“Il Violino della Salvezza” di Salvo Bilardello (Libromania)

Di questo romanzo, vincitore del Premio Letterario “Fai Viaggiare la Tua Storia 2020” promosso da Libromania e Autogrill, ho molto apprezzato la scrittura e l’ambientazione.

Questo giallo storico è ambientato in una Trieste autunnale, con la bora incessante che sembra quasi di sentirla sferzare il viso, girando fra le sue vie, i luoghi e le regate.

Il commissario De Stefano si trova coinvolto suo malgrado nelle indagini su un omicidio: si trova a Trieste insieme alla sua compagna quando su un’imbarcazione vengono rinvenuti dei corpi uccisi e martoriati con incisioni di sangue.

Il romanzo è corposo e la narrazione si articola fra presente e passato, fra un giallo inestricabile e una delle pagine più nere della nostra storia.

Il salto temporale ci porta nel 1938, quando Mussolini stipula quei terribili accordi con Hitler e il piccolo bambino Bruno, violinista prodigio e giovane promessa della musica, apprende che il suo insegnante, poichè ebreo, non potrà più fargli da maestro.

Gli eventi si susseguono, il ritmo è incalzante, poco per volta i fili si dipanano e la narrazione fluisce serrata per raccontarci una storia terribile, di vendetta, di rancore e violenza a cui Trieste, il vento e le onde fanno da sfondo alla nuova indagine del commissario De Stefano.

Sinossi. A ottobre Trieste sembra un dipinto. Dal porto si stende una tela blu e all’orizzonte luccicano come argento le vele della Barcolana gonfiate dal vento. Anche il commissario Renzo De Stefano, da poco trasferitosi a Trieste da Aquileia per raggiungere la sua compagna, cerca di godersi l’atmosfera di festa che la famosa regata porta in città, quando arriva la notizia che la 47° edizione della gara è stata macchiata da un duplice delitto: a bordo di un’imbarcazione sono stati ritrovati due corpi, uno dei quali marchiato a sangue con le lettere NN. De Stefano analizza scrupolosamente l’insolita scena del delitto e inizia subito a indagare, ma gli omicidi non sono finiti, si susseguono uno dopo l’altro in diversi luoghi della città. Il marchio NN sembra essere la firma di una mente spietata e con un piano molto preciso. Cos’altro accomuna le vittime di queste terrificanti esecuzioni? Tra false piste e la pressione di un’opinione pubblica sempre più spaventata, De Stefano e i suoi uomini iniziano una corsa contro il tempo per fermare una scia di sangue che sembra inarrestabile e si intreccia alla dolorosa storia della città.

Incipit:

Trieste, 11 ottobre 2015

Luca Orsini rallentò il passo fino a fermarsi, indeciso se proseguire o meno. Con mani tremanti accese una sigaretta e la portò alle labbra. Infine s’incamminò, incurvato per contrastare le folate di vento, il cuore gonfio di una strana inquietudine. Entrò trafelato al bar Piazzetta di Muggia e si guardò intorno. Il locale, punto di ritrovo degli amanti della nautica sportiva, a quell’ora del mattino era già affollato. Diede uno sguardo ai clienti, poi si rivolse al barista.

«Buongiorno Aldo, non è ancora arrivato l’avvocato Sensini?».

«No, signor notaio».

«Fammi un cappuccio veloce, per favore». Prese la copia del «Piccolo» che sostava sul bancone di fianco alla cassa e si sedette al tavolino. «Mi raccomando, una spruzzata di cacao» aggiunse mentre dava una veloce scorsa ai titoli.

«Come al solito, signor notaio». Guardò l’orologio e cercò di concentrarsi nella lettura senza riuscirci: la strana inquietudine gli avvolgeva l’anima come una macchia che si spande pigramente.

«Prenderà parte alla 47a edizione della Barcolana?» chiese il barista mentre gli serviva il cappuccino al tavolo.

Il riferimento alla regata imminente ebbe il potere di spazzare definitivamente via, come per magia, l’agitazione che si portava addosso dalla mattina. «Ci proviamo. L’importante è partecipare e divertirsi, mio caro Aldo».

«Con questa bora…?» fece notare il barman indicando il grosso vaso di fiori davanti l’entrata del bar che si era appena rovesciato a terra per una folata. «Sarà sicuramente più eccitante».

Luca Orsini bevve il suo cappuccino velocemente, quindi infilò una mano in tasca e lasciò cadere sul tavolo una banconota da cinque euro. Aspettò che Aldo gli desse il resto e s’allontanò verso l’uscita, ma prima di varcare la soglia si voltò verso il titolare. «Appena arriva l’avvocato digli che mi troverà al Charter o direttamente al porto, per cortesia».

S’avviò con quella sua andatura atletica, nonostante un fisico massiccio e ormai poco allenato.