mano. A Edgar e la sua famiglia viene offerta un’opportunità che, viste le
circostanze, non possono rifiutare: trasferirsi nel piccolo villaggio di Dreng’s Ferry per gestire un
povero podere, così da ricominciare da capo.
A questo punto della storia, però, non appena Ma’ e suoi tre figli decidono di mettersi in viaggio,
Ken scrive qualcosa che a parer mio poteva evitare:

“Le mucche di Cyneric erano sopravvissute, e ora se ne stavano raggruppate al centro del pascolo recintato, terrorizzate: quegli animali erano di grande valore ma, rifletté Edgar, troppo ingombranti e difficili da trasportare a bordo di una nave.”


La cittadina portuale era distrutta, i vichinghi erano andati via e quel bestiame non apparteneva più
a nessuno, poiché i proprietari erano stati uccisi. Allora mi son chiesto: perché Edgar insieme alla
sua la famiglia non ha portato con sé neanche un capo di bestiame?
Questo quesito mi ha
accompagnato per tutta la prima metà del romanzo, perché se i quattro avessero avuto qualche
mucca da tenere nel podere o da vendere durante il viaggio a piedi, le cose sarebbero potute andare
diversamente… Ma quando oltre la fame cominciano ad arrivare altri problemi, quella domanda
nella mia testa ha cominciato a svanire perché un’altra ha preso il suo posto: come andrà a finire?

Parallelamente alla storia di Edgar il costruttore va avanti anche quella di Ragna, una giovane
contessa bella e fiera, che lascia la Normandia per l’Inghilterra per sposare il nobile inglese che le
ha fatto perdere la testa. Ma, nonostante lei non patirà la fame come Edgar, Ragna avrà altri tipi di
problemi e si ritroverà in una terra ben diversa dalla sua, per quanto riguarda usi e costumi, in
mezzo a una spietata lotta per il potere.
Tra gli intrighi nascono anche le alleanze e, in questo contesto, il sogno di Aldred, un monaco colto
e idealista, è quello di trasformare un’umile abazia in un centro dove i figli dei nobili e non solo
potrebbero imparare a leggere e scrivere. Ma gli servirà tutto l’aiuto possibile per far prosperare
quel posto, perché sa che il temibile vescovo Wynstan, cognato di Ragna, lo contrasterà.

Un libro che mi ha tenuto attaccato alle pagine, non sarà il suo migliore, ma Follett è Follett e leggerlo è sempre un piacere. Conoscendolo alcuni sviluppi erano prevedibili, ma nel complesso un libro molto più che godibile. Se qui dessimo le stelle, gliene darei 4 su 5!