Medusa di Luca Bernardi (Tunué)

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Dal sito dell’editore:

Sulle montagne attorno a Bolzano qualcuno spinge una bimba da una scarpata. Dieci anni dopo, sulla costa tirrenica si scopre il corpo di un bambino annegato.
Nel frattempo, un ragazzo velleitario e disadattato, ossessionato dagli extraterrestri e dall’idea di compilare un dizionario che vada oltre il linguaggio, ciondola con i genitori in uno stabilimento balneare di lusso. Si invaghisce di un’adolescente, sfida marmocchi a ping-pong, fantastica sul futuro successo della sua opera. Durante una festa dai ricchi zii, le sue fissazioni si inaspriscono fino a spingerlo a fuggire con tre amici verso la costa opposta. Tra sogni di grandi imprese erotiche, manicomi, contatti alieni e appartamenti di prostitute, dovrà infine scontrarsi col più orribile dei propri segreti.

Luca Bernardi scrive un romanzo di formazione al contrario in cui crudeltà e intelligenza ballano avvinghiate sul confine tra la commedia e la tragedia, mentre la malattia mentale diventa un rifugio irrinunciabile per scansare traumi e colpe dal peso schiacciante.

L’autore

Luca Bernardi (1991) è cresciuto a Bolzano. Questo è il suo primo romanzo.

 

Recensione:

Medusa è un libro sorprendente. Non solo per il linguaggio iperbolico, per l’esposizione geniale o per la grande capacità introspettiva, ma per tutte queste cose insieme. Luca Bernardi ha chiaro l’intento fin dalle prime righe e usa le parole con abilità di funambolo.

“Al mare con gli obsoleti si fanno molte passeggiate. Estraggo la Vigorsol e il culo parlante mi rifila un minchia guardi”

Uno squarcio su una generazione confusa, ondeggiante, sospesa. Un protagonista che perde subito le belle speranze, dimenandosi fra divagazioni borghesi e sprazzi di illuminazione che emergono dal Dizionario Semiologico Abissale che tenta di pubblicare.

“Secondo Scardanelli serviva un principio fondante, un atomo comune a qualsiasi intelletto sul quale costruire variabili e trasposizioni. Questo sarebbe stato il compito del “Dizionario Semiologico Abissale, primo dizionario a fornire un ponte fra umani e non, fossero questi artropodi o venusiani.

Quindi la stiamo ancora pensando in termini di segni?”

Catalogare termini non catalogabili è già di per sé un tentativo

Meraviglioso il personaggio di Scardanelli (Holderlin), il professore che non si dimentica, ora mendicante con bottiglia.

“Scardanelli si passò le dita nei capelli unti e grigi, mi guardò negli occhi e rispose. Parlò fino alla campanella e ancora dopo la fine delle lezioni in cortile.  A un certo punto il custode ci informò che se non uscivamo lui metteva comunque il lucchetto. Andò a finire che scavalcammo il cancello. Erano le diciassette e cinquanta. Così a me dispiacque. Tutti gli altri erano esaltati dallo scandalo. Ripetute molestie sessuali, diceva l’articolo in cui comparivano soltanto le iniziali, F.S., sufficienti perché chiunque in una cittadina come Bolzano potesse decrittarle. Per anni non seppi nulla di lui. C’era stato un processo (e un’assoluzione) dopo il quale pensavamo si fosse trasferito. Invece si sbronzava sempre sulla stessa panchina a mezzo chilometro da casa mia. Lì lo trovai un pomeriggio”

Il pensiero procede libero da restrizioni ma con un’attentissima scelta lessicale: Medusa va bevuto parola per parola, senza sorvolare, ogni cosa è al suo posto proprio dove deve essere e si agitano le parole davanti agli occhi del lettore, come tentacoli urticanti.

E ci sono gli alieni. Ci sono? Sembra di vederli davvero:

“Sono nel ramo del commercio con gli alieni.

Un aprile di diversi anni prima, entrando in una zona liquida, scorsi un uovo metallico davanti a una montagna. Era immobile, come incollato. Chiusi gli occhi, li riaprii. C’era ancora. Alzando lo sguardo lo vidi fluttuare verso sinistra. Andai a pisciare dietro un albero e lo battezzai per traveggole o fosfeni.”

Cosa cercano dal protagonista, gli alieni?

“Amore, diceva il Senzavolto”

Il mare, da un bordo all’altro della penisola, culla il protagonista come un accogliente ventre materno, un liquido amniotico dove le voci giungono ovattate e distorte. In questa storia il mare si rifà brodo primordiale, quando ancora non cerano i dinosauri e neppure i pesci, ma solo organismi semplici, senza ossa.  Le meduse, appunto.

“Prima che sia troppo tardi bisogna ripartire dal plancton, dagli scarafaggi, dalle antenne, dai tentacoli. Essere solo viscere è come non avere viscere, del resto le meduse sono senza volto”

Se le parole fluide di Bernardi graffiano, le idee ancora di più. Pervase da un’apparente follia, una corsa all’idiosincrasia, discesa agli inferi che non si può liquidare con “esordio sorprendente”. E’ una nascita, una rivelazione potente Medusa, perfetta nella forma (dal titolo alla copertina) e nella struttura.

Grande l’abilità dell’autore a confondere l’età del protagonista. Sembra un adolescente viziato, poi un disadattato, oppure un genio incompreso? Fra personaggi inclassificabili e nomignoli da fumetto (La mia morte, il prozio, gli obsoleti) si rivela la vera questione di fondo: la generazione dei ventenni è perduta?

Un’ultima parola la vorrei spendere per la casa editrice, Tunué, e per la collana di narrativa di cui ho letto diverse pubblicazioni, tutte di grande qualità (Mescolo Tutto, Dalle Rovine, A pietre rovesciate…) e di cui mi sento di consigliarvi l’intero catalogo. Questo per dire che la Tunué è un grande esempio di sperimentazione ad alto livello di cultura e merita senz’altro di crescere ed essere supportata dai lettori forti e attenti come quelli che leggono il nostro blog. Di seguito il link al loro sito: scegliete pure a occhi chiusi, non potete sbagliare!

http://www.tunue.com/it/86-narrativa

 

 

Anita.