“Golfo” di Robert Westall (Camelozampa)

Golfo di Robert Westall (Camelozampa)

“Golfo” è una storia sorprendente, un romanzo che parla i ragazzi ma non soltanto.

Lo abbiamo letto per la rubrica dedicata ai giovani lettori #auroralegge, ma è consigliato anche agli adulti.

Infatti, quando ho cominciato a leggerlo mi sono sentita all’improvviso catapultata all’interno del suo mondo i suoi personaggi hanno 1000 sfumature come le persone reali e la storia che leggiamo ci rimanda alle cene di guerre e catastrofi con cui siamo cresciuti al telegiornale.
Westall scrive Golfo nel 1992 e rileggerlo oggi, a 30 anni dalla guerra del golfo, rende la lettura ancora più intensa.

La storia narra di una famiglia inglese, un padre che ama il rugby, una madre dedita al volontariato e due ragazzi, Figgis di dieci anni e il narratore, Andy il fratello maggiore, che mettono in scena le dinamiche comuni di una famiglia “qualunque”: la scuola, il lavoro e il tempo libero… finché non accade un fatto strano: Figgis inizia a delirare, la notte si mette seduto sul letto, vuole essere chiamato Latif e parla… L’arabo! Lingua sconosciuta per tutti loro.

Il fratello maggiore, soprattutto, risente di questi episodi notturni che ad una prima vista potrebbero essere scambiati per sonnambulismo, se non fossero così puntuali e circostanziati: quando vuole essere chiamato Latif, racconta dettagli troppo precisi perché Figgis li abbia semplicemente sentiti e poi rielaborati. La preoccupazione piano piano coinvolge tutti in casa, perché i fatti, la guerra, l’orrore non riguarda soltanto chi lo vive in prima persona ma tocca chiunque sulla Terra, in base certamente alla propria sensibilità, ma comunque non può essere ignorato il coinvolgimento morale di ciascuno.

Figgis diviene riflesso di una realtà altra, distante e atroce nelle sua violenza. Latif è un bambino soldato, quanto di più ingiusto la guerra ci ha insegnato. Perché in guerra si può morire e se al posto di Figgis, nel suo letto, giace Latif, Andy si chiede se suo fratello sia in pericolo di vita. La guerra entra così nella loro casa, dove fino a poco prima si sentivano tutti al sicuro e li cambia dentro e fuori. Da questa storia, anche quando sarà finita, nessuno tornerà più quello di prima.

Lo stesso vale per chi legge! Sembra l’innocua avventura di due fratelli un po’ strani, invece racchiude la grande Storia di un’intera umanità. Perché i conflitti cambiano anche chi non li vive personalmente…

Sebbene l’argomento sia complesso, l’autore riesce a raccontare questa storia e trasmettere emozioni con un linguaggio semplice e comprensibile anche quando utilizza termini più specifici.

Ho trovato questa storia profondamente toccante benché non vi sia la minima traccia di retorica o sentimentalismi. Westall ci ricorda che l’orrore rischiamo di viverlo tutti, anche quando non tocca la nostra casa perché potrebbe arrivare come un incubo a incatenarci alla realtà persino quando la ignoriamo o vogliamo fingere di non vederla.

Un ringraziamento speciale va alla casa editrice per questa proposta e un plauso per aver scelto di pubblicare con un carattere ad alta leggibilità che consente anche ai Dsa di godere di questa piccola perla di letteratura.

Vi lasciamo con un estratto per invitarvi alla lettura:

Volevo bene a mio fratello.

Fin dal primo momento.

Ma gliene volevo abbastanza?

L’ho usato.

Non si dovrebbe usare chi si ama.

Forse quello che gli è successo è stata tutta colpa mia…

Di sicuro on è stata colpa dei miei genitori.

Sono stati due genitori fantastici, e lo sono tuttora, anche se adesso non ridono più come una volta.

All’inizio, ridevano sempre.

Non ricordo momenti tristi.