Il manoscritto – di Franck Thilliez (Fazi)

Il manoscritto
di Franck Thilliez
Fazi – collana Darkside

Il manoscritto
di Franck Thilliez
Fazi – collana Darkside

Traduzione di Federica Angelini

dal sito dell’editore

Léane Morgan è considerata la regina del thriller, ma firma i suoi libri con uno pseudonimo per preservare la propria vita privata, che ha subito un profondo sconvolgimento: sua figlia Sarah è stata rapita quattro anni prima e la polizia ha archiviato il caso come omicidio a opera di un noto serial killer, pur non essendo mai stato ritrovato il corpo della ragazza. Dopo la tragedia, del suo matrimonio con Jullian non è rimasto che un luogo, la solitaria villa sul mare nel Nord della Francia che Léane ha ormai abbandonato da tempo; ma quando il marito viene brutalmente aggredito subendo una perdita di memoria, lei si vede costretta a tornare in quella casa, carica di ricordi dolorosi e, adesso, di inquietanti interrogativi: cosa aveva scoperto Jullian, perso dietro alla ricerca ossessiva della verità sulla scomparsa della figlia? Intanto, nei dintorni di Grenoble, viene ritrovato un cadavere senza volto nel bagagliaio di una macchina rubata: potrebbe forse trattarsi di un’altra vittima del presunto assassino di Sarah. Le intuizioni del poliziotto Vic, dotato di una memoria prodigiosa, permetteranno di incastrare alcuni tasselli del puzzle, ma altri spaventosi elementi arriveranno a confondere ogni ipotesi su una verità che diventa sempre più distante, frammentaria e, inevitabilmente, terribile.
Franck Thilliez, maestro del giallo francese, proprio come la protagonista del Manoscritto, costruisce un intreccio calibrato al millimetro, giocando con i temi perturbanti del doppio e della memoria, incastrando in ogni svelamento un nuovo mistero; il risultato è un thriller implacabile, che non lascerà scampo a nessuno, lettore compreso.

Recensione

Abbiamo letto questo libro all’interno di un blogtour (qui il nostro articolo)

Fin dall’inizio è un libro che coinvolge. Un colpo di scena dietro l’altro, vien voglia di continuare, senza smettere.

Sappiamo che Sarah è sparita, probabilmente l’hanno uccisa, ormai sono passati 4 anni, ma l’assassino non vuol rivelare dove ha nascosto il corpo. Il matrimonio di Léane e Jullian ha subito il colpo, non riescono ad andare avanti come prima: lei rinchiusa nella sua casa a Parigi, lui isolato nella loro villa. Jullian cerca risposte, non si arrende all’idea che sua figlia sia morta. Se non c’è il corpo, lei forse è ancora viva.

Nel frattempo facciamo la conoscenza di V&V, Vic e Vadim, due poliziotti segnati dal lavoro e dalle brutture cui assistono. Vic è ipermnesico, vale a dire che ricorda tutto: tutto ciò che ha visto, sentito, intravisto, è fissato nella sua memoria. Non sempre è organizzato e le informazioni saltano fuori un po’ a caso a volte, non sa perché e non sa collegare l’immagine a un ricordo più esteso, ma questo suo dono/dannazione gli è spesso utile per risolvere i casi. Deve anche far fronte a una separazione non proprio amichevole. E capire come si muove l’assassino, che li spiazza di continuo.

Come dicevo la storia riserva un colpo di scena dietro l’altro, fino al finale, di cui non posso dire niente.

Le cose spesso non sono come sembrano. Misdirection è la parola giusta, distrazione, come Jeanson – il killer – ha confidato a Vic. Già, ma che cosa intende? E perché la partita Kasparov – Karpov è così importante per risolvere il mistero?

Daniela