“Italiana” – Giuseppe Catozzella (Mondadori)

“Italiana” di Guseppe Catozzella, Mondadori 2021

A febbraio 2021 Mondadori ha pubblicato il nuovo libro di Giuseppe Catozzella “Italiana”. Si tratta di 324 pagine che omaggiano la vita di Maria Oliverio, passata alla storia come Ciccilla, donna calabrese brigante crudele e spregiudicata.

O almeno, così viene raccontata.

Il romanzo è narrato in prima persona, dal punto di vista di Maria. Percorriamo i punti più significativi della sua vita, dall’infanzia povera al contrasto con la sorella, che era stata educata da una famiglia più ricca: un divario che non sarà mai colmato. Viviamo l’amore con suo marito Pietro – rivelatosi poi un amore violento – e assistiamo a quegli anni (in particolare 1860 e 1861) in cui Garibaldi ha consegnato l’Italia del Sud ai torinesi.
Catozzella ci racconta le illusioni e le speranze di persone povere e arrabbiate, che aspettavano un’unificazione e un miglioramento delle condizioni di vita tramite il possesso delle terre a cui lavoravano, e invece si sono trovate di fronte a una semplice annessione. Sono solo passate da un padrone e un altro, con “Italiani” che è diventato quasi un insulto.

“«Italiani!» gridavano, mentre davano fondo alle munizioni, rivolti al bosco. «Italianiii!»
Era il modo in cui ci chiamavano, per sfregio, con il nome che volevano imporci a forza.”

Punti di forza

In “Italiana” Catozzella si mette nei panni di una donna e per di più di una donna dell’Ottocento, ma a mo parere lo fa con credibilità. Affronta sentimenti, ritrosie, coraggio e ribellione con rispetto e verosimiglianza. Del periodo storico di cui tratta non dovremmo mai stancarci di sentir parlare: mi ha lasciata con molta voglia di andare ad approfondire, studiare, leggere altro ambientato fra i briganti e ai tempi dell’unità d’Italia. Questo è un pregio

Durante i primi due terzi del libro ho trovato molto affascinante poter sbirciare nella Storia attraverso la quotidianità dei personaggi, secondo me caratterizzati abbastanza bene. Anche questo è un pregio.
Lo stile di Catozzella riesce a essere asciutto ma allo stesso tempo poetico. Ci ho visto il tentativo di rendere l’essenzialità di un’anima come quella di una persona semplice, anche se letterata, dell’Italia dell’800. Non mancano passaggi lirici, soprattutto in congiunzione con la natura.

Però, però, però…

Nelle ultime cento pagine del libro è arrivata l’azione fra boschi. È da questa fase che è nata la fama di Ciccilla e della sua spietatezza. Lei e la banda di suo marito, Pietro Monaco, rapivano i figli dei ricchi per avere il riscatto e “rubavano ai ricchi per donare ai poveri”. Pare che Alexandre Dumas si sia ispirato anche a loro per scrivere il suo Robin Hood.
Questa fase della sua vita è, quindi, preponderante: eppure nel libro occupa solo un terzo della narrazione. L’ho percepita come un po’ sacrificata, quasi sbilanciata. Mi aspettavo forse qualcosa di illuminante, non l’ho trovato.

“La parola felicità da noi è vietata ma sapevo che esisteva e avrei dovuto crederci. Quando ci manca il coraggio, troviamo la scusa che le parole sono soltanto parole.”

A parte questa sensazione di sbilanciamento, il libro scorre con armonia. È molto bello il finale, dal ritmo sostenuto, e non si può fare a meno di tifare per la protagonista fino alla fine, anche se l’inevitabile sorte è ben nota.

“Italiana” è stato scelto da due gruppi di lettura di Pescara per il mese di giugno: “EquiLibro” e “Sulla traccia di Angela”.

Cristina Mosca