La versione della cameriera – di Daniel Woodrell (NN Editore)

La versione della cameriera

di Daniel Woodrell

traduzione di Guido Calza

NN Editore

Dal sito dell’editore

Il dodicenne Alek trascorre l’estate a West Table, Missouri, con sua nonna Alma. Vecchia, eccentrica e orgogliosa, la donna ha lavorato per cinquant’anni come cameriera per le famiglie ricche della città, allevando tre figli e sopportando un marito sempre assente. Alma conosce molte storie, ma quella che più la ossessiona è l’esplosione della sala da ballo che nel 1929 causò la morte di quarantadue persone, tra cui l’amatissima sorella Ruby. Nessuno ha mai scoperto com’è andata, né è mai stato trovato il responsabile: Alma è certa di sapere la verità, e la racconta ad Alek, per rendere giustizia alle vittime e donare pace a se stessa.
Nel primo episodio della Serie di West Table, Daniel Woodrell illumina con nitide, veloci pennellate di colore una varietà di personaggi. Alma, Alek, Ruby, i Glencross e gli sfortunati ballerini sono voci di un romanzo corale, serrato come un noir, che parla di condivisione e di comunità, di un passato che si avvolge al presente, ora come una condanna, ora come un riscatto, in cui tutti si ritrovano colpevoli e innocenti.

Recensione

Per quanti anni si può covare risentimento? E come si fa a mantenerlo intatto, vivo, a non lasciarlo sfumare?

Ce lo racconta Woodrell.

Alek ha 12 anni quando passa l’estate con la nonna paterna, Alma.

Mi spaventò all’alba di ogni giorno, nell’estate che trascorsi con lei. Si sedeva sul bordo del letto, i lunghi capelli sciolti, sciolti fino a terra e ondeggianti mentre li spazzolava senza posa, e nella stanza si ritiravano le ombre e dalle due finestre fluiva la prima luce.

Alma inizia a raccontargli di Ruby, sua sorella, morta anni prima in una sala da ballo, mentre faceva ciò che più amava: divertirsi. È una persona particolare, Alma. Di tre figli gliene è sopravvissuto solo uno, il padre di Alek. Ha anche passato qualche anno in manicomio, per il dispiacere troppo forte e profondo, che l’ha resa poco lucida e imprevedibile.

È rancorosa, Alma, ancora ricorda torti subiti negli anni Trenta,

Tu però puoi anche dimenticarteli: ci ha pensato Dio a sistemarli, e li ha sistemati una volta per tutte, con la guerra.

Woodrell però non ci racconta tutto e subito, non segue una linea temporale precisa. Va avanti e indietro. Ci racconta fatti accaduti alla fine dell’Ottocento, che hanno continuato ad avere ripercussioni nei primi del Novecento, cose che Alma ricorda e racconta ad Alek.

Tratteggia le vite di molti personaggi; alcuni hanno un ruolo in questa vicenda, altri sono solo figure di contorno, per creare atmosfera e portarci lì, con loro in quella maledetta sera in cui una sala da ballo è esplosa, proiettando corpi verso il cielo e disperdendoli nei campi intorno.

Woodrell ha una scrittura piacevole e precisa. Riesce a definire storie e personaggi in poche righe e  con brevi accenni.

“Adesso siete tutti e due innamorati?”

“Qualcosa siamo, sorella”

“Ma cosa?”

“Una cosa favolosa, sorella, chiamala come vuoi, ma è dolce da impazzire e penso che non finirà mai.”

“Invece dovrebbe finire subito”.

Mi è piaciuto leggere questo libro perché, nonostante i tanti personaggi che non riuscivo a memorizzare, mi piaceva leggere di loro, di alcuni dettagli delle loro vite, da dove arrivassero, scoprili, conoscerli. Dei loro sogni e ambizioni. Anche se a volte, nella lettura, li incontri solo per due pagine, senti di averli conosciuti lo stesso, per poco, ma il loro spirito in qualche modo ti è rimasto, come per la coppia di innamorati. Non importa se non ricordi i nomi, Woodrell ci racconta la loro storia e ce la affida. Così come Alma fa con Alek. Gli racconta la sua versione dei fatti. Lei, che per anni è stata cameriera in casa dei Glencross e che nei confronti del signor Glencross nutre ancora odio profondo. E non vuole rinunciare a questo sentimento, lo porta avanti, lo custodisce caramente. Come se disprezzare un po’ meno quell’uomo, morto anche lui da anni, costituisse un torto, un modo per non onorare o rispettare la morte della sorella.

I due erano amanti e lei per anni li ha coperti, nascondendo alla moglie le tracce del tradimento .

Il padre di Alek, nonché figlio di Alma, non condivide con la madre l’astio nei confronti di Glencross né comprende l’interesse del figlio per quella vicenda vecchia di decenni.

Tra segreti, povertà, tentativi di vendetta, guerre, ritorsioni, passioni e amori, Woodrell dipana la matassa, per poi tirare le fila nelle ultime pagine.

Ogni protagonista è un Giano Bifronte: per alcuni aspetti una brava persona, ammirato, per altri con macchie indelebili sul proprio passato. Un po’ come tutti, del resto, e solo gli ottusi vogliono vederne un solo lato, ostinatamente. O chi non riesce a perdonare. Oppure chi, consapevolmente, decide di considerare solo il lato buono per un tornaconto personale.

Chi è senza peccato scagli la prima pietra.

Una storia che ha segnato una cittadina. Una scusa per raccontare l’animo umano e le sue sfaccettature.

Una sorella che non vuole dimenticare e che ha fatto dell’odio e del rancore una ragione di vita.

Un libro che mi sono gustata, con calma, assaporandone ogni parola, ogni immagine.

Daniela