Manhattan Beach – di Jennifer Egan

Manhattan Beach

Manhattan Beach 

di Jennifer Egan

Mondadori

Dal sito dell’editore

Una grande casa di mattoni dorati con tende da sole a strisce verdi e gialle che svolazzano dalle finestre affacciate sulla spiaggia, mancano quattro giorni a Natale e fa un freddo cane. Anna Kerrigan, dodici anni, accompagna il padre a far visita a Dexter Styles, un uomo potente che spadroneggia su mezza New York e che, intuisce, è decisivo per la sopravvivenza della sua famiglia. Anna è ipnotizzata dal mare e dall’aria di mistero che sembra circondare la conversazione tra i due adulti.

Anni dopo, suo padre è scomparso e l’America si sta preparando a entrare nella Seconda guerra mondiale. File di navi militari punteggiano l’orizzonte davanti ai cantieri navali dove Anna ha trovato lavoro, ora che alle donne è permesso sostituire gli uomini mentre sono al fronte.

Anna è audace e combattiva – diventerà la prima donna palombaro! -, pronta a superare tutte le linee che dividono il mondo maschile da quello femminile, i ritrovi per le chiacchiere di signorine nubili dai nightclub dove gang­ster e ragazze spavalde ballano scatenati. Ed è qui che una sera rivede Dexter Styles e comincia a intuire i misteri che aleggiano attorno alla scomparsa di suo padre. È l’inizio di molti cambiamenti, nella vita di Anna e della sua famiglia, nella storia di New York.

Recensione

All’inizio del libro Anna ha 12 anni. Accompagna il padre dovunque egli vada; non capisce bene che cosa faccia, vede delle buste passare dalle sue mani a quelle altrui e i volti rilassarsi, l’atmosfera distendersi. In una di queste uscite, Anna accompagna il padre a casa di Dexter Styles. Anna già a 12 anni dimostra di avere carattere e di non volere impietosire nessuno: nonostante sia dicembre, si toglie calze e scarpe mette i piedi in acqua, nell’oceano. Invita gli altri a fare lo stesso, ma nessuno segue il suo esempio.

Torna a casa col padre, dove li aspettano la madre, ex ballerina di night, e Lydia, la sorella storpia. Lydia ha una malattia senza cura: non può camminare, non può stare dritta sulla sedia, non parla, non fa niente. Non si sa nemmeno se capisca o no quello che succede, ma Anna continua a raccontarle tutto, è la sua confidente. A lei racconta i propri desideri e segreti. Le sarebbe piaciuto che ci fosse anche lei, in riva al mare, a godere della vista dell’oceano e del suono delle onde.

Passano gli anni, la guerra è scoppiata, il padre è sparito senza lasciare traccia e Anna lavora in fabbrica; dove prima l’accesso alle donne era impensabile, adesso è indispensabile. Anna non ama il suo lavoro, ma lo esegue con competenza e capacità, attirando l’ammirazione del suo capo, che un po’ per volta le affida compiti al di fuori dell’ufficio. Il loro sarà un rapporto di stima e affetto reciproco.

In una delle sue uscite per la pausa pranzo conoscerà Nell, una sua coetanea, tanto appariscente, quanto lei è riservata. Inaspettatamente diventeranno amiche e si sosterranno nei momenti di difficoltà. Nell non capisce il desiderio di Anna di diventare palombara, né il suo disinteresse per gli uomini, per trovare qualcuno che la mantenga. Che cos’altro può volere una ragazza se non accasarsi? A che cosa serve la bellezza se non a fare allentare i cordoni della borsa di un uomo facoltoso, possibilmente sposato?

Ma Anna ha preso dal padre. Ha un carattere forte, sa che cosa vuole e si adopera per ottenerlo. Da sola, senza con le sue forze.

Diventa la prima donna palombaro, la più brava della sua squadra.

Anna ha accettato la scomparsa del padre. Le manca, ma non ci pensa più. Ha la sorella da accudire, la madre a cui pensare e uno stipendio da portare a casa.

Riesce a portare Lydia al mare e finalmente la vedere reagire. Capisce che Lydia è viva dentro quel guscio. E poi… e poi succedono tante cose. Anna le affronta tutte, una a una, a volte sola, a volte con l’aiuto degli amici. Amici improbabili, persone che solo la guerra poteva riunire, ragazzi e ragazze che in tempo di pace non si sarebbero considerati né salutati. Quando il mondo va a rovescio, anche i rapporti cambiano e non seguono più le stesse regole.

Jennifer Egan ci regala il ritratto di una donna forte per carattere e per necessità. E ci ricorda che in fabbrica le donne hanno iniziato a lavorare solo perché gli uomini ne avevano bisogno. E quando la guerra stava finendo ne hanno rimandate a casa un bel po’. Così, per ricordare che la parità (non ancora raggiunta) è frutto di lotte e di necessità.

Daniela