“La signora delle camelie” – di Alexandre Dumas

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Pubblicato da Alexandre Dumas figlio nel 1848, “La signora delle camelie” si pone come testimonianza di una storia eccezionale. La voce narrante è in prima persona e si propone con approccio quasi giornalistico di riferire quanto un testimone gli racconta.

Cos’è “La signora delle camelie”

Il romanzo inizia dalla fine. La protagonista, la mantenuta Marguerite Gautier, è morta e i suoi beni sono in vendita all’asta. In vita è stata nota come “la signora delle camelie“ perché nelle occasioni pubbliche indossava sempre una camelia bianca sul vestito, tranne cinque giorni al mese in cui la camelia era rossa, “nessuno sapeva dire perché”. Naturalmente era per comunicare la sua disponibilità.

Il narratore acquista una copia di “Manon Lescaut” e trova una dedica in prima pagina. Vorrei soffermarmi su questo testo, perché è arrivato a noi grazie all’opera di Giacomo Puccini, ma questa è stata scritta circa cinquant’anni dopo il romanzo di Dumas. L’autore allude infatti alla “Storia del cavaliere Des Grieux e di Manon Lescaut”, un romanzo dell’autore francese Antoine François Prévost pubblicato nel 1731 che parla di amore, passione e felicità. Quando questo libro venne pubblicato in Francia per la prima volta fu bandito, ma divenne molto popolare anche grazie alle edizioni clandestine che furono ampiamente diffuse. In una delle edizioni successive, quella definitiva del 1753, Prévost attenuò alcuni aspetti ritenuti scandalosi e introdusse maggiori considerazioni moralistiche.

Il narratore viene raggiunto dall’uomo della dedica, Armand Duval, che tra le lacrime gli racconta tutta la sua relazione con questa mantenuta.

La storia comprende gelosia, amore puro, rispetto delle convenzioni, desiderio di unicità. Con Marguerite l’amore è travolgente e sincero, ma trova ostracismo nella vita sociale: rischia di incrinare la reputazione dell’intera famiglia di Armand e di ostacolare il matrimonio di sua sorella.

“La storia di Marguerite è un’eccezione, ma se così non fosse stato non avrebbe meritato di essere raccontata”

Punti di forza

La scrittura di Alexandre Dumas figlio è scorrevole e coinvolgente. Pare parta da una storia vera, la relazione durata un anno (tra il 1844 e il 1845) tra lui e l’arrampicatrice sociale Marie Duplessis. Come i due protagonisti del romanzo, anche il loro amore è stato vissuto per la maggior parte in campagna.

È proprio questa verità, vicina all’anima dello scrittore, che conferisce a “La signora delle camelie” la sua carica di pathos e introspezione, tanto da ispirare drammi, versioni cinematografiche e il libretto d’opera de “la Traviata“ di Giuseppe Verdi.

Ho ascoltato questa storia in audiolibro su Youtube grazie a “La melodia delle parole”, perché sto partecipando alla #sfidadeiclassici2021 di Lostinaclassicworld.

Il punto di vista che riceviamo è parziale, perché conosciamo tutto gradualmente attraverso gli occhi di Armand. Questo contribuisce all’immedesimazione del lettore e aumenta la tensione legata ai sotterfugi, a comportamenti inspiegabili, a decisioni improvvise e alle virate d’umore.

Però, però, però…

“La signora delle camelie” è un romanzo del primo Ottocento e subisce l’abitudine del tempo di filtrare la narrazione, passarla di narratore in narratore anche attraverso la tecnica epistolare, in una specie di struttura a matrioska. Il risultato è che la storia è scritta tutta in prima persona singolare, ma chi parla non è sempre la stessa persona. Questo può apparire dispersivo, ma i punti di vista sono pochi e ci si orienta piuttosto facilmente.

È un libro che accarezza gli animi innamorati e che mi sento di consigliare perché pone una domanda universale: quanto costa la libertà in amore?

Cristina Mosca