La Edizioni Le Assassine è una piccola casa editrice, giovane, che abbiamo avuto la fortuna e il piacere di conoscere grazie al Covo della Ladra di Libri di Milano.
Così si definiscono:
Un piccolo gruppo di appassionate/i di crime che da anni lavora nel mondo editoriale, occupandosi di scelta dei libri, traduzioni, editing e comunicazione. Vogliamo dare espressione a questa passione per la letteratura gialla, proponendola nelle sue svariate sfaccettature – giallo a suspence, deduttivo, hard boiled, psicologico, noir –, negli stili più diversi – fantasiosi, essenziali, sofisticati, semplici, d’antan – e nei contesti geografici più vari .
Il matrimonio non si addice a Enid Balfame fa parte della collana Vintage, pubblicato nel 1919 non dimostra affatto la sua età. E lo dico con sincero stupore!
Non me lo aspettavo così avvincente e interessante. E sopra ogni cosa ho amato l’ironia dell’autrice, oh, sì! Chi pensava che all’inizio del Novecento potessero farne tanto uso senza incorrere nella disapprovazione e nella censura? Perché l’ironia la usa spesso, ma specialmente per deridere l’immagine che gli USA e gli americani hanno di sé, e per sottolineare i pregiudizi legati al genere.
Abbiamo vissuto per quindici anni senza paralumi artistici che mi disturbano gli occhi, né tappeti che mi fanno inciampare; e in questi ultimi otto o nove anni, da quando dirigi il Circolo e corri spesso a New York, mi sono fatto andare bene troppe cene fredde; ho speso un sacco di soldi per i tè del Circolo e per i tuoi bei vestiti, soldi che avrei potuto utilizzare meglio per le mie campagne elettorali. Ma ho sopportato tutto, e per questo penso di essere un bravo marito. Mi piace vederti elegante perché sei ancora molto piacente – e questo mi torna comodo – e non ti ho mai trattato come una serva. Ma la pazienza di un uomo ha un limite: la mia sono i due letti singoli”.
Be’, non c’è altro da aggiungere, davvero un bravo marito. Talmente bravo che la moglie, Enid Balfame, medita di ucciderlo. Ha già deciso che lo farà, deve solo trovare il modo per poi farla franca.
Ma perché non divorziare? No, non se ne parla proprio! Se divorziasse smetterebbe di essere leader di Elsinore, la cittadina dove abita. Del resto, diciamolo, siamo nel 1918 circa, oltreoceano si sta combattendo la più sanguinosa guerra che si sia mai vista, quindi, “in confronto a quei mostruosi crimini, l’azione di togliere di mezzo un marito odioso, cosa mai poteva essere?”
Non c’è nulla quindi che possa trattenerla o farle cambiare idea: la decisione è presa, non resta che metterla in atto.
Tutto è pronto, l’occasione è quella giusta. Si deve solo aspettare che il signor Balfame entri in casa e si comporti come al solito per vederlo stramazzare a terra nel giro di pochi minuti, e nessuno scoprirà mai niente.
Solo che… qualcuno decide di ucciderlo proprio sul cancello di casa, mentre sta per entrare. Caspita! Ha tolto la signora Balfame da un impiccio, certo, ma adesso si aprirà un’inchiesta, ci saranno interrogatori, indagini, un processo. Insomma, il tempismo dell’assassino non è dei migliori, non per Enid.
E qui alla piacevolezza della lettura, si aggiunge la sorpresa di un legal thriller ante litteram.
La Artherton mette in scena giornalisti curiosi e senza scrupoli, la scelta della giuria, il processo e le confessioni, tutte cose riprese, per esempio, da Grisham che per ogni argomento ha scritto centinaia di pagine (e decine di libri).
L’autrice inserisce questi succosi ingredienti in un contesto di provincia, dove i tutti si conoscono, ognuno ha la propria idea, ma sta ben attento a rivelarla in maniera ambigua: Enid Balfame è colpevole, ma anche innocente.
Un quadro caustico e graffiante, con un ritmo ben sostenuto. Non ci si annoia a Elsinore. Certo, gli uomini fanno una ben magra figura, per lo più manipolati dalle mogli, ma anche le donne passano per manipolatrici e interessate solo all’etichetta, anche quando si professano grandi amiche di Enid Balfame. La quale, da parte sua, è più interessata a mantenere il suo aplomb che non a scagionarsi.
E l’amore sembra più un calcolo matematico che un sentimento ingovernabile, anche se alla fine sarà il grande vincitore.
Un libro consigliato a chi ama gialli e thriller, ma anche a chi ama storie che possano sorprendere e, soprattutto, che ama l’ironia sottile, quella che ti fa alzare l’angolo della bocca e ti lascia un sorriso quasi impercettibile per tutta la lettura. Non una risata sguaiata, no, qualcosa che però ti dà il senso di “appartenenza”.
Ringraziamo la casa editrice per la copia digitale