Il peccato – Zachar Prilepin (Voland)

Il peccato – di Zachary Prilipin, trad. Nicoletta Marcialis – Voland

Il peccato è una raccolta di racconti tradotta da Nicoletta Marcialis per la casa editrice Voland.

Zachary è il protagonista di tutti i racconti. Racconti asciutti, di formazione, di crescita, di incontro e scontro con la vita.

Ambientati in un ambiente freddo, sia dal punto di vista climatico che relazionale. Non ci sono smancerie, slanci di affetto, ci sono tante bevute e una povertà di spirito, oltre che economica, che ricorda i grandi autori russi.

Il peccato è un libro che ha il suo tempo, nel senso che bisogna essere dell’umore giusto per leggere di questo protagonista poco simpatico. Ma poi, una volta iniziato, non fosse che per fargli dispetto, lo vuoi leggere tutto.

Zachary, in qualunque storia, sembra prendere solo ciò che gli serve e gli fa comodo, senza la minima intenzione di restituire il favore o anche solo chiedere permesso. E sembra che vada bene a tutti.

Un racconto però mi ha un po’ commossa, verso la fine. Un gioco finito male. Ma anche in questo caso, il protagonista non si lascia andare alle emozioni, affronta la disgrazia a modo suo: negandola.

L’autore rende benissimo l’aridità del protagonista e le sue storie sembrano uscire dall’Ottocento, appartengono a un’altra epoca. Se non che, a un certo punto, compare un cellulare.

Un libro che ho letto d’un fiato, perché Zachary, quando entri nel suo mondo, è a modo suo affascinante. Simpatico no, ma di sicuro incuriosisce. La scrittura di Prilipin è a tratti ipnotica. Le scene descritte sono talmente lontane dal mio mondo, da sembrarmi surreali.

E poi il tutto condito da una sottile ironia, talmente sottile che a volte ti domandi se ci sia veramente, o sei tu che te la stai inventando.

Sema ama le macchine. Ha una moglie carina, snella, con un bel seno grande, ogni tanto la picchia, ma poco, perché lei non ha voglia di cucinare. La moglie si offende, se ne va da sua madre, ma poi ritorna, perché in definitiva Sema è una bravo ragazzo e le vuole molto bene.

Voland si conferma una casa editrice di qualità (lo sapevamo da tempo, ma ci piace ricordarlo!). Mi stupisce sempre come riesca a scovare di queste perle. E la bellezza non è sempre evidente. In questo caso non bisogna farsi influenzare dal protagonista e dalla sua scarsa simpatia, ma lasciarsi catturare dalla scrittura e dalle ambientazioni, dalle relazioni pressoché inesistenti e puramente funzionali al momento, senza intenzione di costruire alcunché. Una scrittura senza fronzoli e diretta, resa benissimo in italiano grazie alla traduzione di Nicoletta Marcialis.

Come quasi sempre con la Voland, un libro non per tutti: Il peccato è per chi non ha paura di confrontarsi con la pochezza umana, ma anche per chi ama il profumo del pane appena sfornato o per chi non disdegna una bella bevuta e tante risate. Un libro anche per chi, a modo suo, ricorda una tragedia che non può e non riesce a raccontare. Un libro per chi sa andare oltre l’apparenza, vedere oltre la scorza di durezza e insensibilità. Un libro per chi ama assaporare le parole e immaginarsi le atmosfere, i profumi, e non ha paura del freddo.

Ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea