Lady Chevy -di John Woods (NNE)

Lady Chevy – John Woods – NNE – traduzione Michele Martino

Lady Chevy perché il suo sedere è piuttosto ingombrante. Ai miei tempi avremmo detto che “fa provincia”.

Amy è una ragazza insicura e determinata al tempo stesso. Proviene da una famiglia provinciale, razzista al punto da aver ammazzato chi non era degno. E lei è per loro l’unica speranza. La sola che possa ambire ad andare al college. Peccato che non abbia i soldi e debba fare affidamento su una improbabile borsa di studio.

Il suo andarsene è per se tessa, certo, ma anche per poter dare un futuro al fratellino malato. Nato malato a causa del trivellamento lì vicino. Il fracking è un compagno quotidiano. L’acqua della cittadina è così velenosa, che non può essere usata per niente se non attentamente filtrata. Sono costretti a riempire dei bidoni da utilizzare per lavarsi e cucinare.

Tutti in paese hanno venduto il proprio pezzo di terra per poter avere un assegno mensile, per poi accorgersi, in ritardo, che non ne valeva la pena. Il disastro ecologico ha invaso e stravolto le loro vite.

Nessuno escluso.

Lady Chevy vive quotidianamente i tradimenti della madre, l’incapacità del padre di lasciare una moglie che non lo rispetta, un fratello con crisi epilettiche e la costante mancanza di soldi per qualunque cosa.

Ma ci sono molti modi per non essere a proprio agio a diciotto anni: non avere amici, essere cercata solo come “svuotatrice di palle” oppure mettere in scena un tentativo di boicottaggio a danno del colosso che ha distrutto la valle.

Ognuno ha il suo modo di affrontare l’orrore, l’indigenza, la malattia, il sentirsi fregato e non avere via di uscita. C’è chi costruisce un bunker e si attrezza con le armi, chi serve il nemico e chi fa finta di niente.

Ma le cose non possono andare sempre bene, anzi, in questi casi tendono a precipitare, ed è quello che accade anche in questo libro.

Amy si ritrova in una situazione che non avrebbe mai immaginato, e deve reagire. Si stupisce di se stessa, perché non pensava di essere quella persona lì, ma alla fine, come si dice, di necessità virtù. C’è da domandarsi se sia davvero una virtù il suo modo di agire, ma intanto è il suo modo per salvarsi, per raggiungere i suoi obiettivi. E scopre una determinazione che non sapeva di avere.

Il suo cambiamento è profondo, a riprova del fatto che non sono tanto le situazioni che ci capitano, ma come noi decidiamo di reagire, a fare la differenza.

Un libro crudo, acido, bellissimo.

Un viaggio in un mondo lontano dal mio. Per certi versi, lo ammetto, ho ammirato Amy. Io non sarei mai riuscita a fare quello che ha fatto lei. Una donna forte, che ha capito di dover essere più forte degli altri, anche se, per fortuna, qualche dubbio le viene, a riprova della sua umanità.

Ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea