L’autista di Dio – di Giada Trebeschi (Oakmond Publishing)


Parliamo di questo romanzo all’interno di un blogtour

Insieme a noi i blog:

Thriller Storici e Dintorni, che ha organizzato il blog tour e curato l’approfondimento su Rodolfo Siviero

La Stamberga d’Inchiostro: che parlerà dell’arte durante i regimi

La Lettrice Itinerante: che ci farà conoscere le polizie segrete – Ovra e Gestapo

Donna Letteratura: che, insieme all’autrice, ci racconterà il ruolo della donna durante il periodo fascista.

 

L’autista di Dio di Giada Trebeschi

L’autista di Dio

di Giada Trebeschi

Oakmond Publishing

dal sito dell’editore

Nel 2013 nella casa dei Gurlitt a Monaco, viene ritrovato parte del favoloso tesoro d’opere d’arte degenerata requisite dai nazisti. Fra queste, c’è una tela di De Chirico e l’unica in grado di autenticare il quadro è la bolognese Alba Naddi, consulente esterna dei carabinieri del nucleo per la tutela del patrimonio culturale. Un giorno uno dei possibili eredi contatta Alba informandola d’aver recentemente trovato un diario in cui vi sono indizi utili per rintracciare i legittimi proprietari.

Il diario è destabilizzante, Alba si ritroverà a rischiare la vita a causa di un segreto vecchio di 75 anni e scoprirà la storia del temerario pilota Angelo Tiraboschi, sospettato di traffici illeciti e dell’omicidio di un imprenditore dell’acciaio. Su Tiraboschi investigano congiuntamente l’Ovra e la Gestapo in un gioco di specchi dove nulla è come sembra, dove molte sono le spie e dove la bellezza dell’arte si mischia a quella delle spettacolari automobili che partecipano alla Milla Miglia del 1938.

L’autista di Dio è un romanzo giallo di spionaggio basato su fatti veri e costruito su linee parallele in cui hanno un ruolo importante personaggi realmente esistiti come Rodolfo Siviero, il famoso agente segreto, Giorgio Castelfranco, il direttore del Pitti, l’arcivescovo di Firenze Elia Dalla Costa e il grande campione Gino Bartali.

I nodi di quanto accadde in quel lontano 1938 verranno sciolti da Alba nel 2013 ma per farlo sarà necessario addentrarsi nelle viscere del periodo fascista, dove il confine fra giusto e sbagliato è quasi invisibile e tutti hanno qualcosa da nascondere.

Recensione

Ho letto questo libro all’interno del blogtour organizzato da TSD.

Dell’autrice, Giada Trebeschi, ne avevo sentito parlare un gran bene, tanto da avere inserito nella mia wishlist il suo “Il vampiro di Venezia“, per cui ho accettato senza esitare quando mi hanno proposto il suo nuovo libro, in uscita oggi, per Oakmond Publishing.

La storia è ambientata in due periodi storici differenti: 1938 e 2013.

Comincio dalla data più recente: nel 2013, alla morte di Gurlitt senior, vengono ritrovate opere d’arte d’inestimabile valore, sottratte ai nazisti. Tra queste c’è un De Chirico, sul cui retro vi è una dedica particolare: ad Anna Negri. Per certificarne l’autenticità viene chiamata Alba Naddi, esperta d’arte, in particolare di questo autore.

1938: Gian Battista Negri viene assassinato in casa sua, probabilmente da antifascisti. Il Negri è un imprenditore importante, la sua fabbrica dà lavoro a molte famiglie e lui, da subito, ha abbracciato l’ideologia fascista, che inizia ad avere sempre più oppositori. Toccherà a sua figlia, Anna, tentare di scoprire la verità, compresi i segreti e le bugie del padre.

All’inizio ho fatto un po’ fatica a familiarizzare con i personaggi, a causa dei vari e repentini salti temporali, avanti e indietro, ma è stata questione di poche decine di pagine. Dopodiché la lettura mi ha coinvolta e affascinata.

Coinvolta perché è un giallo, quasi un thriller. C’è un morto (più di uno a dire il vero, ma su uno si concentrano le indagini), tesori rubati, bugie, spionaggio… tutti gli ingredienti per coinvolgere il lettore e incuriosirlo sullo sviluppo e sul finale.

Affascinata perché l’autrice introduce diversi elementi apparentemente distanti, e lo fa, parere di profana, con competenza. Io non ne so niente di motori e nemmeno di arte. La Trebeschi però sì, e ce ne parla con passione. Così come racconta delle gare automobilistiche, dalla più famosa Mille Miglia, a quello meno note.

Ho apprezzato molto la precisione delle ambientazioni, soprattutto nel periodo fascista, e la ricostruzione dei rapporti tra persone e del rispetto dei ruoli. Ma quello che mi è piaciuto di più è stata la caratterizzazione dei personaggi.

Per tutto il libro, per alcuni personaggi, ho oscillato tra la simpatia e l’antipatia. Se a pelle Hass non mi piaceva, per esempio, la Trebeschi è riuscita a farmelo vedere con gli occhi di Anna, trasformandolo in una persona affabile e di cui fidarsi. Lo stesso per Angelo e per altri.

La stessa Alba, all’inizio mi era antipatica, ma poi, conoscendola e apprezzando il suo valore, mi è piaciuta. Anche se ha un po’ troppo l’allure di quella camaleontica, adatta a qualunque situazione.

Un libro molto piacevole, che non solo fa passare alcune ore in tranquillità, ma che insegna anche qualcosa, se si ha voglia di imparare. E di approfondire. Come potete vedere anche dagli articoli degli altri blog.

Daniela