Le età infelici
di Sara Sajeva
Castelvecchi
Recensione
Nella prima parte del libro si avverte forte la sensazione di vuoto. Nel leggere le prime pagine mi sono sentita come la protagonista: brancolante nel buio, senza sapere dove andare o dove stavo andando. Il disagio di Sara, omonima dell’autrice, è palpabile e per certi aspetti disturbante. Chi vorrebbe rivivere i disagi adolescenziali? Io no, a meno che non mi fosse data la possibilità di mantenere quel poco di conoscenza e saggezza acquisite nel frattempo.
Sara, la protagonista, è sola: la madre è pressoché anaffettiva, ha una sola amica, Agata, e nessun ragazzo all’orizzonte. Vorrebbe amare, per sentirsi viva.
Nonostante tutto, di nascosto anche a me stessa, avevo bisogno di amare ancora, amare qualcuno per sentirmi viva. Così mi aggrappavo anche a una semplice telefonata che mi portava a evadere dalla solita routine, donandomi un lasciapassare per scatenare sentimenti e fantasie.
Le prime pagine ci descrivono una vita trascinata da un giorno all’altro, nello sforzo di restare a galla e con la speranza che il domani sia migliore dell’oggi. Sara è un’artista, ama dipingere, ma deve lavorare per mantenersi, in attesa di realizzare il proprio sogno e vivere della propria arte.
Lo stile nella prima parte è onirico e molto evocativo.
L’odio per le prime ore del giorno si leggeva nel mio pallore e sulle mie massacranti occhiaie, fiere e bicolori, pronte a confermare in ogni istante la mia disperazione.
Sara si sente un’estranea, diversa da tutti gli altri, incapace di comprenderli e di essere compresa da loro. Una sera conosce Romeo, esemplare quantomeno curioso di essere umano in età adolescenziale.
Stesso viso, stessa espressione, anche in una stalla non si sarebbe scomposto. La sua adeguatezza sfavillava anche nel degrado. La disperazione non faceva presa su Romeo. Avevo davanti l’esemplare più interessante di adolescenza brillante e propositiva e, inaspettatamente, avevo voglia di rubare i suoi occhi per imparare a guardare.
Inizia così un percorso di crescita e rinascita. Romeo è, all’apparenza, il suo opposto. Ama la vita, nulla lo turba o scompone, non gli importa che cosa pensano gli altri, lui vuole vivere serenamente. Anche lui è un artista.
In realtà nasconde a Sara una parte importante e determinante della sua vita. Quando Sara lo scoprirà, inizierà per loro un percorso insieme. Se prima hanno camminato lungo la stessa via un po’ per caso, da quel momento decideranno insieme la strada da intraprendere, tenendosi per mano. Sempre.
«Vieni dai ti porto in un posto, lascia la bicicletta qui e indossa il casco, ti porto a volare…». Ancora più in alto? avrei voluto rispondergli, ma non sarebbe stato da me. Zitta Sara e vola.
Il loro amore li aiuterà a definire le loro ambizioni, a decidere dove andare, a non lasciarsi abbattere e resistere, a dispetto di tutto e tutti. Incontrano persone che li sostengono, una in particolare decide di credere in loro, di dare loro tutto il supporto possibile, andando a ricoprire una figura paterna assente in entrambe le giovani vite.
L’amore per la vita lo avete costruito voi insieme, supportandovi con una forza maestosa, che da soli non avevate né l’uno né l’altra. […] Avete abbattuto i problemi uno per uno, tenendovi saldamente per mano e io, nel guardarvi, non posso che gioire per tutti quei ragazzi che non smettono di sognare
La penna di Sara Sajeva è interessante. Uno stile evocativo, delicato. La storia è una bella storia intimista di rinascita, speranza e determinazione. Un messaggio positivo.
Unica pecca, secondo me, è che in certi passaggi i personaggi risultano un po’ esagerati, troppo sopra le righe, ma questo nulla toglie alla poesia che l’autrice sa evocare e alla delicatezza generale della storia.
Un’autrice da seguire.
Daniela
Ringraziamo Angelozzi Altra Comunicazione per la copia omaggio del libro