I viaggi segreti di Carlo Rossmann – di Elena Corti (IoS)

I VIAGGI SEGRETI DI CARLO ROSSMANN
di Elena Corti

Recensione

Un racconto delicato e surreale narra le vicende di un tranquillo impiegato, Carlo Rossmann, archivista in un ufficio provinciale di una fantomatica qualsivoglia provincia, che all’improvviso perde il suo “appartato” e sereno posto di lavoro, a causa dell’informatizzazione dell’archivio. Da qui inizieranno bizzarre avventure lavorative sia diurne che notturne e strani incontri con personaggi a volte grotteschi, a volte teneri che cambieranno per sempre la sua visione del mondo e la sua vita stessa. 

L’autrice disegna personaggi e situazioni con arguta ironia, soffermandosi in modo quasi caricaturale, ma per nulla fuori luogo, sui rapporti che intercorrono negli ambienti di lavoro, tra colleghi, tra mansioni diverse, con le divergenze caratteriali di ognuno, le piccole invidie e le amicizie che si originano. 

Ma soprattutto la distanza, dal sapore kafkiano, che viene creata e mantenuta prepotentemente con la burocrazia, con la così detta dirigenza aziendale che qui appare inarrivabile, insensibile, “automizzata”. 

Elena Corti alterna un umorismo caustico, che pur enfatizzando  il sistema economico-sociale in cui siamo immersi ne coglie tuttavia le distorsioni più sottili e ne  sottolinea gli aspetti disumanizzanti, a brani di una squisita poetica. Le arie, ora oniriche, ora liriche si intrecciano a costruire una narrazione vivace e avvincente.

Gli esseri umani diurni forse temevano quegli spiriti usciti

dalle cripte, ma lui no. Lui li osservava tutti, quelli intatti

e quelli degenerati dalle allucinazioni, e alle volte scambiava

una parola con loro, soprattutto con i poeti che vivevano nella

stazione, che sussurravano versi nell’aria mentre l’alba bussava

alle porte della notte.

Una leggiadria quasi fanciullesca accompagna le assurde peripezie di Carlo, il quale non le vive con supina rassegnazione ma come movimentati quanto intricati eventi dai quali emergeranno misteri e raggiri che il nostro protagonista, per niente eroe della situazione, suo malgrado si vedrà costretto ad affrontare. I legami di sincera amicizia che instaurerà con alcuni dei compagni di ventura, però, saranno tanto forti e profondi da cambiarlo intimamente.

…l’enorme parco dei divertimenti che sorgeva alla periferia

della città, proprio accanto allo squallore della zona industriale,

simile a un’isola sorta dal regno dell’assurdo e finita

in mezzo all’intreccio di arterie a traffico pesante, capannoni e

industrie. Tra il dedalo delle attrazioni che si risvegliavano pigramente, si aggiravano

gli abitanti di quel luogo sospeso, bizzarri personaggi a

metà tra il sogno e l’incubo, inquietanti e ambigui. Carlo si vide

passare accanto caricature umane che Marvin conosceva una a

una, e che gli indicava quasi come fossero la sua stessa famiglia…

Ma è la prosa dell’autrice la vera essenza della storia, uno scrivere scorrevole, morbido e a tratti divertente, con note tenerissime ma anche amare che senza nascondere l’amore verso autori come Kafka, ricordano piacevolmente le atmosfere di Pennac o, per rimanere in Francia, di alcuni film come “Delicatessen” o “Il meraviglioso mondo di Amelie”. 

Elena Corti dà vita ai suoi personaggi immergendoli in una realtà in bilico tra le oggettività impersonali, a volte squallide della vita cittadina di ogni giorno, e una tutta loro visione e percezione del mondo. Ingenua forse, fragile, ma ricca di quel sentimento di libertà e di ricerca di se stessi fondamentale per ognuno di noi.

….entrambi a vivere nel proprio universo,

un mondo interiore popolato da percezioni e priorità

così lontane dal comune sentire: un mondo dove ciò che erano

stati da bambini aveva ancora un senso. E dove la gioia non era

data dalle grandi cose, ma dai particolari; sensazioni sfuggenti

tra le dita: il cinguettio di un passerotto alle porte della primavera,

il profumo della pioggia al tramonto, i colori del cielo in

inverno poco prima dell’arrivo della neve, e poi i sogni, quelli

perduti, quelli che crescendo si trasformano o semplicemente

si dimenticano. 

BOOKLIST

Carlo Rossmann: il nome è ripreso del protagonista del romanzo

America di Kafka.

Viaggio al termine della notte di Céline. 

Così parlò Zarathustra di Nietzsche. 

Una banda di idioti dello scrittore americano John Kennedy Toole

Cristina M. D. Belloni