“Maria Giudice” di Maria Rosa Cutrufelli (Perrone)

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Maria Giudice” (1880-1953) è una breve biografia scritta da Maria Rosa Cutrufelli su una figura femminile militante del primo Novecento. Una donna che, prima ancora di essere la madre di Goliarda Sapienza (1924-1996), che Cutrufelli frequentava, fu una persona libera, autonoma e intraprendente.

Questo gioiellino è stato pubblicato da Giulio Perrone editore nella collana Le mosche d’oro a gennaio 2022 e io l’ho letto a marzo insieme al Club del libro della Libreria Primo Moroni di Pescara. Sembra essere, al momento, l’unica biografia su Maria Giudice in circolazione.

Cos’è “Maria Giudice”

Maria Giudice ha vent’anni quando si aggrega al movimento socialista in difesa dei lavoratori. La sua vita è costellata di iniziative, scrittura, articoli, prese di posizione, militanza, congressi e soprattutto figli. Ne ha sette quando il suo compagno, Carlo Civardi, muore in zona di guerra. La loro unione non è mai stata ufficializzata, lei non è invitata nemmeno al funerale, le condoglianze sono tutte per le sorelle di lui. Ma lei resta in piedi, anche quando viene arrestata o denigrata, anche quando i figli muoiono o vengono sparsi per collegi.

Questo e tanto altro si impara dal ritratto che Maria Rosa Cutrufelli fa alla “leonessa del socialismo”. Il libro è scandito da descrizioni di foto non inserite tra le pagine, ma che probabilmente lo saranno in una nuova, imminente pubblicazione. Tuttavia, non se ne sente l’assenza: lo stile dell’autrice fa sì che noi le vediamo lo stesso, offrendoci un bellissimo slancio di immaginazione.

Punti di forza

Ho trovato questa biografia bella, elegante e bene incastonata nel periodo storico a cui si riferisce, come un brillante in un anello. È chiara e coesa; rende in maniera tridimensionale la dinamicità e l’inafferrabilità di una donna scapestrata e determinata.

“Il femminismo, sostengono entrambe, non è nato dal malcontento di una classe, ma dal malumore di un sesso, perciò non deve mettere il becco nelle questioni proletarie.”

Ho trovato illuminante la riflessione sulla grande quantità di figli (dieci!) che la militante Maria Giudice ha dato al mondo, perché, commenta la Cutrufelli, sembrerebbe un comportamento da cattolici: i socialisti incoraggiavano la regolamentazione delle nascite. Eppure anche questo, in una socialista militante come Maria, sembrerebbe confermarne il pensiero libero, l’anima sciolta:

“Maria vuole essere madre, madre e ancora madre. (…) l’idea socialista non può annullare i desideri personali”

Gli ultimi tre figli sono nati in Sicilia, perché la quarantenne Maria ora vive con l’avvocato Peppino Pazienza, ma una sola è sopravvissuta all’infanzia: è Goliarda Sapienza, futura scrittrice, indipendente e sovversiva come la madre. Stiamo leggendo “L’arte della gioia”, di lei parleremo presto.

Maria sarà accudita da Goliarda mentre la demenza senile la porterà via lentamente.

Insomma, quella di Maria Giudice è una vita complessa e precipitosa, appassionata e inarrestabile. Maria Rosa Cutrufelli ha fatto il miracolo di penetrarla in profondità in 140 pagine.

Cristina Mosca