“Il filo del rasoio” – W. S. Maugham

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“Il filo del rasoio”, di W.S. Maugham, Oscar Mondadori 1965

Quando ho letto “Il velo dipinto” di William Somerset Maugham sono rimasta un po’ con l’amaro in bocca, perciò quest’anno mi sono aggregata alla lettura condivisa della #MaratonaClassica di Leggo Quando Voglio che a giugno ha scelto un altro libro dello stesso autore. Si tratta de “Il filo del rasoio”, scritto nel 1946, dodici anni dopo “Il velo dipinto”. Ho letto un’edizione vintage Oscar Mondadori, acquistata da mio padre nel 1965.

Cos’è “Il filo del rasoio”

L’impostazione di “Il filo del rasoio” mi ha fatto pensare a “Il grande Gatbsy”: non solo inizia negli anni Venti, ma anche qui il narratore si presenta come testimone di un amore conflittuale, in apparenza incompatibile.

“Larry, se mi ami, non mi sacrificherai ad un sogno”

Larry e Isabel sono fidanzati, ma Larry, col naso perso nei libri e nella filosofia, sta per partire per l’Europa e non ha chiaro il suo futuro, al contrario di Isabel che vorrebbe sposarsi. Quali saranno le loro scelte?

Punti di forza

Ho trovato un romanzo dinamico grazie alla presenza di svariati personaggi e soprattutto di dialoghi da cui emergono bene le loro personalità.

Fino a metà libro ho temuto che avesse la stessa architettura de “Il velo dipinto”, priva di climax. Invece qualcosa, in effetti, per fortuna accade, ed è più machiavellico di quello che potremmo aspettarci.

Però, però, però…

Quando un autore inizia un capitolo dicendo “questo potete pure saltarlo”, bè… non è falsa modestia: va creduto.

“Ma non m’importa di commettere errori. Può darsi che io trovi quello che cerco, proprio in un vicolo cieco.”

Nell’ultimo centinaio di pagine il romanzo prende una tangente spirituale (facilmente prevedibile, in verità, perché vengono sparsi abbondanti indizi sin dal primo capitolo) che rischia di sgonfiare un po’ il coinvolgimento del lettore.

“Un tempo fui sul punto di innamorarmene anch’io. Sarebbe come innamorarsi di un riflesso sull’acqua o di un raggio di sole o di una nuvola in cielo”

Devo dire, però, che l’autore è riuscito a catturare la mia attenzione, nella seconda parte del romanzo, su due personaggi minori, Sophie e Suzanne, e ho potuto apprezzare una narrazione sintetica e precisa, pulita, asciutta ma non arida.

Cristina Mosca