La fine dell’estate – di Serena Patrignanelli (NN Editore)

La fine dell’estate

di Serena Patrignanelli

NN Editore

Dal sito dell’editore

Solo i ragazzini sanno davvero cos’è la fine dell’estate. Lo sanno bene anche i ragazzini del Quartiere, che ai primi di giugno ronzano per le strade in cerca di nuove avventure. Ma Augusto e Pietro una nuova avventura segreta l’hanno già in mente: costruire un motore a gasogeno da montare su una macchina. Perché là fuori, intanto, infuriano i bombardamenti, gli uomini sono chiamati alle armi e a poco a poco le case si svuotano e la benzina inizia a mancare, così come il cibo e gli altri beni di prima necessità. Ma quando una macchina compare, a reclamarla c’è Sorchelettrica, una delle prostitute che abitano nelle baracche, e Pietro e Augusto non possono toccarla a meno di non portare alla luce la verità su quel cadavere bianco come un lampo che è stato ritrovato alla marrana. Accanto ai due amici ci sono Semiramide e Clementina, appena arrivate nel Quartiere con la madre, e Michele e Virginia, che si attraggono e respingono a vicenda.
La fine dell’estate è un romanzo che costruisce un universo a misura di ragazzino, fatto di avventure simili a sogni ad occhi aperti ma precoci e reali come un viaggio nel tempo. Con una lingua pura e incantevole, Serena Patrignanelli restituisce al passato la dimensione epica e al futuro le ali spiegate della memoria.

Recensione

Mi sono innamorata di questo libro dalla primissima pagina. Poesia pura. Parole semplici che rievocano ricordi.

Poi le cose inizieranno ad allontanarsi.

Saremo distratti e non lo vedremo sparire.

Terremo stretto solo quello che conta, così stretto che saremo stanchi, un pezzo alla volta lo lasceremo andare.

La memoria scombinerà l’ordine dei fatti e confonderà i volti, e noi le daremo ragione.

Sarà quello che ci resta.

Sarà l’unica storia che avremo voglia di raccontare.

È un libro sulla memoria, questo di Serena Patrignanelli, menzione speciale al Premio Calvino 2017.

Abbiamo due bambini di 11 anni, Pietro e Augusto. Un’estate davanti, da impiegare e riempire di attività, cose da fare, ricorda da conservare.

Un’estate che segna un punto di svolta, ma nessuno lo sa ancora.

Pietro e Augusto sono amici, trovano nell’altro ciò che manca loro, si completano. Un’amicizia semplice e vera, eterna come lo sono le amicizie dei bambini. Fino al primo tradimento o al prossimo amico per la pelle e per sempre.

Perché il mondo si rinnovava continuamente, e quello che sembrava esperienza era solo illusione, quello che sembrava un punto d’arrivo era meno di un punto di partenza, e non iniziavano stagioni che durassero per sempre.

La pioggia iniziava a cadere. Era finita l’estate.

L’estate finisce, come ogni cosa nella vita, comprese quelle eterne, che non finiscono mai, che vivono per sempre nei nostri ricordi.

Pietro e Augusto hanno un progetto da portare avanti, un segreto. Nessuno lo deve sapere o scoprire. Siamo durante la guerra. Il Quartiere si è spopolato: gli uomini sono partiti al fronte e molte famiglie hanno lasciato casa per andare da parenti e stare insieme. La scuola ha chiuso prima e i ragazzi sono lasciati a se stessi. Gli adulti sono perlopiù assenti. Poche figure sfocate. Tranne un paio, che aiutano i due ragazzi a realizzare il loro progetto. Hanno trovato una macchina e vogliono costruire un motore a gasogeno per portare in giro cose e persone, ora che anche quelle poche macchine sono sparite e i tram non circolano più.

Passano così l’estate: cercando di realizzare la loro idea, tra nuovi arrivi – pochi – e molte partenze. Scoprono il mercato nero e che alcune regole possono essere infrante impunemente; la guerra annulla molte regole e modifica distanze e rapporti.

È anche un libro sui rapporti, sui primi approcci con le ragazze, le prime cotte, i primi tentativi di conquista. La scoperta che esistono modi diversi di sentire, di rapportarsi e che non sempre è semplice interpretare e capire l’altro.

Perché era così indispensabile, per gli altri, legarsi stretti, perché pretendevano che i rapporti fossero esclusivi, perché volevano dare senza limitazioni quello che avevano dentro?

Questo però è soprattutto un libro sulla memoria: la memoria che trattiene e lascia andare a modo suo, che distorce, anticipa e posticipa, sovrappone, aggiunge, sottrae. La memoria che ripropone i ricordi a modo suo.

Cosa andava davvero perduto, dopotutto, di quella giornata in cui s’erano conosciuti? Erano così giovani, la loro memoria ancora una nebulosa in cui i fatti precipitavano, confondendosi, resistevano solo pochi dettagli.

[…]

Per il resto rimaneva solo la percezione più ampia che quello era stato un inizio, e un inizio non ha un valore in sé, non è una cosa statica da preservare, è un’indicazione verso il futuro.

La memoria che si forma mentre viviamo, senza che ce ne accorgiamo. La memoria che selezione, plasma, trasforma, custodisce e restituisce ricordi nuovi, per associazioni incomprensibili. La memoria come testimone di ciò che abbiamo vissuto, delle emozioni, delle speranze, delle attese e dei dispiaceri, degli abbracci non dati, delle cose non dette. Delle persone che sono andate e non ci sono più.

Daniela

Ringraziamo la NN Editore per la copia del libro