La casa sul lago- D. J. Poissant (NNE)

La casa sul lago
David James Poissant
Trad: Gioia Guerzoni
NN Editore

La famiglia Starling ogni estate passa due-tre settimane sul lago Christopher. Quest’anno però è diverso: sarà l’ultimo anno. I genitori hanno deciso di vendere la casa sul lago, e i figli non l’hanno presa bene. Figli che, c’è da notare, sono ormai adulti e con famiglie proprie: Michael è sposato e aspetta un figlio che non vuole, Thad convive con Jake, ma la relazione vacilla.

Un libro che parla di legami familiari, della difficoltà di dirsi certe verità. La nostalgia del passato, di quello che è stato o non è stato, di chi si era e di chi si sarebbe potuti diventare.

Sua moglie non è grassa, ma non è più come la ragazza sulla barca. Vorrebbe tanto che lo fosse e sa che questo desiderio potrebbe farlo rientrare nella categoria dei maschilisti. Non vuole diventare come quelli che vogliono la moglie giovane e in forma. Ma non volere qualcosa non diminuisce il desiderio. Gli manca la giovinezza, sua e di sua moglie.

Che cosa succede durante le vacanze? Che un bambino muore sotto i loro occhi, annegato nel lago. Michael prova a salvarlo, ma non ci riesce.

Sono tutti scossi dall’accaduto, anche se era la prima volta che vedevano quella famiglia, e ognuno di loro reagisce a modo suo. La morte di un bambino in maniera così assurda – siamo su una barca a divertirci, le tragedie non sono contemplate! -, la vendita della casa e il ritrovarsi tutti insieme, faranno emergere gli attriti e le incomprensioni della famiglia, dei rapporti di coppia e dei rapporti genitori-figli. Le verità taciute emergeranno, a un certo punto in maniera liberatoria, ma non per questo risolutiva. Alcune cose hanno bisogno di tempo per realizzarsi, ma il volerlo, il decidere di farle è il primo passo, necessario, anche se non sufficiente.

La casa sul lago per alcuni aspetti mi ricorda Il weekend: anche lì c’era una casa da svuotare, una morte e il rimpianto di ciò che non è più. Lì c’erano quattro amiche e un cane con le loro vite, qui una famiglia che ormai sono tre famiglie, e le cose che non sono andate come si avrebbe voluto.

È difficile fare i conti con i propri fallimenti, chiamarli con il loro nome, ma a volte non si può fare altrimenti. Sono momenti di cambiamento, di svolta e, seppur faticosi, ricchi di energia. Sono quei momenti in cui non puoi fare altrimenti, in cui senti di doverti spogliare della vecchia pelle.

Un tempo in cui i protagonisti fanno i conti con se stessi, una opportunità per essere sinceri, per gettare la maschera e mostrarsi per quello che si è, senza più la paura del giudizio.

Da un anno sperava nell’assoluzione. Ma questo è meglio. Questo è matrimonio. Questo è amore. L’amore è mettersi in spalla dei pesi – bambini morti, case malconce, infedeltà che ti rimangono appiccicate addosso – e proseguire.

È un libro che parla d’amore, quell’amore vero, che si vive nella vita reale. Quello imperfetto, come una vecchia coperta più volte rattoppata, ma da cui non ci si vuole separare, perché, in fondo, è ancora perfetta e anzi, ci piace ancora di più, è a nostra misura, non sempre ci si sta bene, ma non la si cambierebbe con nessun’altra. Né si starebbe senza.

Lisa si siede accanto a lui sul letto e lascia che le prenda la mano. Le sarebbe difficile spiegare la tenerezza che prova in quel momento per quest’uomo. Ha i capelli bianchi ispidi. Gli occhi azzurri. Non è più l’uomo che ha sposato, ma è ancora l’uomo che ama.

Ma è anche amore genitoriale e filiale, amore che non c’è più, idealizzato o semplicemente finito. Amore che si trasforma anche lui, che non è più come lo conoscevi, ma non per questo meno forte. Amore per qualcosa che ancora non c’è, che non ci si aspettava. Amore per qualcuno che si è perso e il cui dolore non è stato condiviso.

Non c’è un modo migliore di un altro per vivere un lutto.

La casa sul lago ci parla, appunto, anche di lutti, della difficoltà di parlarne e di condividere il dolore.

“Non c’è una scelta giusta, non c’è il modo giusto. Si sente dire, Fai un passo alla volta, vivi le fasi del lutto in quest’ordine e per questo periodo, ma nessuno ti spiega come piangere i tuoi morti.”

Un libro intenso, con tanti nodi da sciogliere, tante storie e problematiche, così simili a quelle reali, che viviamo nel quotidiano.

Un libro per chi riconosce d’istinto un nodo ben fatto, per chi guarda la luna scalare il cielo, una notte dopo l’altra, per chi vorrebbe raccontare il futuro in anticipo, e per chi ha capito che un lungo amore non è una danza verso vite divise, ma un pianeta raro che resiste al tempo solo se chi lo abita sa dire la verità.

Ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea