“L’Ultima Strega” di MariaChiara Moscoloni (LibroMania)

Sinossi. Un paio di occhiali, un’agenda, un modellino di plastica e una bottiglia di liquore Strega. A partire da questi oggetti, Davide inizia a ricostruire la storia di sua madre Teresa. Una storia piena di incontri, colpi di scena, ma anche dolore e forza, troppe volte lontananza dal figlio. Davide ha bisogno di questi indizi per ricostruire anche la propria vita, per fare ordine tra i ricordi confusi e le emozioni contrastanti che si porta dentro da sempre. La ricomposizione di questo mosaico frammentato di ricordi sembra l’ultima occasione di riconoscersi come figlio e riconciliare quel passato con il suo presente di marito e padre.

"L'Ultima Strega" di MariaChiara Moscoloni (LibroMania)
“L’Ultima Strega” di MariaChiara Moscoloni (LibroMania)

Le atmosfere di questo romanzo mi hanno affascinata da subito. Una scrittura piena e matura, quella dell’autrice, che descrive con tratto intenso e ipnotico un mondo esotico e lontano.

La narrazione inizia trent’anni dopo la morte di Teresa quando Davide assiste alla rimozione dei suoi resti dalla tomba. Doloroso è assistere a quel che rimane di sua madre, le sue ossa e qualche oggetto: Bottiglia, libro, agenda, occhiali e un pupazzo di Zorro. Pochi indizi per ricostruire una storia che riparte dal 1957 a Medina.Teresa è una bambina curiosa, vivace, molto sveglia e intelligente, con tanta voglia di imparare. Poi il trasferimento, la morte della madre dopo quella del padre che coincidono con la fine dell’età più bella, l’infanzia e l’inizio della stagione degli amori.

La tempra della protagonista si accompagna a un ntuito affilato, una conoscenza dell’animo degli uomini che ha il sapore arcaico della magia. Così anno dopo anno, Teresa attraversa i cambiamenti sociali, gli anni del boom economico, la corsa alla Luna, vivendo pienamente la sua vita, sfidando il confine col malaffare, fuggendo o restando a seconda della necessità.

La narrazione alterna passato e presente, Tunisi e Roma, cimiteri e bazar. Teresa, zia Carmela, i personaggi sono donne forti, determinate, e Davide è un figlio che ha bisogno di ritrovare le sue radici, di ricostruire la sua storia. Un bel romanzo che racconta una vita di donna e, attraverso Teresa, il mondo che è stato.

L’autrice ha una penna asciutta e precisa, racconta con dovizia di particolari mai superflui e cattura con la sua scrittura vivace e veloce.

E inizia

Teresa amava addentrarsi nel suq e annusare, girone dopo girone, i differenti odori di
quell’inferno variopinto: nella parte più esterna le esalazioni grevi e fastidiose dei
pescivendoli, dei tintori e dei conciatori; all’interno quelle amabili e invitanti delle spezie e degli incensi. A occhi chiusi, annusando l’aria, riusciva ad arrivare fin nel cuore dorato e pulsante del mercato, dove le bancarelle delle anfore e dei vassoi in rame cedevano il posto alle vetrine dei gioiellieri.
«Mon petit magpie!» così la salutava l’amico Chadi, il più fornito commerciante di gioielli berberi del bazar. La piccola Teresa sembrava davvero una gazza ladra, ne possedeva alcune caratteristiche peculiari come l’occhio vivace e i colori: capelli corvini e incarnato pallido, nera e bianca come il piumaggio dell’uccello predatore.
Era stato proprio il gioielliere a spiegarle con pazienza il significato dei simboli incisi su bracciali e collane.
«Questi cerchi rappresentano il sole e la luna».
«Come faccio a distinguerli?».
«Il sole, a differenza della luna, ha un punto al centro che rappresenta il fuoco originario…
la luna è il simbolo della donna, mentre il sole è quello dell’uomo».
«Allora è così che funziona: ogni decoro rappresenta qualcosa che esiste in natura, ma nasconde un significato più grande!».
«Sì, esattamente! Guarda qui, per esempio. Vedi questa piramide tronca con una barra
rettangolare sulla sommità? Sopra ci sono un cerchio e una mezza luna. È la raffigurazione della dea Tanit, la dea della fecondità. Anche la pietra del corallo viene adoperata per significare la fertilità. La possibilità di generare nuova vita è un tema ricorrente negli oggetti preziosi, d’altra parte a cosa servono collane e anelli, se non ad attirare chi amiamo? Gli animali emettono un particolare verso o un odore inconfondibile, alcuni sfoggiano una livrea appariscente. Noi uomini, per sedurre, abbiamo i gioielli».