“Il piccolo principe” – Antoine de Saint-Exupéry

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“Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry (Giunti)

Si dice che ci siano letture sempre valide, a ogni età. “Il piccolo principe”di Antoine de Saint-Exupéry è tra queste? Come tutti ho scoperto questo libro da ragazza e negli anni sono tornata a osservare più e più volte la sena della volpe, girandola da ogni lato, perché non mi ha mai convinta fino in fondo; anzi, essendo io ritardataria cronica tuttora mi mette un tantino di ansia.

Ma andiamo con ordine.

Cos’è “Il piccolo principe”

È un evergreen che, attraverso una narrazione estremamente semplice e tenera, racconta la storia di questo misterioso bambino che incappa nel narratore, in panne in mezzo al deserto. Il racconto è stato scritto nel 1943. Come il narratore, anche il suo autore era un aviatore. Un anno dopo la pubblicazione de “Il piccolo principe” in America, il suo velivolo è stato abbattuto da un caccia tedesco – una circostanza chiarita solo nel 2004.

“Il mio fiore è effimero”, si disse il piccolo principe. “E ha solo quattro spine per difendersi dal mondo! E io l’ho lasciato tutto solo sul mio pianeta!”

Attraverso i brevi capitoli ci viene proposta la visione degli affanni e le fragilità degli adulti da parte di un bambino. Gli incontri sui vari pianeti gli insegnano a capire cosa prova per la rosa che ha lasciato sul suo pianeta. È una rosa insolente e vanitosa, vicino a cui non è facile vivere: ma solo ora che è lontano il piccolo principe scopre che è la più importante di tutte, perché è a lei che ha dedicato il suo tempo.

Punti di forza

Ho riletto “Il piccolo principe” con mio figlio che compirà sei anni a gennaio ed è stato un appuntamento serale che ha gustato molto. Lo ha divertito soprattutto il passaggio della pecora disegnata direttamente dentro la scatola e lo ha spaventato la minaccia dei baobab a un intero pianeta.

Lo stile è chiaro e ricco di immagini. Le scene inverosimili e il procedere aforistico ne facilitano l’aura biblica: in ogni personaggio intuiamo una parabola, in ogni assioma un messaggio più ampio.

Per esempio, per la prima volta ho notato che i baobab infestano i pianeti come brutti pensieri, che solo se estirpati continuamente alla radice riescono a non prendere il sopravvento.

Però, però, però…

Benedetta volpe! Non è mai contenta.

Lasciatemi togliere questo sassolino dalla scarpa.

L’incontro tra il piccolo principe e la volpe è una delle scene più famose della storia (anche della Storia). Introduce il concetto di amicizia, parla della diffidenza, della paura di lasciarsi andare; della delicatezza dei rapporti. Tutto bello e necessario! Ma perché tutta questa dipendenza dall’appuntamento delle quattro, tanto da cominciare a stare in ansia sin dalle tre? E se l’amico ritardasse di uno, due, quindici minuti, trovasse traffico, un imprevisto, un asteroide? Aiuto, che responsabilità.

“Tu solo avrai delle stelle che ridono! (…) E quando ti sarai consolato (ci si consola sempre) sarai contento di avermi conosciuto. Sarai sempre il mio amico. Avrai voglia di ridere con me. E allora aprirai ogni tanto la finestra, così, per il desiderio di farlo. …E i tuoi amici rimarranno sorpresi nel vederti ridere guardando il cielo. (…)”

Puntualità a parte, “Il piccolo principe” è sempre una risorsa preziosa per tornare in contatto con la parte bambina di noi, soprattutto perché rileggendolo ci ricordiamo di quanto profondamente ci abbia parlato nel nostro passato. Ci accorgiamo che possiamo portare un miglioramento tra le persone perché il cambiamento nel rapporto con noi stessi può iniziare: adesso gli adulti siamo noi.

Cristina Mosca