“Ho amato anche la terra” di Maura Chiulli (Hacca)

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“Ho amato anche la terra” di Maura Chiulli. Hacca 2022

“Ho amato anche la terra” è il nuovo romanzo di Maura Chiulli, pubblicato da Hacca alla fine di maggio 2022. Della stessa autrice abbiamo recensito anche “Nel nostro fuoco”. Ringraziamo la casa editrice e Angelozzi Comunicazione per la copia cartacea ricevuta in omaggio.

“Ho amato anche la terra” è un romanzo sui disturbi del comportamento alimentare che non ha una sola protagonista ma almeno due: Livia e Corpo. È una dicotomia apparentemente inconciliabile, altalenante, tanto nell’adolescenza quanto nella maturità, quando i figli non arrivano, l’amore non viene espresso e la presenza a sé stessa sembra essere l’unico elemento accettabile della realtà.

“Non puoi essere felice e basta?”

Mordersi il labbro, assicurarsi che una clavicola sporga ancora, mettersi a contare o ingozzarsi di biscotti sono sintomi opposti e disperati allo stesso malessere: la sensazione di non essere vista, la paura di non essere abbastanza, la certezza di non essere perfetta.

Cos’è “Ho amato anche la terra”

Conosciamo Livia e Corpo a quarant’anni passati, in un ingombro di carne e pelle che la costringe a sollevarsi una gamba con le mani per scendere dal letto. Attraversiamo la sua storia nell’adolescenza, stringiamo rapporti insieme a lei anche grazie all’io narrante, che si pone sincero, disinibito, masochista.

“Mi vedo come se il tempo non fosse passato: ho vent’anni e voglio solo smettere di ritornare a casa”

Nella protagonista c’è voglia di farsi male, di frustarsi con l’autocritica, di giudicarsi, di farsi ribrezzo. Come si passa dai centoquaranta ai quarantatré chili? E che differenza c’è fra il peso che dice la bilancia e quello dell’infelicità?

Punti di forza

Ritrovare la scrittura di Maura Chiulli è sempre un bel regalo. La bellezza di questo libro è la capacità dell’autrice di restare concentrata sulle sensazioni del personaggio senza perdere mai il filo della narrazione. La storia riesce a procedere spedita e, allo stesso tempo, a scavare dentro i pensieri, alle paure, alle seconde possibilità.

“Esiste un amore che non assomiglia a un rimprovero? Esiste un amore che non sfinisce? Esiste un amore che non toglie? Esiste un amore che non chiede niente in cambio?”

Un posto molto importante nel romanzo lo hanno i legami, principio e cura di tutti i problemi. Sono loro a determinare i motivi per fermarsi o andare avanti.

Però, però, però…

Lo stile scelto per la prima parte del romanzo è intenso e avviluppante. L’autrice spinge molto sulla sensazione di soffocamento della protagonista nella propria carne e non possiamo fare a meno di sentirci tirare giù anche noi. È una narrativa che rischia di far male se non si è preparati.

“Mi sento a casa, se la casa è il luogo che ti riconosce, che ti vede”

A fare da controcanto, però, arrivano molte riflessioni, molti punti di luce e soprattutto delle riconciliazioni che mettono il lettore davanti a una realtà incontrovertibile: “nessun uomo è un’isola”, come diceva il buon John Donne, e tutti noi siamo il risultato di relazioni e prese di coscienza.

Cristina Mosca