“Il Confine” di Silvia Cossu (Neo Edizioni)

In questo romanzo di Silvia Cossu, pubblicato dall’ottima casa editrice Neo Edizioni, la prima cosa che emerge è lo stile. Colta la lingua, alta, chirurgica la scelta delle parole, Cossu ricama letteratura e intesse attraverso ogni pagina una trama complessa, di cui fornisce indizi con precisione e parsimonia per condurre il lettore fino all’ultima pagina con lo stesso ma rinnovato interesse dell’incipit. Già questo sarebbe un valido motivo per leggere “Il confine” ma ciò che più mi ha colpito è la figura della protagonista.

“Non sono un giudice. Non devo pronunciarmi sull’innocenza di nessuno. Sono precisamente il senso che si vuole attribuire all’insieme alla successione di azioni che hanno definito la propria esistenza, o una parte di essa. Aderisco a ciò che il mio interlocutore vuole rappresentare.”

Si tratta di una biografa che racconta le vite di uomini importanti finiti in disgrazia, dimenticati. La conosciamo, invece, alle prese con un nuovo incarico, un medico, un luminare di nome Mosco che ha la “passione per i matti” e sa che tutto ruota attorno alla vanità. e ai soldi. Per questo per assicurarsi i suoi servigi, offre alla biografa una cifra che non può rifiutare. E il rapporto che si instaura a rendere il racconto speciale. la protagonista non soltanto descrive un percorso di vita, ma anche conosce e comprende meglio se stessa, scavando in quei ricordi e nei suoi sogni.

“Perché, anche se può sembrare un paradosso, siamo tutti innamorati dei nostri disturbi e non ce ne vogliamo separare”

Accade spesso che davanti a un personaggio affascinante, potente, sicuro di sé si abbassino le difese, ci si abbandoni, inermi, e non si riconosca più il confine. appunto, il limite fra il dentro e il fuori, ma il folle e il sano è talmente labile che si può perdere di vista, lo si può superare senza rendersene conto. Questo confine è l’impossibilità di mantenere la mente lucida e distaccata, distinguere il vero dal falso, lasciare che la storia di un altro ci influenzi al punto da non sapere più chi siamo, da non riconoscere più la realtà dal sogno.

Perché la verità non esiste. Esiste esclusivamente ciò che si vuole, questo è l’unico dato. La discussione può partire soltanto da qui, da cosa che si sta davvero cercando.

Per riuscire ad accompagnare i lettori in questa discesa agli inferi e ritorno, Silvia Cossu attinge al conturbante, all’inquietudine, al sublime e indica una strada che sta al lettore decidere di seguire e abbandonarsi all’onirico.

L’Autore: Silvia Cossu è nata a Roma nel 1969. Ha scritto per Marsilio i romanzi La vergogna e L’abbraccio, e per la collana “Strade-Blu” di Mondadori un memoir usando uno pseudonimo, tradotto in Germania. Due suoi racconti sono presenti nelle antologie I racconti delle fate sapienti (Frassinelli), e Pensiero Madre (Neo Edizioni). Per il cinema ha sceneggiato cinque film (BluffL’ospiteFino a farti maleCrushed Lives – Il sesso dopo i figliIo lo so chi siete) selezionati nei più importanti festival internazionali, tra cui Berlino, Venezia, Montreal, Cinequest, Houston e Taormina. Il confine è il suo quarto romanzo.

Sinossi:

Una scrittrice mette al servizio degli altri il proprio talento. Scrive biografie per personaggi caduti in malora che vogliono raccontare la propria esistenza sotto una luce diversa.
È vero che sfrutto la vanità altrui, ma il risultato produce un conforto duraturo: la vanità è il motore morale del nostro tempo, la sua etica privata.”
Viene ingaggiata da un uomo al culmine dell’ascesa sociale e professionale, un luminare che ha rivoluzionato il mondo della psichiatria e che, a differenza dei soliti committenti, non le chiede di magnificare la storia della sua vita, quanto di raccontare la verità che l’attraversa. Il Confine è il corpo a corpo di una donna nell’ombra con un uomo di fama internazionale la cui figura, incontro dopo incontro, diventa sempre più inafferrabile; è la discesa in un mondo rarefatto e conturbante in cui le certezze si sgretolano; un disegno dove le identità e le fragilità si sovrappongono, quasi a sostituirsi.